E la pace esige anche che si difenda la vita, bene oggi messo a repentaglio “fin troppo spesso addirittura dal grembo materno, affermando un presunto diritto all’aborto”, dice Papa Bergoglio. “Nessuno può vantare però diritti sulla vita di un altro essere, un altro essere umano, specialmente se è inerme e dunque privo di ogni possibilità di difesa”. L’appello è alle “coscienze degli uomini e delle donne di buona volontà, particolarmente di quanti hanno responsabilità politiche, affinché si adoperino per tutelare i diritti dei più deboli e venga debellata la cultura dello scarto, che interessa purtroppo anche i malati, i disabili e gli anziani”.
La paura della vita
Di base, rileva Francesco, c’è una “paura” della vita, la stessa che suscita timore nel formare una famiglia e mettere al mondo figli. L’Italia è esempio di “un pericoloso calo della natalità”, evidenzia il Papa: "Al caro popolo italiano, desidero rinnovare il mio incoraggiamento ad affrontare con tenacia e speranza le sfide del tempo presente, forte delle proprie radici religiose e culturali".
Libertà religiosa
Con uguale vigore, chiede che sia riconosciuta universalmente la libertà religiosa, perché “è preoccupante che ci siano persone che vengono perseguitate solo perché professano pubblicamente la loro fede”. E ciò avviene anche in Paesi dove i cristiani non sono una minoranza.
La libertà religiosa, che non può ridursi alla mera libertà di culto, è uno dei requisiti minimi necessari per vivere in modo dignitoso e i governi hanno il dovere di proteggerla e di garantire a ogni persona, compatibilmente con il bene comune, l’opportunità di agire secondo la propria coscienza anche nell’ambito della vita pubblica e nell’esercizio della propria professione.
La religione, infatti, “è un’opportunità effettiva di dialogo e d’incontro fra popoli e culture diverse”, assicura Papa Francesco, richiamando il Documento sulla Fratellanza Umana firmato nel 2019 ad Abu-Dhabi.
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Colonizzazioni ideologiche e pensiero unico
“Tanto bene si può fare insieme”, assicura Papa Francesco, basti pensare alle “lodevoli iniziative” a favore di migranti e disarmo o per contrastare povertà e cambiamenti climatici. “Tuttavia, in tempi recenti, i vari fori internazionali sono stati contraddistinti da crescenti polarizzazioni e da tentativi di imporre un pensiero unico, che impedisce il dialogo e marginalizza coloro che la pensano diversamente”. Il rischio è di “una deriva, che assume sempre più il volto di un totalitarismo ideologico, che – afferma il Vescovo di Roma - promuove l’intolleranza nei confronti di chi non aderisce a pretese posizioni di ‘progresso’, le quali in realtà sembrano portare piuttosto a un generale regresso dell’umanità, con violazione della libertà di pensiero e di coscienza”
Sono quelle che Francesco ha definito in passato “forme di colonizzazione ideologica”. Esse, dice, creano “un nesso diretto fra l’elargizione di aiuti economici e l’accettazione di tali ideologie”. E affaticano il dibattito interno alle Organizzazioni internazionali, mettendo in piedi “rapporti di forza”.
Di colonizzazione, il Papa parla anche in merito ai drammi vissuti dalle popolazioni indigene. Drammi che, ricorda, ha potuto toccare con mano nel viaggio di luglio in Canada. “Le preclusioni e i veti reciproci non portano che ad alimentare ulteriori divisioni”, afferma.
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