Come dimostra il caso della "vendetta" contro la consigliera regionale veneta che non ha votato sul fine vita, il partito di Elly Schlein non tollera la libertà di coscienza sui temi sensibili
Non si capisce cos'altro debba accadere perché i cattolici che militano nel Pd prendano consapevolezza che in quel partito sono mal tollerati. Persino nel Pci era prevista la libertà di coscienza e anche nel Pd, teoricamente, ma poi – se si guarda ai fatti – così non è, come testimonia il caso della consigliera regionale veneta Anna Maria Bigon. È notizia di questi giorni che è stata destituita dall'incarico di vicesegretaria provinciale a Verona per non aver votato secondo l'indicazione del partito sul fine vita.
Bigon, cattolica, aveva già messo in chiaro, prima del voto in Consiglio regionale sulla proposta di legge avanzata dai radicali e sponsorizzata dal governatore Luca Zaia, quali fossero le sue idee. Si è astenuta, ma è rimasta in aula permettendo - con la sua scelta - di affossare la pdl che ha spaccato in due il consiglio: di qui la Lega fedele a Zaia, il Pd, il M5s, di là la Lega salviniana e il centrodestra.
Libertà di coscienza: cioè fai come dico io
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