Ma perché il PD dovrebbe volere un referendum su una legge costituzionale che si è praticamente scritta e votata da solo?
Semplice, PER I SOLDI!
Perché secondo la legge 157 del ‘99 il comitato promotore di un referendum ha diritto “a un rimborso pari alla somma risultante dalla moltiplicazione di un euro per ogni firma valida”, se raccoglie le 500 mila firme. Dunque, 500 mila euro (per un referendum abrogativo il rimborso scatta solo se si raggiunge il quorum, per quello costituzionale è automatico). Da sottolineare che il referendum si sarebbe fatto comunque, perché ne avevano già fatto richiesta i parlamentari per il Sì e quelli per il No.
Quindi NON è uguale firmare ad un banchetto del PD o ad uno del comitato per il NO.
Gli stessi rimborsi spettano al comitato del No. Che la richiesta di referendum l’ha presentata un mese prima, con le firme dei suoi costituzionalisti di punta, come Alessandro Pace e Massimo Villone. E ha già fatto una delibera dichiarando che i soldi non spesi per la campagna elettorale verranno restituiti. La stessa chiarezza non c’è stata nel fronte del Sì, che peraltro a differenza dei sostenitori del No, può contare sulle strutture (e i soldi) del Pd.
Notizie diponibili su molti siti, compresi quelli del PD.
Citazioni legali tratte da: http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/il-pd-fa-il-comitatino-per-avere-i-rimborsi/
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