Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha consegnato la Grande Medaglia d'oro alla memoria del fondatore di CL definendolo «Una personalità rivoluzionaria». A ritirarla, il fratello Gaetano
della speciale benemerenza della Grande Medaglia d’Oro alla memoria, nell’ambito degli “Ambrogini d’Oro” assegnati la mattina del 7 dicembre al Teatro dal Verme.
Il riconoscimento è stato proposto dai consiglieri comunali Deborah Giovanati e Matteo Forte. A ritirare il premio, dalle mani del sindaco e dalla presidente del consiglio comunale Elena Buscemi, è stato il fratello Gaetano Giussani.
Prima della premiazione, sono state lette le motivazioni che recitano: «Un sacerdote che “non ha inteso fondare niente”, come scrive lui stesso a Papa Wojtyla, ma che raccoglie intorno al suo pensiero una comunità di fedeli provenienti da ogni ambito sociale e culturale. Un educatore appassionato, animato dal desiderio di aiutare i giovani ad affrontare la realtà, dando loro certezze solide per lo spirito. Un precettore della fede, testimone di un cristianesimo ragionevole, di una religione concreta che si esprime nei gesti del quotidiano, non solo col pensiero. Con la sua testimonianza non lascia indifferente nessuno: anche chi non è interessato alla fede viene sfidato da una proposta carica di significato. Trova persino nella musica, che ama, la chiave per descrivere il bisogno di fare comunità, di costruire una società armonica, rifuggendo dalla tentazione dell'uomo solo e padrone di sé, ma senza per questo rinnegare la libertà personale. La sua è la missione di una vita, iniziata con l'insegnamento a Milano e arrivata fino alla creazione di un movimento, Comunione e Liberazione, presente oggi in 90 paesi del mondo e che rappresenta la sua più grande eredità. Sempre più viva e salda, a 100 anni dalla nascita del suo fondatore».
Il riconoscimento è stato proposto dai consiglieri comunali Deborah Giovanati e Matteo Forte. A ritirare il premio, dalle mani del sindaco e dalla presidente del consiglio comunale Elena Buscemi, è stato il fratello Gaetano Giussani.
Prima della premiazione, sono state lette le motivazioni che recitano: «Un sacerdote che “non ha inteso fondare niente”, come scrive lui stesso a Papa Wojtyla, ma che raccoglie intorno al suo pensiero una comunità di fedeli provenienti da ogni ambito sociale e culturale. Un educatore appassionato, animato dal desiderio di aiutare i giovani ad affrontare la realtà, dando loro certezze solide per lo spirito. Un precettore della fede, testimone di un cristianesimo ragionevole, di una religione concreta che si esprime nei gesti del quotidiano, non solo col pensiero. Con la sua testimonianza non lascia indifferente nessuno: anche chi non è interessato alla fede viene sfidato da una proposta carica di significato. Trova persino nella musica, che ama, la chiave per descrivere il bisogno di fare comunità, di costruire una società armonica, rifuggendo dalla tentazione dell'uomo solo e padrone di sé, ma senza per questo rinnegare la libertà personale. La sua è la missione di una vita, iniziata con l'insegnamento a Milano e arrivata fino alla creazione di un movimento, Comunione e Liberazione, presente oggi in 90 paesi del mondo e che rappresenta la sua più grande eredità. Sempre più viva e salda, a 100 anni dalla nascita del suo fondatore».
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