sabato 15 ottobre 2016

Quale è l'ambizione del Presidente del Consiglio pro tempore?

Tratto da:   http://www.nandodallachiesa.it/2016/10/05/sei-grande-grande-grande-come-il-ponte-sullo-stretto-mina/

“Sei grande, grande, grande”*….Come il Ponte sullo Stretto (*Mina)

Buongiorno a tutte, buongiorno a tutti. Sono felice di riprendere, dopo l’estate, questo nostro breve appuntamento settimanale del lunedì. E vorrei festeggiarlo come si deve, parlando di qualcosa di grande, di straordinariamente importante, che conquisti la fantasia e l’immaginazione degli ascoltatori: il ponte sullo Stretto di Messina. Il ponte sullo Stretto è anzitutto un luogo della mente. Non c’è opera in grado di entusiasmare e di eccitare tanto i nostri presidenti del consiglio. Soprattutto quelli che hanno un ego piuttosto sviluppato. Come se i sogni di grandezza potessero soprattutto lì, sul ponte, sublimarsi e affermarsi. Un ponte che dalla punta estrema della Calabria si alzi e si involi potente verso Messina. La nuova meraviglia del mondo che renda meraviglioso nella storia chi l’abbia fatta realizzare.

Pensate solo al momento dell’inaugurazione. Centinaia di sindaci, migliaia di consiglieri comunali, centinaia di parlamentari, quelli eletti e quelli non eletti, migliaia di bambini portati dalle scuole calabresi e siciliane armati di bandierine tricolori, le televisioni del mondo, e migliaia di poliziotti e carabinieri di scorta per proteggere la moltitudine immensa delle autorità e per garantire l’ordine, e i cardinali delle due sponde a benedire l’opera, e poi un applauso grande, sterminato, da far tremare il ponte per la prima volta, perché il ponte, dovendo essere antisismico, dovrà essere molto flessibile.
Ecco, ho detto antisismico. E mi domando allora subito perché nessun presidente del consiglio abbia l’ambizione invece di dire che ha messo in sicurezza il paese. Che ha speso la stessa cifra del ponte sullo Stretto per assumere, regione per regione, geologi e geometri e architetti e periti per censire tutti gli immobili dichiarati antisismici e fare le prime verifiche. Vedere se i muri sono fatti con polistirolo, per esempio, partendo dalle scuole, come la scuola di Amatrice. E intervenire, centralizzando i controlli, con collaudatori al di sopra di ogni sospetto, che non abbiano lavorato per i costruttori. E poi via via occuparsi delle opere e degli edifici più a rischio. Pensate a quanti posti di lavoro puliti, non regalati a mafia e ‘ndrangheta, fra l’altro. Certo, non ci sarebbero le bandierine, non si sarebbe inebriati dal senso della meraviglia, della grandiosità che si concentra in un luogo che darà fama eterna.
Ma si farebbe qualcosa di utile per il Paese, e che salverebbe vite umane per i decenni a venire. Pensate a come sarebbe bello avere un presidente del consiglio che facesse queste cose e prima ancora le pensasse. Che mettesse il Paese e la sua gente davanti ai propri sogni di gloria. E a proposito di utilità. Lo sapete quanto ci vuole per percorrere la Calabria in treno? O per percorrere la Sicilia? Lo sapete che l’anno scorso non si poteva andare in auto da Catania a Palermo perché l’ autostrada fatta dalla mafia era sprofondata? Perché non garantire a queste regioni prima di tutto ciò che dovrebbe essere normale per la vita civile da più di un secolo?
Ma una spiegazione di grande responsabilità l’ha data il presidente del consiglio l’altra sera in televisione. L’opera era già stata decisa. Non voglio pagare le penali a imprese private, ha detto. Ecco, così alle imprese private pagherà cifre faraoniche, che cresceranno di anno in anno. E alla scuola, all’università, alla sanità ripeteranno tutti sempre la stessa cosa: non ci sono più soldi. Perché? Perché sugli stipendi delle maestre non si guadagna. Buona settimana a tutte, buona settimana a tutti.
(testo della rubrica settimanale del lunedì mattina per Radio Popolare, andata in onda il 3 ottobre)

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