Quasi nove donne su dieci sono vittime di aggressioni e stupri sui mezzi pubblici e la Rapt che fa? S'inventa spazi-rifugi per scappare dai predatori (e dal vero problema: sono quasi tutti stranieri)
Parigi. Quasi nove donne su dieci hanno dichiarato di essere state vittime di molestie, aggressioni sessuali o di stupri nei trasporti pubblici parigini, secondo le cifre diramate di recente del ministero della Transizione ecologica francese. Cifre drammatiche che confermano l’esistenza di una vera e propria emergenza securitaria.
Ma per lottare contro questa piaga, la Ratp, ossia l’azienda che gestisce il servizio di trasporti nella capitale, ha avuto un’idea che la dice lunga sullo stato della società francese: creare una serie di “safe space”, ossia spazi sicuri, all’interno delle stazioni della metropolitana parigina, per permettere alle donne di sfuggire ai molestatori.
Parigi si inventa i safe space contro le molestie
Guai a dire che i molestatori sono stranieri
Sandrine Charnoz, responsabile del piano di lotta contro le violenze sessuali e sessiste presso la Ratp, ha spiegato sempre a BfmTv che l’introduzione di safe space nel metrò parigino è complementare al lavoro dei funzionari della società di trasporti. «Tutte le persone devono sapere che possono presentarsi da qualsiasi agente Ratp, e in particolare dai nostri agenti nelle stazioni del treno e del metrò, ma anche da un autista di autobus o da un controllore», ha sottolineato Sandrine Charnoz.
Ma l’iniziativa lanciata dalla Ratp, sotto la pressione di una certa gauche e del mondo femminista, è soltanto un palliativo, un modo per evitare il vero problema, ossia le derive della società multiculturale che hanno portato a un’impennata delle violenze, commesse in gran parte da cittadini provenienti da culture e sensibilità allogene. Secondo i dati del ministero dell’Interno, e non di un istituto sondaggistico “sovranista”, nel 2022 il 69 per cento dei furti, delle violenze fisiche e sessuali nei trasporti comuni dell’Ile-de-France, la regione parigina, sono stati commessi da cittadini stranieri: tra questi, il 52 per cento è di origini africane.
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