Intervista a Grégor Puppinck, direttore del Centro europeo per la legge e la giustizia: «Per Macron è una vittoria elettorale. La libertà di abortire esiste già, ora però potrà essere cancellato il diritto dei medici all'obiezione di coscienza»
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Ieri la Francia è diventata il primo paese al mondo a iscrivere esplicitamente nella Costituzione il diritto per le donne di abortire. Molti dei 925 deputati e senatori, riuniti in sessione comune a Versailles per approvare la revisione costituzionale, hanno parlato di «progresso» e «giornata storica» per l'autodeterminazione delle donne. La verità, però, è che in un paese dove nel 2022 sono state praticate 234.300 interruzioni di gravidanza la libertà di abortire non è mai stata in discussione. «L'aborto è un simbolo, è il dogma principale della postmodernità. Ieri i parlamentari non hanno fatto altro che iscrivere nella laica Costituzione francese la religione materialista», commenta a Tempi Grégor Puppinck, giurista e direttore del Centro europeo per la legge e la giustizia, autore di un appello pubblico contro la revisione costituzionale firmato da numerosi giuristi francesi.
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