San Giuseppe custode della Vita
Riprendendo le parole di Papa Francesco nella lettera apostolica Patris Corde, i presuli italiani hanno indicato proprio la figura di San Giuseppe come modello da seguire per coloro che si impegnano nel custodire la vita. “Nelle diverse circostanze della sua vicenda familiare - scrivono i vescovi - egli costantemente e in molti modi si prende cura delle persone che ha intorno, in obbedienza al volere di Dio. Pur rimanendo nell’ombra, svolge un’azione decisiva nella storia della salvezza, tanto da essere invocato come custode e patrono della Chiesa”. Di grande importanza diventa quindi la protezione di ogni esistenza. “Le persone, le famiglie, le comunità e le istituzioni non si sottraggano a questo compito, imboccando ipocrite scorciatoie, - sottolineano ancora i vescovi - ma si impegnino sempre più seriamente a custodire ogni vita. Potremo così affermare che la lezione della pandemia non sarà andata sprecata”.
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Affrontare la denatalità partendo dalla famiglia
Tante le iniziative promosse per la Giornata, tra cui il convegno “La denatalità, fenomeno stabilmente espansivo: prospettive per il futuro”, che si è svolto ieri a Scerne di Pineto, in provincia di Teramo, presso il Centro Studi Sociali “Don Silvio De Annuntiis” e promosso dalla diocesi di Teramo Atri in collaborazione con i dipartimenti ostetrico - ginecologici di dieci università italiane. Papa Francesco ha voluto far sentire la sua vicinanza ai partecipanti al convegno attraverso un telegramma, letto dal vescovo della diocesi monsignor Lorenzo Leuzzi, in cui ha espresso apprezzamento per l’attenzione posta ad una tematica quanto mai attuale, auspicando che “i lavori congressuali possano favorire l’adesione al valore primario della vita umana, e l’accoglienza di tale incommensurabile dono divino, in tutta la sua ricchezza, promuovendo una progettualità, che ponga al centro l’amore coniugale".
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