Amen (e Awoman)
Il primo cretino dell’anno, direi per distacco, si chiama Emanuel Cleaver («Clever» in inglese significa intelligente, deve essere stata quella «a» aggiunta in mezzo a fregarlo). Viene da Kansas City, come l’americano di Alberto Sordi, ed è il deputato democratico che alla riapertura del Congresso degli Stati Uniti ha concluso una preghiera pubblica con la formula «Amen and Awoman». Pensava che il «men» di Amen stesse per «uomini» e ha creduto di bilanciarne la portata sessista declinandolo anche al femminile (sia pure al singolare, chissà perché). Naturalmente non tutti sono tenuti a sapere che Amen deriva dall’ebraico «così è» e con uomini e donne non c’entra nulla, ma se c’è qualcuno che ne dovrebbe essere vagamente a conoscenza, ebbene quel qualcuno è proprio Emanuel Cleaver. Nella vita fa il pastore metodista. Non oso immaginare che cosa possa inventarsi quando sale sul pulpito: chiamerà la Madonna Mauomo e il Padreterno Genitore E?
Nel suo atteggiamento ipocritamente progressista c’è un paradosso ulteriore. La presunzione che parole appartenenti a culture antichissime derivino dall’inglese moderno rivela una visione imperialista dell’alfabeto e magari anche di tutto il resto. Per molto meno, le persone che il pastore Cleaver vorrebbe ingraziarsi con i suoi contorcimenti verbali hanno buttato giù delle statue. Per sua fortuna mi sento di escludere che a qualcuno possa venire in mente di erigerne una a lui. Amen.
5 gennaio 2021, 06:54 - modifica il 5 gennaio 2021 | 06:55
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