venerdì 16 dicembre 2016

Dunque, riassumendo: abbiamo una ex maestra d’asilo, ex sindacalista nel reparto tessile, femminista e di sinistra. L’ennesimo ministro dell’Istruzione che della scuola sa poco o nulla. Ma, non dimentichiamolo, riformista.

Tratto da:    https://laprofonline.wordpress.com/2016/12/16/e-piu-importante-avere-un-ministro-con-laurea-o-un-ministro-che-ne-capisca-di-scuola/

È PIÙ IMPORTANTE AVERE UN MINISTRO CON LAUREA O UN MINISTRO CHE NE CAPISCA DI SCUOLA?

valeria-fedeliE così, dopo le dimissioni dell’ormai ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi, a seguito della schiacciante vittoria del NO al referendum sulle riforme costituzionali, a Viale Trastevere si è insediata la signora Valeria Fedeli. Il terzo ministro donna degli ultimi anni, dopo Maria Chiara Carrozza – governo Letta – e Stefania Giannini, artefice, assieme all’ex premier, della L. 107/2015, altrimenti detta #labuonascuola che ha visto l’opposizione massiccia di tutte le componenti scolastiche. Ma tant’è, almeno per il momento la disastrosa legge ce la dobbiamo tenere.
Il neo-ministro del MIUR Valeria Fedeli aveva già ricoperto il ruolo di vice-presidente del Senato e nel suo sito ufficiale si presenta così: SONO UNA SINDACALISTA PRAGMATICA. SONO FEMMINISTA, RIFORMISTA, DI SINISTRA. Nota – e oggi temuta, in veste di ministro dell’Istruzione – per aver strenuamente difeso la teoria gender da insegnare in tutte le scuole pubbliche italiane di ogni ordine e grado, vanta un’esperienza decennale, dal 2000 al 2010, in veste di segretaria generale della Filtea, la categoria tessile della Cgil.

Fino a due giorni fa il suo curriculum contemplava un fantomatico diploma di laurea in Scienze Sociali conseguito, finite le scuole (citazione dal sito personale), a Milano presso l’UNSAS. Non ci voleva certo l’occhio vigile del giornalista Mario Adinolfi, che ha sollevato il polverone, per capire che la storia del diploma di laurea puzzava, e molto. La signora Valeria, dal canto suo, ha fin da subito tentato di evitare il pubblico ludibrio, facendo riferimento ad una laurea triennale che certamente lei, nata nel 1949, non avrebbe mai potuto conseguire dato che le lauree triennali non esistevano ai tempi in cui avrebbe finito le scuole. Ha tentato, come si suol dire, di metterci una “pezza”, peggiorando le cose. Come può avere credibilità una persona del genere?
Veloce come un fulmine, dopo essersi pubblicamente scusata, non per aver millantato una laurea che non ha ma per essersi spiegata male, ha corretto il curriculum su cui ora si legge: «Finite le scuole mi sono trasferita a Milano dove ho conseguito il diploma per assistenti sociali, presso UNSAS
Pare, tuttavia, che la Fedeli non abbia nemmeno il diploma di maturità. Ed ecco spiegato il generico finite le scuole, altrimenti non avrebbe esitato a scrivere «dopo il conseguimento del diploma di maturità». Le scuole che avrebbe frequentato, infatti, si ridurrebbero a un corso triennale per conseguire il diploma di maestra d’asilo, attività che il neo-ministro ha ammesso di aver svolto per un certo periodo a Milano.
Dunque, riassumendo: abbiamo una ex maestra d’asilo, ex sindacalista nel reparto tessile, femminista e di sinistra. L’ennesimo ministro dell’Istruzione che della scuola sa poco o nulla. Ma, non dimentichiamolo, riformista.
Ora, il fatto che abbia millantato una laurea che non possiede e la mancanza addirittura di un diploma di maturità sarebbero motivi sufficienti per chiedere le dimissioni della signora Fedeli. Ma non è solo questo fatto che mi disturba, quanto la mancanza di esperienza nell’ambito della scuola pubblica. Se escludiamo, naturalmente, il fatto di averla frequentata – non così a lungo – e di aver lavorato come maestra d’asilo. Né mi consola minimamente il suo passato da sindacalista: abbiamo visto l’assoluta incapacità dei sindacati di dialogare con i governi negli ultimi anni. Grazie alla caduta di Renzi siamo riusciti, almeno momentaneamente, a sventare il pericolo di vederci appioppare un aumento di 85 euro lordi in busta paga con il rinnovo contrattuale.
Pensate forse che una ex sindacalista come la Fedeli possa davvero restituire dignità – e non solo attraverso un aumento dello stipendio – ai denigrati insegnanti italiani?
Io credo proprio di no.
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