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Credo che lo Stato debba fornire ad ogni cittadino la possibilità di studiare e formarsi in scuole e università pubbliche di qualità. Come previsto nel tracciato costituzionale, riconosco la libertà di potersi avvalere di scuole private/paritarie. Purché, però, non servano per supplire posti pubblici che mancano. Devono essere una scelta libera, non legata a carenze strutturali. Lo Stato non può e non deve essere manchevole in un ambito così delicato e vitale.
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Nell’ottica della sussidiarietà, inoltre, trattandosi di servizi che sono spesso in perdita per loro natura, contemplo la possibilità di un supporto, anche economico, di natura pubblica.
Su questo però dobbiamo intenderci. Va precisato che non c’è nessun obbligo da parte dei comuni di sostenere una scuola paritaria. Proprio in questo settore non bisogna dimenticare che esistono cospicui finanziamenti statali provenienti direttamente dal MIUR e pure alcune misure di origine regionale che andrebbero sommate a quanto erogato dai comuni.
E’ vero che ci sono enti locali più generosi di noi, ma è vero anche che c’è chi non contribuisce per nulla e chi per poco: ho verificato che la città di Milano, ad esempio, distingue tra scuole dell’obbligo e non, e che alle scuole dell’infanzia destina risorse pari a 50 euro/anno – bambino. Una scuola con 80 bambini, quindi, riceverebbe un sostegno nell’arco dei 4.000 euro, ben lontano dalle cifre messe a disposizione da codesta amministrazione.
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