La mozione circolare sull’Italicum e quella strana e forte sensazione di essere presi per il fondellum
Siccome c'è un dibattito, facciamo il dibattito.
Siccome se ne parla, parliamone.
Siccome l'abbiamo appena approvata, approviamone un'altra.
Siccome è successo qualcosa, ma non vi diciamo cosa, impegniamoci a impegnarci nell'impegno rispetto a cui ci impegniamo: ma senza togliere il ballottaggio, che sembrava la cosa da cambiare. No, quello rimane. Con il premio, ovviamente. Che non c'è più nemmeno in Grecia (avvisate gli esponenti del partito della nazione che ne straparlavano, quest'estate).
Come disse una volta ElleKappa (parafrasando): sarà un conflitto vero, scorrerà del ketchup.
Con una mozione del tutto generica, sempre lontana dal merito delle questioni, basata unicamente sul fatto che “è attualmente in corso un ampio dibattito politico su possibili e articolate ipotesi di riforma della citata legge”, l’altroieri la maggioranza di governo, meno un pezzo, ha impegnato la Camera “ad avviare, nelle sedi competenti, una discussione sulla legge 6 maggio 2015, n. 52, al fine di consentire ai diversi gruppi parlamentari di esplicitare le proprie eventuali proposte di modifica della legge elettorale attualmente vigente e valutare la possibile convergenza sulle suddette proposte”.
Una mozione vuota che, come sempre chiede il cambiamento per il cambiamento, perché ogni tanto si cambia, anche se si tratta di una legge approvata da poco più di un anno, applicabile da meno di tre mesi e se non si sa in cosa queste modifiche dovrebbero consistere.
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