venerdì 31 marzo 2023

La Chiesa difende gli indigeni, la “Dottrina della Scoperta” non è mai stata cattolica

La “Nota” congiunta dei Dicasteri per la Cultura e lo Sviluppo Umano Integrale: “Molti cristiani hanno commesso atti malvagi contro gli indigeni”. Le Bolle papali del Quattrocento che concedevano ai sovrani colonizzatori i beni dei popoli originari sono documenti politici, strumentalizzati per atti immorali. Già nel 1537 Paolo III dichiarò solennemente che gli indigeni non dovevano essere schiavizzati né derubati delle loro proprietà

giovedì 30 marzo 2023

Carlo Casini, quella fiducia in un "amore infinito"

Tre anni, ma è sempre presente e vivo. Carlo Casini, morto a Roma il 23 marzo 2020, viene ricordato da decine di Messe di suffragio, un Rosario mensile online e un libro con oltre 120 testimonianze






martedì 28 marzo 2023

Surrogata. «L'utero in affitto nega la realtà, nel Pd se ne parli con libertà»

Roberta Osculati, vicepresidente dem del Consiglio comunale di Milano: da cattolica, chiedo che nel partito ci sia un dibattito serio e rispettoso di culture e sensibilità diverse


E le donne cattoliche nel Pd, cosa dicono della maternità surrogata? Domanda pertinente, specie a Milano, dove il sindaco sostenuto da una maggioranza a trazione dem ha registrato a lungo i bambini frutto di utero in affitto, salvo essere ora stoppato dal prefetto. Davanti al fumo delle polemiche e alle scorciatoie argomentative, Roberta Osculati ha rotto gli indugi: vicepresidente Pd del Consiglio comunale, cattolica che non fa mai mistero di esserlo, ritiene che sia ora di dire una parola chiara sul tema.

Qual è la sua posizione sulla maternità surrogata?

Personalmente non metto in discussione il desiderio né la capacità genitoriale di una coppia nel perseguire la strada che la porta ad avere un figlio. Credo anzi che vada sostenuta la responsabilità genitoriale e apprezzato il valore progettuale che ha l’attesa. Posso essere d’accordo anche che un figlio nasce nel cuore prima che nel corpo per due persone che vogliono vivere una genitorialità consapevole. Tuttavia, la maternità surrogata – lo dice il termine stesso – evidenzia un processo artefatto per realizzare quel desiderio.

Cosa occorre per contrastarla?

Occorre innanzitutto chiamare le cose col loro nome. In questa discussione, viene spesso usata la sigla Gpa, gestazione per altri, che mette l’accento sull’aspetto altruistico, imponendo il paradigma antropologico di un figlio commissionato “da altri”. C’è chi usa il termine maternità surrogata che, nell’uso giuridico, indica il «subingresso del terzo che ha pagato in luogo del debitore». Io preferisco chiamarla utero in affitto: la pratica prevede che la donna metta al mondo un figlio a fronte di un “contratto”. Non serve essere cattolici per riconoscere che questo è sfruttamento (come orami molte storie raccontano), nel senso etimologico del termine, ovvero sottrazione del fructus ventris. Mi si dice che lei lo fa liberamente o addirittura gratuitamente (dietro lauto “rimborso spese”). Ebbene, resta un atto contro il minore e la donna.

Continuare a far nascere bambini con l’affitto del grembo femminile ha determinato una prassi di riconoscimento per tutelare i minori, una sorta di legalizzazione de facto che però perpetua il sistema. È giusto?

Innanzitutto chiariamo che in Italia la pratica dell’utero in affitto è vietata dalla legge 40/2004. Ci sono poi diversi pronunciamenti della Corte Costituzionale che sanciscono che «la maternità surrogata offende la dignità della donna minando nel profondo le relazioni umane». Il problema si manifesta quando una coppia valica i confini nazionali, aggira la legge e torna in Italia con un fagottino che chiede cittadinanza. Specifichiamo che questa pratica è scelta prevalentemente da coppie eterosessuali, quindi non stiamo affrontando un tema che discrimina le coppie omosessuali. Il problema si pone allo stesso modo per tutti coloro che vi fanno ricorso e pretendono un riconoscimento del genitore d’intenzione alla nascita. È un atto improprio ed è preoccupante cercare di imporre con un automatismo un percorso vietato per legge. Questo è il nodo politico e valoriale: pretendere di affermare che quel bambino sia nato da entrambi quei genitori, quando non lo è.

Come se ne esce?

Per tutelare il minore l’ordinamento italiano prevede che il riconoscimento e l’iscrizione all’anagrafe seguano una procedura dedicata attraverso l’adozione speciale, dove il giudice valuta l’idoneità genitoriale caso per caso.

C’è spazio per le sue idee nell’attuale Pd?

La mia non è l’unica voce critica circa l’utero in affitto. In nome dei più profondi valori della sinistra europea, molti all’interno del Partito democratico hanno chiesto di affrontare apertamente il dibattito. Nel suo discorso di insediamento, Elly Schlein ha dichiarato di voler mettere a valore le differenze. Mi preoccupa, invece, che il tema venga dato in pasto alla piazza e che sia affrontato come scontro tra tifoserie. Questo ottiene effetti mediatici, ma resta propaganda se non ha uno sbocco parlamentare e politico. La neo-segretaria ha annunciato di voler presentare una proposta di legge sul tema. Auspico che ci sia spazio per un dibattito serio e rispettoso delle culture e sensibilità diverse.

Il prefetto di Milano ha applicato la legge in vigore, ma si è parlato di diritti calpestati. Quali sono i diritti da tutelare?

Al primo posto per me viene la difesa dei diritti del minore: sebbene il contesto familiare che lo accoglie sia pronto a donargli il massimo bene possibile, il bambino ha diritto alla verità sulla sua storia, indispensabile nella costituzione della personalità. In secondo luogo, tale pratica è alienante per la donna, considerata una sorta di mezzo funzionale al valore di scambio. Il che è anche fonte di disuguaglianza di genere e di sfruttamento, tanto che si è parlato di “nuovo colonialismo” per il fatto che le donne coinvolte di fatto sono persone molto fragili economicamente e culturalmente.

Vede possibile un’alleanza trasversale su questo terreno?

Oggi sul contrasto all’utero in affitto si avverte maggiore consapevolezza, anche nelle varie aggregazioni partitiche. La vera frontiera è sfidare la politica con una seria riforma delle adozioni, rivedendone complessivamente il quadro normativo (procedure, tempi, requisiti) e valutando come aprirla anche alle coppie omosessuali, appunto per sostenere un progetto genitoriale che sta ai servizi sociali valutare e accompagnare. Chissà...


lunedì 27 marzo 2023

La mano della Cina sugli asini africani, commercio a doppio taglio

 



Negli ultimi anni, c’è stata un’enorme e crescente domanda di pelli d’asino in Cina, dove vengono utilizzate per realizzare un antico prodotto salutare chiamato ejiao.

L’ejiao è composto dal collagene estratto dalle pelli di asino mescolato con erbe e altri ingredienti per creare prodotti di consumo medicinali e salutistici. Secondo la medicina tradizionale cinese ha proprietà che rinvigoriscono il sangue, arrestano le emorragie e migliorano la qualità dei fluidi vitali e del sonno.

L’ejiao è venduto a circa 783 dollari al chilo e la dimensione del mercato cinese è passata da circa $3,2 miliardi nel 2013 a circa $7,8 miliardi nel 2020.

Questo recente aumento della domanda è guidato da diversi fattori, tra cui la crescita dei redditi, la diffusione del prodotto attraverso una serie televisiva di successo e l’invecchiamento della popolazione (l’età è un fattore demografico chiave per la domanda). Inoltre, l’ejiao a volte viene prescritto dai medici e il costo può ora essere coperto dall’assicurazione sanitaria.

La domanda di ejiao ha portato a una carenza di asini in Cina e sempre più in tutto il mondo. I Paesi africani sono stati particolarmente colpiti.

domenica 26 marzo 2023

Beirut. Come l'inflazione, anche l'ora legale in Libano raddoppia

La proroga di un mese dell'uso dell'ora solare per agevolare la vita ai musulmani che osservano il digiuno del Ramadan ha creato non poca confusione. I cristiani invece la cambiano


Ci possono essere due o più fusi orari nello stesso Paese? Certamente, quando la superficie di un Paese è molto estesa, ma non quando a malapena supera, come è il caso del Libano, i 10.000 chilometri quadrati.

La decisione del premier ad interim Najib Mikati di prorogare di un mese l'uso dell'ora solare per agevolare la vita ai musulmani che osservano il digiuno del Ramadan ha creato non poca confusione nel Paese dei cedri. Le istituzioni cristiane, in particolare, hanno deciso di passare ugualmente all'ora legale.

L'ufficio stampa del Patriarcato maronita e diverse scuole cattoliche si sono detti «sorpresi dalla decisione presa in maniera sbrigativa» da Mikati, senza una previa consultazione con le diverse componenti libanesi, e soprattutto senza alcuna considerazione dei criteri internazionali.

Di conseguenza, da mezzanotte gli istituti e le chiese adotteranno ugualmente l'ora legale per comunicare gli orari delle scuole e delle celebrazioni religiose. Insomma, l0ora raddoppierà, come l'inflazione che angoscia gli abitati ridotti in povertà. Il braccio di ferro tra l'ora GMT e “l'ora Mi-Ka-Ti” ha scatenato l'ironia sui social media.

Un commento tra altri: «Prima un libanese chiedeva 'di dove sei?' per collocare la confessione religiosa del suo interlocutore; ora basta chiedere “che ore sono, per favore?».

Natalità in Italia, in un anno persi un milione di abitanti

All'assemblea del Forum delle associazioni familiari il cardinale Zuppi, presidente della Cei, sottolinea che "non c'è futuro senza famiglia". Gianluigi De Palo ribadisce che "l'Italia ha un immenso potenziale fatto di tanti nuclei che sono il motore pulsante del Paese". Oggi l'elezione del nuovo vertice dell'organismo



Istat: nel 2022 record negativo di nati in Italia

La denatalità la si tocca con mano nei dati dell’Istat. In quattro anni sono stati persi un milione di abitanti, mentre nei primi 11 mesi del 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021, è stato registrato il 3% di nati in meno

sabato 25 marzo 2023

Ucraina, i proiettili all’uranio impoverito sono «tossici e radioattivi»

La Gran Bretagna ha annunciato che li fornirà all'esercito di Kiev, scatenando l'ira della Russia. Secondo l'Onu e le organizzazioni che vogliono farli bandire sono pericolosi per l'uomo e l'ambiente

venerdì 24 marzo 2023

CEI: inaccettabile l'utero in affitto. Dolore e indignazione per la tragedia di Cutro

Conclusa la sessione primaverile del Consiglio episcopale permanente. Focus sulla questione della maternità surrogata: “Pratica che mercifica le donne e i nascituri”. Il segretario Baturi: “Non sovrapporla al tema delle registrazioni anagrafiche, non sia motivo di propaganda”. I vescovi denunciano il naufragio in Calabria: “Una ferita aperta che mostra la debolezza delle risposte messe in atto”


...

Abbandonare le celebrazioni on line

Tra i numerosi temi affrontati, tra cui la collaborazione con le istituzioni europee, l’astensionismo politico in Italia, il cammino sinodale, è emerso anche quello delle celebrazioni on line, eredità del periodo di lockdown per il Covid. Lo stesso Zuppi nella relazione introduttiva vi aveva fatto cenno: “Non abbiamo prodotto un’indicazione esplicita, in termini di raccomandazioni, norme o direttive”, ha spiegato il segretario, “ma è un ragionamento condiviso da tutti i vescovi” di abbandonare ormai le celebrazioni su internet. “Il digitale è stata una grande risorsa durante il Covid perché ha creato comunità ma ora il problema è recuperare la normalità della vita ecclesiale”. “È il momento di tornare a stringerci le mani”, ha affermato Baturi. Pertanto “verificheremo come ricalibrare le nostre indicazioni alla fine ufficiale della pandemia” quando stabilita dall’Oms.

mercoledì 22 marzo 2023

Intervento. Al Pd dico: riconoscere i diritti dei minori, ma senza automatismi ipocriti




Caro direttore,

alla manifestazione di sabato scorso a Milano, organizzata per sollecitare il riconoscimento di diritti ai figli delle coppie omosessuali, Elly Schlein ha annunciato la volontà di presentare un ddl sul tema. Nel corso del confronto politico entro il partito e i gruppi parlamentari - che certo precederà il deposito della proposta di legge - proverò dunque ad argomentare su alcuni dei punti annunciati, portando queste riflessioni.

La volontà di riconoscere il matrimonio egualitario non trova motivi nell’attesa di vedere riconosciuti diritti e doveri tra i partner, poiché l’istituto dell’unione civile già li regola in modo completo. L’obiettivo, invece (legittimo, sia chiaro, ma discutibile), sono i figli. Con il matrimonio egualitario si otterrebbe l’automatico riconoscimento del minore come figlio di entrambi. Inoltre, - e questo aspetto è stato colto da pochi - si avrebbe l’effetto di parificare le coppie sposate omosessuali a quelle eterosessuali nella possibilità di adottare i figli di terzi. Le due questioni vanno affrontate distintamente.

Anzitutto la questione dell’adozione del figlio di terzi. Oggi la legge 184/83, aggiornata nel corso degli anni, la consente solo a coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni. La proposta che si intende avanzare, se non si è mal compreso, intenderebbe estendere la possibilità di adottare anche alle coppie eterosessuali non sposate, alle coppie sposate (con il matrimonio egualitario) omosessuali e ai single.

Questa ipotesi trova tuttavia un’obiezione stringente nella realtà. Infatti, il numero di coppie valutate idonee all’adozione supera oggi, di gran lunga, il numero di minori dichiarati in stato di adottabilità, al punto che la maggior parte di esse non vedono realizzata la loro aspirazione. In particolare sono di molto diminuite, per varie ragioni, le possibilità di adozioni internazionali. Non si dubita che single o coppie diverse da quelle sposate eterosessuali possano essere buoni genitori, ma è anche ragionevole ritenere che la riconosciuta stabilità di coppia e la complementarietà genitoriale rappresentino sicure condizioni a tutela del minore. Se ci si vuole mettere dalla parte dei bambini e degli adolescenti, si arriva dunque a concludere che non serve oggi estendere la condizione di stato civile dei possibili adottanti.

Quanto invece al figlio del partner dell’unione civile in coppie dello stesso sesso, occorre mettere in fila le questioni. Oggi in Italia la maternità surrogata è considerata un reato, mentre la fecondazione eterologa resta lecita solo per le coppie di sesso diverso, sposate o conviventi con diagnosi di infertilità. Non possono quindi ricorrere alla donazione né donne single, né coppie dello stesso sesso. Poiché queste pratiche vengono tutte realizzate all’estero, aggirando i divieti, occorre anzitutto smuovere l’ipocrisia che vi soggiace, per non arrivare a soluzioni che indirettamente le legittimano. Si pretende infatti talvolta di fare un salto logico, arrivando magari a condannarle ma contemporaneamente ad affermare la giusta tutela dei bambini, quasi che non ci sia un evidente rapporto di causa ed effetto. In altri termini, la registrazione automatica del secondo genitore non biologico finirebbe per “sdoganare” pratiche vietate e, nel caso della maternità surrogata, gravemente offensive della dignità delle donne e dei diritti dei bambini alla loro identità biologica.

Tuttavia, siccome conveniamo nella necessità di dare tutela ai minori senza discriminarli, paiono convincenti gli argomenti della recente sentenza della Corte di Cassazione e l’opinione di autorevoli giuristi, che suggeriscono di legiferare nel senso di consentire l’adozione del figlio del partner, purché essa passi attraverso una preventiva valutazione di idoneità, caso per caso, da parte del giudice minorile e senza automatismi. Se si vogliono davvero ottenere avanzamenti, si tratterebbe quindi solo di definire meglio per legge le relative procedure, di modo da renderle più chiare e veloci. A meno che non si preferisca fare una battaglia velleitaria, come già successo in altre occasioni e visti i numeri in Parlamento.

Stefano Lepri è componente della direzione nazionale del Partito democratico ed ex deputato


sabato 18 marzo 2023

Elly Schlein

Schlein non è solo l’anti Meloni, è l’anti realtà

Scegliendo lei, il Pd ha confermato in quale baratro di astrattezza mortifera sia finita la sinistra. Quando la politica si fa utopia, non è una buona notizia per nessuno


Elly Schlein, o della prevalenza della “frase” sul “pensiero”

lunedì 13 marzo 2023

Statale community - Principio di autodeterminazione di genere e Regolamento identità Alias

6 Marzo 2023 - Dibattito su diritti e carriere alias nella comunità universitaria promosso da CUG e Prorettorato a Legalità, Trasparenza e Parità dei diritti.


Lo stato dei lavori sull’aggiornamento del Regolamento identità Alias dell’Università Statale di Milano nell’incontro del 6 marzo (ore 14.30, Sala Consiglio, via Festa del Perdono 7), promosso da CUG - Comitato Unico di Garanzia, nell'ambito del programma Open CUG, in collaborazione con il Prorettorato a Legalità, Trasparenza e Parità di Diritti dell’Università Statale di Milano.

Il Regolamento Alias dell’Ateneo consente di ottenere, con valenza all’interno dell’Università, una identità alias, ossia un nome proprio, diverso da quello dotato di valore legale, che ciascuno può scegliere liberamente. L’Ateneo è già provvisto di questo documento, che va attualizzato rispondendo alle esigenze manifestate dalla comunità studentesca e alla necessità di accogliere le "Linee guida per gli Atenei Italiani sull’implementazione della Carriera Alias"redatte nel maggio 2022 dalla Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università Italiane (Counipar).

Apre l’incontro Marilisa D’Amico, prorettrice delegata a Legalità, Trasparenza e Parità dei diritti, seguita dagli interventi di Alessia Tuselli, assegnista di ricerca presso il Centro Studi Interdisciplinari di Genere dell’Università degli Studi di Trento, la presidente del CUG, Sara Valaguzza, e di Sale Sirigu. Chiude l’incontro Benedetta Liberali, docente di Diritto costituzionale.

 Contatti  CUG - Comitato Unico di Garanzia  cug@unimi.it

domenica 12 marzo 2023

sabato 11 marzo 2023

Mangiare insetti, l’approfondimento dell’entomologo

Riccardo Poloni, biologo, entomologo e naturalista risponde a qualche dubbio sul consumo alimentare di insetti






Mangiare insetti non fa parte della nostra tradizione alimentare?

Coldiretti, per esempio, sostiene che “l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte” perché “la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra UE, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”. Mentre il ministro Matteo Salvini precisa che “se qualcuno in Europa ha piacere a mangiare insetti faccia pure, per i miei figli preferisco i sapori e i profumi della nostra terra e li difendo” e che si opporrà con ogni mezzo e in ogni sede, a questa follia che arricchirebbe qualche multinazionale e impoverirebbe la nostra agricoltura e la nostra cultura”.

Allora, prima di tutto, chiariamo subito che gli insetti a tavola non sono una novità. Certo, fino a oggi nel nostro Paese non sono mai stati consumati su larga scala, però la storia del consumo di insetti è vecchia quanto la tradizione della cucina italiana. L’esempio più celebre, come già ricordato da più parti, è il “casu marzu”, tipico della Sardegna e della Corsica, che, come ci insegna Wikipedia, è un formaggio caprino che viene colonizzato dalle larve di una mosca detta, appunto, casearia: la Piophila casei. Non sono solo i sardi, però, a consumare il formaggio con “i vermi”: ce ne sono almeno dieci diversi tipi in tutta Italia. Uno in particolare, il furmai nis, lo conoscevo anch’io perché proviene da Piacenza, non lontana dalla mia città natale.

Shardan, CC BY-SA 2.5, via Wikimedia Commons

In Francia poi, conosciuta in tutto il mondo per i suoi formaggi pregiati, e più precisamente nella regione di Velay, viene prodotto l’omonimo formaggio dal caratteristico colore ambrato, che gli viene conferito da una particolare specie di acari che colonizzano la forma durante la stagionatura. Infine, in pochi sanno che uno degli additivi alimentari comunemente usati nell’industria dolciaria (denominato E120), è derivato dagli insetti. L’E120 infatti è prodotto macinando l’esoscheletro delle cocciniglie (Dactylopius coccus), da cui poi si estrae l’acido carminico che ha, appunto, un colore rosso carminio. Proprio perché non è necessario un processo di sintesi, questo colorante veniva usato già dagli Aztechi. Insomma, il consumo degli insetti ad uso alimentare non è proprio una novità assoluta. Non solo, ma il consumo di insetti fa da sempre parte della tradizione alimentare della nostra penisola.

Mangiare insetti è pericoloso per la salute?

Veniamo quindi a parlare della presunta pericolosità degli insetti, sia in quanto tali, che in quanto provenienti da Paesi che sono “da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”, come ci ha spiegato Coldiretti. Una breve lista di prodotti alimentari che provengono dalla Cina, secondo quanto riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, sempre citando Coldiretti: “260 milioni di euro di ortaggi, 18 milioni di pesci, molluschi e crostacei, 14 di piante medicinali e 6 milioni di aglio”. Mi limiterò a dire che nessuno di questi prodotti genera lo scalpore degli insetti.

Ma veniamo alla loro presunta pericolosità. Su questo tema l’autorità di riferimento è l’EFSA, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, che ha stabilito come la farina di grilli sia completamente sicura per il consumo umano nel marzo 2022 (per approfondimenti, potete visitare il sito a questo link). L’anno precedente, anche le tarme della farina (Alphitobius diaperinus) erano state dichiarate sicure per l’alimentazione umana. Il rischio per la salute c’è, ma riguarda soprattutto gli allergeni presenti nella farina di insetti, per cui le persone allergiche ai crostacei potrebbero incorrere in reazioni anche gravi. Già, perché gli insetti appartengono a un raggruppamento chiamato artropodi, di cui fanno parte anche i millepiedi, gli aracnidi e, appunti, i crostacei, tutti accomunati dall’avere un esoscheletro di chitina. Per questo motivo chi è allergico ai crostacei di solito è anche allergico agli insetti. Questo ci fa capire come, in realtà, l’avversione nei confronti degli insetti ad uso alimentare sia soprattutto culturale, visto che invece consideriamo un cibo prelibato granchi e aragoste, che sono i loro “cugini di secondo grado”. Secondo la FAO, inoltre, gli insetti presenterebbero meno rischi di zoonosi rispetto ad animali come polli e mammiferi: in pratica c’è meno rischio che ci passino virus e malattie e ormai sappiamo molto bene che questo rischio è tutt’altro che remoto.

Perché dovremmo mangiare insetti?

Bene quindi, gli insetti sono da sempre consumati sulle nostre tavole e non presentano rischi per la salute, o, perlomeno, così è per le specie che sono state autorizzate dal’EFSA. Detto ciò, perché dovremmo consumarli? L’argomento è vastissimo, ma in poche parole, gli insetti rappresentano un’alternativa sostenibile e più salutare alle proteine di origine animale, sia per l’alimentazione umana che animale. Per capire meglio cosa intendiamo, però, bisogna introdurre brevemente il concetto di indice di conversione. In poche parole, quando un animale (mettiamo, una vacca) mangia 10 kg di mangime, una parte viene trasformata in carne, che poi noi possiamo mangiare, ma il resto viene perso in energia metabolica e scarti. Questo perché le mucche (anzi, vacche come sarebbe più corretto chiamarle) sono una “macchina” a bassa efficienza, e su 10 kg di proteine vegetali ingerite 9 vengono persi, e solo uno viene trasformato in carne. Un po’ più efficienti sono i polli, che riescono a trasformare in carne 4 kg su 10 di mangime. Gli insetti invece riescono a trasformare in carne quasi 6 kg di mangime su 10, con un evidente vantaggio in termini produttivi. Non solo, di una mucca non si può mangiare tutto e circa il 60% dell’animale viene scartato, mentre degli insetti fino all’80% è edibile. Infine, gli animali d’allevamento che tradizionalmente vengono mangiati richiedono per il loro allevamento una quantità spropositata di acqua, che rende il loro allevamento poco sostenibile, come sappiamo. Per gli insetti invece, a parità di carne prodotta, servono quantità molto minori di acqua.

Questo non significa che da domani dovremmo tutti mangiare insetti, ma che possiamo migliorare la sostenibilità dell’industria alimentare sfruttando l’eccezionale capacità degli insetti di produrre proteine e grassi animali con poche risorse e ad alta efficienza. Facciamo un altro esempio. Oggi i mangimi utilizzati nell’acquacoltura, per alimentare i pesci d’allevamento, sono in gran parte prodotti usando la farina di pesce, che viene a sua volta prodotta polverizzando altro pesce, pescato in grandi quantità negli oceani di tutto il mondo. Se vi ricordate cosa abbiamo detto sull’efficienza energetica, avrete già capito che gran parte di questo pesce che viene pescato e trasformato in farina e poi dato in pasto ad altri pesci viene perso. Se invece potessimo alimentare i pesci di allevamento con farina di insetti, potremmo produrre un mangime a basso impatto ambientale e, in più, risparmiare gli oceani, già stremati dalla pesca intensiva. In più, il pesce che normalmente viene utilizzato per la produzione della farina potremmo mangiarcelo noi, guadagnandoci anche in qualità, visto che il pesce azzurro è spesso molto più sano dei grossi pesci predatori, come merluzzi e salmoni, che vengono comunemente mangiati sulle nostre tavole.

Per quanto ci possano sembrare un cibo strano e poco sicuro, quindi, gli insetti rappresentano un’alternativa sicura e sostenibile alle proteine animali, sia per l’alimentazione umana che animale. Sebbene non cominceremo a mangiare bistecche di grillo, quindi, potrebbero darci una mano a rendere più sostenibili gli allevamenti e a sostituire le proteine animali. La domanda è: siamo pronti a superare i nostri pregiudizi?

Riccardo Poloni –  biologo, entomologo e naturalista oltre che appassionato fotografo, trovate più info su di lui qui.


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Il Papa: un migrante si accetta in quanto persona, non per quello che può dare

Con i partecipanti al convegno formativo della “Cattedra dell’Accoglienza” promossa dalla Fraterna Domus, in corso fino a domani a Sacrofano, Francesco torna a parlare di quanti lasciano il proprio Paese per cercare un futuro migliore altrove e della reticenza all’integrazione a causa dei nazionalismi chiusi: la gratuità è essenziale per generare fraternità e amicizia sociale

Tiziana Campisi – Città del Vaticano


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venerdì 10 marzo 2023

Cosa è successo a Cutro. I fatti e le conseguenze

Oggi il Cdm nel paese dove c'è stata l'ennesima strage di migranti. Cosa sappiamo finora della dinamica del naufragio e cosa dobbiamo imparare

FOLLIA - La politica climatica della Svizzera viola i diritti umani

https://www.tvsvizzera.it/tvs/qui-svizzera/la-politica-climatica-della-svizzera-viola-i-diritti-umani/75394783?utm_campaign=manual_tvs&u...