Antonella Palermo - Città del Vaticano
Il videomessaggio del Papa del mese di marzo con l'intenzione di preghiera che Francesco affida a tutta la Chiesa cattolica, attraverso la Rete Mondiale di Preghiera del Papa, è dedicato alle nuove sfide che la bioetica pone alla contemporaneità con un invito a far sì che di fronte ad esse “promuoviamo sempre la difesa della vita con la preghiera e con l’azione sociale”. Questo video è stato realizzato in collaborazione con la Pontificia Accademia per la Vita.
Gli embrioni umani non sono materiale 'usa e getta'
Il Papa invita a pregare "perché riusciamo a dare una risposta cristiana alle sfide della bioetica".
Chiaramente la scienza è progredita e oggi la bioetica ci presenta una serie di problemi a cui dobbiamo rispondere: non possiamo nascondere la testa nella sabbia come lo struzzo. Le applicazioni biotecnologiche devono essere sempre utilizzate a partire dal rispetto della dignità umana. Per esempio, gli embrioni umani non possono essere trattati come materiale usa e getta, di scarto – in questa cultura dello scarto entrano anche loro: no, non è possibile! – diffondendo così questa cultura che fa tanti danni.
Dignità umana e progresso vanno insieme
La precisazione di Francesco è netta: "Non possiamo permettere che sia il profitto economico a condizionare la ricerca biomedica". Il suo sguardo è dentro i cambiamenti ma l'attenzione è posta sull'importanza ad "un discernimento ancora più profondo, ancora più sottile".
Non si tratta di frenare il progresso tecnologico. No, si tratta di accompagnarlo. Si tratta di proteggere sia la dignità umana sia il progresso. In altre parole, non possiamo pagare con la dignità umana il prezzo del progresso, no! Le due cose vanno insieme, armoniosamente insieme. Di fronte alle nuove sfide che presenta la bioetica, preghiamo affinché i cristiani, attraverso la loro preghiera e la loro azione sociale, promuovano la difesa della vita.
Il progresso tecnologico non è un nemico
Il Papa dunque non vede nel progresso tecnologico un nemico, soprattutto esorta a non contrastarlo ad ogni costo o a cercare di “frenarlo”. Secondo il Pontefice, il progesso non si subisce passivamente, facendo finta di nulla. Il ruolo dell’azione sociale non è da trascurare. Ai cristiani, infatti, spetta il compito di partecipare al dibattito pubblico facendo sentire la propria voce: con un linguaggio idoneo e argomentazioni comprensibili nell’attuale contesto sociale – come il Santo Padre ha recentemente ricordato alla Pontificia Accademia per la Vita – ma senza annacquare i contenuti e ribadendo sempre la necessità di uno sviluppo umano integrale.
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