Forse abbiamo una fede eccessiva nella Provvidenza. E, a volte, la scambiamo per un’assicurazione a copertura totale o una sorta di ombrello protettivo da ogni genere di rischio. Ma non è così. E purtroppo in queste ultime settimane la cronaca ci ha messo di fronte alla realtà di tragici incidenti accaduti durante campi e oratori estivi. Costati addirittura la vita ad alcuni bambini, annegati o caduti in pozzi.
Di fronte a questi drammatici eventi, allora, una riflessione si impone su come organizziamo queste attività, educative per i ragazzi e di supporto alle famiglie. Non si tratta di “gettare la croce” su qualcuno. Anzi, ancora una volta va riconosciuto con il giusto risalto da un lato appunto la funzione formativa svolta dalla Chiesa e, dall’altro, il ruolo fondamentale degli oratori, spesso uno dei pochi luoghi di socialità “sana” in molte parti del Paese. E, certo, le disgrazie possono capitare, sempre e ovunque, soprattutto quando l’attività è molto diffusa e partecipata.
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