Media ed élite non si danno pace per il no irlandese a modificare la Costituzione «sessista» del 1937 in chiave «inclusiva». Ecco perché i referendum dell’8 marzo hanno chiarito le idee invece di confonderle
Famiglia fondata sul matrimonio e “women in the home”
I risultati sono noti: il 67,7 per cento di chi è andato a votare ha bocciato la proposta di estendere il concetto di “famiglia” (articoli 41.1 e 41.3 della Costituzione che riconoscono nei loro passaggi la famiglia fondata sul matrimonio) ad «altre relazioni durature» e di «convivenza fra coppie o con i figli». Soprattutto, il 74 per cento ha bocciato la proposta di eliminare la clausola “women in the home” (art. 41.2), secondo la quale lo Stato riconosce il contributo al bene comune delle donne che si occupano della cura di casa e figli e «si deve sforzare pertanto di garantire che le madri non siano costrette, per necessità economica, ad impegnarsi in un lavoro» trascurando i loro doveri di cura.
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