LA DISFATTA DI MILANO…ANATOMIA DI UN SUICIDIO DEL CENTRO DESTRA…E DELLA DESTRA MILANESE…
giugno 22, 2016
…a Milano, al contrario di quanto potranno affermare i diretti interessati della coalizione di centro destra, la partita non era per nulla difficile.
La Città veniva da cinque anni di pessima gestione Pisapia. Un Sindaco ormai ai minimi di gradimento. Un Pisapia che aveva portato a Milano un solo record: quello delle tasse più alte, delle multe a go-go e la presenza massiccia di extracomunitari e di rom sul territorio cittadino.
Il centro sinistra aveva candidato al suo posto un uomo che doveva essere facile da battere, non piaceva nemmeno ai suoi stessi elettori. Vinse le primarie perché a sinistra del PD avevano scelto due candidati anziché uno e in più l’arruolamento in massa della comunità cinese, altrimenti non avrebbe vinto neppure le primarie.
Sala, un grigio burocrate già direttore comunale della Moratti e, direttore di quell’Expo che al di là dei trionfalismi di “Pinocchio Renzi” ha portato solo passivi e tanti fallimenti di piccole e medie aziende non pagate per il lavoro svolto.
Il centro destra, invece di puntare su un uomo contro i poteri forti, un uomo del popolo, decide di candidare la fotocopia di Sala, Stefano Parisi, che non pochi malumori ha creato nelle segreterie cittadine, anche in Fratelli d’Italia; un candidato anch’egli burocrate, dall’incedere montiano. Un candidato sindaco, che si affrettava a smentire i suoi candidati se facevano affermazioni sgradite alla sinistra. Un candidato che pubblicamente ha rifiutato voti considerati “fascisti”.
Un candidato che se non era per alcuni candidati di Fratelli d’Italia non avrebbe girato neppure le periferie perché preferiva i salotti buoni (si fa per dire); ha preferito andare nelle sinagoghe a parlare di politica estera. Alla fine ha preso quei voti di un centro destra (e non tutto) che avrebbe votato chiunque pur di non avere una nuova giunta alla Pisapia.
Credeva nei grillini Parisi, ma al ballottaggio si sono astenuti o non l’hanno votato, quelli di Mardegan gli erano insopportabili quindi neanche avvicinati.
A Milano non si è voluto comprendere che l’elettore di destra, come il grillino vuole un cambiamento vero rispetto al renzismo ed al PD, a Pordenone i grillini hanno votato in massa il candidato di Fratelli d’Italia, come a Savona hanno votato la candidata della Lega Nord, mentre a Milano si è voluto proseguire nell’errore della ricerca del mondo moderato a tutti i costi, senza pensare che l’elettore che voleva il cambiamento non poteva certamente votare la fotocopia del candidato del PD neppure turandosi il naso…la lezione è servita…
2 commenti:
Franco. Io proverei vergogna nel riportare simili parole. Sei caduto veramente in basso.
Buongiorno Anonimo
Ma non era Milano la città portata ad esempio per gli ottimi rapporti tra i due candidati al ballottaggio?
Ricordo di avere ascoltato per Radio (Radio Rai 1, una trasmissione del mattino) interviste ai candidati nei quali si esprimevano reciproca stima, tanto che qualcuno ipotizzava che il perdente potesse fare da Vicesindaco al vincente?
Ora Sala è molto diverso da Parisi?
Perché lo dice Lei?
Ed avere dei dubbi significa ai suoi occhi illuminati e sapienti "cadere in basso"?
In questi giorni ho letto commenti di esponenti del PD che rappresentano una schiacciante vittoria di Sala. Possibile che non riescano più a vedere i numeri? Di quanti elettori ha vinto Sala? Abbastanza da poter legittimamente fare anche il Presidente dell'Area Metropolitana e del Parco Sud, pur non avendo ricevuto alcun voto fuori da Milano? Chi ha voluto questo sistema elettorale per la area metropolitana? Devo per forza essere contento della vittoria di Sala e provare vergogna per non averne gioito?
O meglio per avere copiato nel mio blog una riflessione che mi sembra utile a comprendere come la pensino altri, che non sono nel PD.
Anonimo:: dove la sta portando la sua fede politica?
Buona serata
Franco
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