Aldo Frigerio*
Le fake news sono un fenomeno che suscita notevoli interrogativi e apprensioni data la loro notevole diffusione nel mondo moderno e dato il loro impatto negativo sulle società e sulla loro tenuta democratica. Solitamente, le fake news vengono definite come notizie false diffuse tramite i media, specialmente i nuovi media, con l’intento di manipolare le opinioni delle persone in contesti politici polarizzati oppure di attrarre l’attenzione in modo da aumentare i click su certe pagine così da trarne un profitto economico. Sebbene questa definizione colga alcune importanti caratteristiche delle fake news, essa non pare catturare l’aspetto di novità che esse possiedono. In effetti, la diffusione intenzionale di false notizie tramite i media al fine di ingannare le persone è un fenomeno vecchio quanto i media stessi. Quello che sembra nuovo rispetto al passato è la modalità con cui le fake news oggi si diffondono. Se in passato erano i governi, certe istituzioni, certi mass media che diffondevano le false notizie e le persone erano bersagli passivi di questa diffusione, oggi sono gli stessi utenti-bersaglio delle false notizie che ripostano tali notizie sui social network e quindi contribuiscono in modo essenziale alla loro diffusione.
Questo aspetto ha importanti conseguenze etiche. Se in passato l’etica della comunicazione era un’etica riservata agli specialisti del settore (giornalisti, operatori del mondo del cinema e della TV), oggi tale etica riguarda tutti noi. Per questo il magistero della Chiesa esorta tutti al compito di cercare di individuare le fake news in modo da non aumentarne la diffusione. Come ha ricordato Papa Francesco nel suo messaggio per la 52.ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (2018), le fake news sono difficili da smascherare perché possono apparire plausibili, e anche perché i social network tendono a creare “bolle” impermeabili a opinioni divergenti dalle proprie. Il messaggio del Papa esorta tutti al compito di cercare di individuare le fake news in modo da non diventarne diffusori. Poiché spesso le fake news sono difficili da riconoscere, ciò richiede una educazione da parte degli utenti. Si tratta innanzitutto di insegnare le tecniche di diffusione delle fake news e la loro natura subdola in modo da non diventare complici di chi le ha fabbricate, ma si tratta anche di una educazione morale, di un “lasciarsi purificare dalla verità”, che non è solo qualcosa di concettuale ma qualcosa che riguarda la nostra vita intera.
* Professore di Filosofia del linguaggio presso l’Università del Sacro Cuore di Milano
Potete ascoltare qui la serie di podcast sulla Dottrina sociale della Chiesa. La puntata è di Aldo Frigerio, curatore della voce “Fake news” del Dizionario di Dottrina sociale.
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