Autore della saga del prete e del comunista (in tv, Fernandel
e Gino Cervi), Giovannino Guareschi passò 409 giorni in carcere per
aver diffamato De Gasperi. Il figlio Alberto ha raccolto in un libro
le lettere che il papà spedì e ricevette in cella. E disegna il ritratto
di un uomo libero. Che non resisteva all'ironia. E al merluzzo fritto
Giovannino Guareschi entrò nel
carcere di Parma giusto 70 anni fa, il 26 maggio del 1954. Nel gennaio di quell'anno aveva attribuito
ad Alcide De Gasperi due lettere
che pubblicò sul settimanale che
dirigeva (Il Candido) in cui il leader della De chiedeva agli alleati di bombardare la
periferia di Roma per accelerare la sollevazione del
popolo e la cacciata dei tedeschi (le lettere erano del
1944). Il processo evaporò in tre rapide udienze, in
cui prevalse l'alibi morale di De Gasperi («Un uomo
di quella statura non avrebbe mai
scritto cose simili») e non vennero
sentiti né testimoni né il perito che
aveva certificato l'autenticità delle due missive. Guareschi fu condannato a 12 mesi di carcere per diffamazione e rinunciò a ricorrere in
appello
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