I desiderata del cattolico Letta
Su questo don Luigi Giussani aveva anticipato i tempi, il suo movimento ecclesiale (allora Gioventù Studentesca) rappresentava una possibile soluzione della questione che il Concilio Vaticano II avrebbe tematizzato. Ma la vicenda del mondo cattolico post-conciliare, com’è noto, non si esaurisce nella fioritura di Gioventù Studentesca/Comunione e Liberazione e degli altri movimenti ecclesiali. Per molti cattolici l’impegno post-conciliare non è consistito in una valorizzazione critica della modernità, ma piuttosto in un cedimento alle sue sirene, che a quel tempo consistevano nell’illusione che il Regno di Dio potesse essere costruito dall’uomo stesso e in questo mondo.
E non si è trattato di una vicenda puramente intraecclesiale, ma di sommovimenti tettonici che hanno investito l’intera società italiana, perché, come dice don Massimo Camisasca nell’intervista che appare in questo mese su Tempi, «L’Italia è un paese di lunga tradizione cristiana. Ciò che accade nella Chiesa prima o poi influisce fortemente sulla vita sociale e viceversa, perché la Chiesa vive dentro la realtà storica che vivono tutti».
Terroristi rossi e ferventi cattolici
Come scriveva l’allora card. Joseph Ratzinger nel 1991:
«Il processo di formazione del terrorismo italiano dei primi anni ‘70 rimane incomprensibile se si prescinde dalle crisi e dai fermenti interni al cattolicesimo postconciliare. Anche se la fede nell’aldilà era venuta meno o comunque diventata irrilevante, l’unità di misura dell’attesa ultraterrena non venne abbandonata, bensì posta ora in relazione al mondo presente».
Matrimonio gay e cannabis
Quei tempi sono conclusi, e oggi le speranze degli uomini che non hanno più la Speranza non si concentrano sulla politica, ma sulla tecnologia. Nessuno crede più nella società perfetta perché è venuta meno la fede secolare (dopo quella religiosa) nel senso della storia; moltissimi attendono dalla tecnologia la possibilità di realizzare i personali desideri di onnipotenza, da conciliare per quanto possibile con quelli altrui. In questa ottica l’istituzione del matrimonio omosessuale rappresenta l’istanza più esemplare dell’uomo che si sostituisce impazientemente a Dio, che denuncia l’imperfezione del progetto divino e vi pone riparo; rappresenta l’antiCreazione per eccellenza: la natura, la corporeità, i sessi non comunicano più un senso di cui l’essere umano deve prendersi cura; li può riscrivere, rimaneggiare, ricreare in base a umani ideali di uguaglianza, varietà, creatività, edonismo, ecc. Ma di questo abbiamo già scritto tante volte.
Più intrigante è cercare di capire perché al giorno d’oggi i cosiddetti progressisti (termine anacronistico in epoca di nichilismo, ma si sa che i cattolici che si piccano di essere “conciliari” e che votano a sinistra sono sempre in ritardo sui tempi) attribuiscano tanta importanza alla legalizzazione della cannabis. Certo, sono consapevoli che si tratta della sostanza psicotropa proibita più consumata nel mondo, perciò la cinica ricerca di bacini elettorali certamente li muove. Ma non si tratta solo di ciò. Anche in questo caso ci viene in soccorso il card. Ratzinger, che nel lontano 1987 scriveva:
«Il “grande viaggio”, che gli uomini ricercano nella droga, è la forma pervertita della mistica, il pervertimento dell’aspirazione umana all’infinito, il rifiuto dell’insuperabilità dell’immanenza e il tentativo di oltrepassare le barriere della propria esistenza in direzione dell’infinito. L’umile e paziente avventura dell’ascesi, che a piccoli passi verso l’alto s’avvicina al Dio che si china verso di noi, viene sostituita dal potere magico, dalla magia rivelatrice della droga; l’itinerario morale e religioso dall’applicazione della tecnica. La droga è la pseudo-mistica di un mondo che non crede,
ma che tuttavia non può scuotersi di dosso la tensione dell’anima verso il paradiso».
L’epoca della disillusione
La post-modernità è l’epoca della disillusione: disillusione rispetto alle ambizioni della modernità, disillusione rispetto alle promesse della Fede. In qualche modo occorre colmare il vuoto del cuore inquieto dell’uomo, che non può rinunciare ad aspirare alla felicità. La cannabis legale, insieme ai prodotti dell’industria dell’intrattenimento, è la risposta che una classe politica profondamente immorale dà agli esseri umani assetati di senso.
Per tenerli buoni, per farli regredire a una condizione infantile nella quale mamma Stato e papà Mercato si occupano in tutto e per tutto di loro. In attesa che tirino le cuoia.
Foto Ansa
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