martedì 9 ottobre 2018

Quando valutiamo solo in base al colore, e non solo in politica

Link:   https://www.wattagnet.com/blogs/25-latin-america-poultry-at-a-glance/post/35239-pigments-in-chicken-and-egg-that-dark-object-of-desire?utm_source=KnowledgeMarketing&utm_medium=email&utm_content=Poultry%20Update&utm_campaign=18_08_06_Poultry%20Update_Monday&eid=251369557&bid=2196167





LATIN AMERICA POULTRY AT A GLANCE

A blog providing analysis of the poultry and feed industries in Latin America.
POULTRY PROCESSING & SLAUGHTER / POULTRY NUTRITION / INDUSTRY NEWS & TRENDS / POULTRY WELFARE / BUSINESS & MARKETS

Pigments in chicken and egg: that dark object of desire

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Chicken without pigmentation and with pigmentation: same nutritional value. | Photo by Benjamín Ruiz

People like yellow chicken and well colored, almost orange egg yolks. But that does not mean the birds were raised in a more natural environment, like some think.

AUGUST 2, 2018
 
Every day, I am surprised by the reactions of people when one mentions the phrase poultry production. It seems as if the demon was unleashed. It seems people easily fall into the "natural" and "healthy" nets.
For many in Latin America, predominantly in Mexico, pigmentation of chicken and eggs (with natural pigments, of course) is something that is not even questioned. People like well-colored yellow chicken, as well as egg yolks that are almost orange. Personally, a pigmented chicken broth is more appetizing for me than a white chicken broth (even knowing that there is no difference in nutritional value). But I don’t think anyone attributes extraordinary properties to pigmented products.
However, in other places, people believe that yellow chicken is more natural, that it is even a "happier chicken." I do not know why they came up with that idea, but last Tuesday in the Spanish newspaper El País they explained that it is linked to the idea that free and happy chickens eat twigs, little flowers and bugs here and there, which give them that color. In addition, they even believe that it is more ecological.
They are reinventing the wheel! Now it turns out that a practice that has been taking place for decades in quality feeds produces something desirable with an image of nature, freedom and happiness. Maybe it's a marketing aspect that needs to be exploited more. And besides, they are natural pigments!
I just hope that, as in Buñuel's film – whose title I took for this blog – we will not play with obsessions and move from love to hatred. What do you think?

lunedì 8 ottobre 2018

Dimenticanze. Eppure parla ancora a nome del PD, e gli elettori lo lasciano fare

Tratto da:
https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/i-rolex-darabia-sono-spariti-da-palazzo-chigi-per-un-anno/

Matteo Renzi e i Rolex d’Arabia: gli orologi regalati dal sovrano saudita sono spariti da Palazzo Chigi per un anno

Nel 2015 la rissa tra gli uomini della scorta di Renzi per contendersi gli omaggi ricevuti a Ryad. Li hanno riconsegnati solo dopo le dimissioni da premier a fine 2016
Rolex, bugie e videotape. Alla fine saltano fuori i cronografi sauditi al centro della baruffa tra i componenti della delegazione di Palazzo Chigi in trasferta a Ryad nel novembre 2015, raccontata a puntate dal Fatto e costata una figuraccia planetaria al governo di Matteo Renzi. Eccoli qui, in foto e video esclusivi del Fatto (il video uscirà sul sito): tre Yacht Master da 15mila euro, altri cronografi da 4mila in su, ma anche penne d’oro e gioielli finora ignoti. Le immagini arrivano direttamente dalla cassaforte al secondo piano del palazzo di via della Mercede 96, presso il Dipartimento dei beni strumentali (Diprus) della Presidenza del Consiglio, dove restano in attesa di una valutazione e di una destinazione. La domanda ora è: c’è proprio tutto?
L’inventario dei preziosi, emerso solo ora grazie a un nuovo accesso agli atti presso la Presidenza del Consiglio, fa risaltare un dettaglio: la consegna al Diprus è avvenuta a fine dicembre 2016, cioè con 13 mesi di ritardo sulla tempistica dettata dalla legge in materia di doni ai dipendenti pubblici che ne impone la “restituzione immediata”. Fino all’uscita di scena di Renzi, si scopre ora, sono rimasti nelle mani del suo capo scorta, il colonnello Giovanni Serra, anziché presso gli uffici previsti: ecco perché ancora oggi, dopo quasi tre anni, nessuno può giurare che al Diprus sia arrivato tutto quel che partì da Ryad. Di certo, il tempo ha dato un senso e una svolta alla vicenda partita da una volgare zuffa innescata dalla scorta di Renzi per assicurarsi i cronografi più preziosi, spariti e poi riemersi nella più ipocrita riservatezza. E come nei migliori gialli estivi, la soluzione riserva colpi di scena e nuovi misteri.
Intanto si scopre, ad esempio, che il forziere è ben più ricco di quanto si sapesse, degno davvero di un sultano d’Oriente come è re Salman. La lista dei doni riporta 16 preziosi: 6 orologi di marca Mouawad, tre Rolex modello Yacht Master II (circa 15mila euro ciascuno), un Datajust II e due Oyster Swimpruf (3-4mila euro), un cofanetto Girard Perregaux(orologio, penna d’oro Dior, anello, gemelli, collana), analogo cofanetto Hublot (penna marca Aurora, gemelli, collana). Tutti destinati ai componenti della delegazione al seguito di Renzi, al quale ufficialmente andava solo una scultura, inserita nel registro dei doni e restituita: le carte non menzionano alcun orologio per lui, ma più di un testimone oculare ne ha raccontato la consegna presso il palazzo reale a Ryad. Fonti a lui vicine fanno sapere che Renzi non ha trattenuto alcun Rolex ma che la lite per gli orologi ci fu eccome, tanto che lui stesso pretese la loro riconsegna prima di lasciare Palazzo Chigi. Fece mettere a verbale che tutti, nessuno escluso, avevano riconsegnato i doni. Compreso il suo, mai toccato. Altri lo avevano preso, ma furono costretti a riconsegnarlo.
Il tentativo di raddrizzare le cose, però, passa per la profanazione seriale di varie leggi dello Stato. Intanto i dipendenti pubblici non possono accettare omaggi di valore superiore ai 150 euro (direttive Monti 2012 e legge Patroni Griffi 2013), che diventano 300 per premier, ministri e familiari (decreto Prodi 2007): li devono “mettere immediatamente a disposizione del Dipartimento competente in materia di risorse strumentali a cura del dipendente”. Del capo del Cerimoniale dunque, non di altri. Invece, fa sapere Chigi, la riconsegna dei tesori sauditi “è avvenuta con unico versamento da un funzionario della suddetta delegazione italiana, come risulta dai verbali di consegna in possesso di questa Amministrazione”. Il Fatto li ha potuti visionare e sono effettivamente firmati dal capo scorta di Renzi. Il verbale è datato 23 dicembre 2016, un anno e un mese dopo la “baruffa di Ryad” e dopo svariati articoli del Fatto.
Le cose sono andate così. Il 7 dicembre 2016 Renzi si dimette, cinque giorni dopo il suo capo scorta Serra va al Diprus e avvia le “operazioni di consegna dei doni ricevuti in occasione della visita istituzionale in Arabia Saudita in data 9 novembre 2015”. Le operazioni si concludono due settimane dopo, alla presenza di funzionari “in qualità di testimoni”, circostanza che rende ancora oggi impossibile stabilire se ci fosse “tutto”. Il verbale di consegna certifica le bugie di Palazzo Chigi (quando, all’epoca, sosteneva che quei doni erano nella sua disponibilità, mentre erano stati recuperati alla spicciolata e affidati al capo scorta di Renzi) e allunga altre ombre: l ’elenco dei preziosi controfirmato da Serra e dai presenti precisa che “i suindicati doni erano destinati ai componenti della delegazione al seguito del presidente del Consiglio”. Subito sotto l’inventario riporta una scultura “che viene inserita nel registro dei doni alla Presidenza”, si legge. Neanche qui salta fuori il Rolex per Renzi, verosimilmente il più costoso. Da nessuna parte viene siglato col sangue, come ancora assicurano dalle parti dell’ex premier Renzi, che tutti, nessuno escluso, avevano riconsegnato.
Della restituzione, del resto, non c’è traccia neppure nel registro dei doni della Presidenza del Coniglio, aggiornato a maggio 2018, che il Fatto Quotidiano ha chiesto e ottenuto per vie ufficiali sempre da Chigi. Di sicuro nel Golfo Persico sono più certi di prima che gli italiani vanno letteralmente pazzi per gli orologi di lusso donati dagli sceicchi. A novembre 2017 il premier era Paolo Gentiloni e quando porta una delegazione in Qatar, viene salutata con una pioggia di 47 orologi, in questo caso prontamente riconsegnati e “devoluti a fini istituzionali”. Per pudore o forse per prudenza, la dicitura è però solo “orologi varie marche. Di Rolex, meglio non parlar più.

domenica 7 ottobre 2018

Il Consiglio Direttivo di Unicef Italia

Signori, non è una bufala.  Davvero il dr Veltroni Walter, nonostante le reiterate promesse di andare in Africa al termine del suo (non compianto) mandato di Sindaco di Roma, poi replicate quando si dimise da (non compianto) Segretario del PD, è ancora QUI, in Italia.
Se poi cercando in un motore di ricerca "UNICEF" + "Segretario PD" si trovasse altro, non è certo colpa mia...

Tratto da:  http://www.unicef.it/doc/400/consiglio-direttivo.htm

Consiglio Direttivo

In base alle modifiche apportate nel nuovo Statuto (febbraio 2017) il Consiglio direttivo del Comitato Italiano per l'UNICEF è composto da 7 membri interni e da 6 membri esterni, eletti dall'Assemblea, tuttiin carica per quattro anni.

Il Consiglio è l'organo di indirizzo politico dell'Organizzazione, chiamato a definirne le linee strategiche e programmatiche e a regolarne la vita interna.
 
Il Consiglio elegge tra i suoi membri il Presidente e il Vicepresidente (incaricato di sostituire il Presidente in tutte le sue funzioni in caso di sua assenza o impedimento temporaneo). 
Segretario del Consiglio Direttivo è il Direttore generale. Il Direttore generale partecipa alle riunioni del Consiglio Direttivo in virtù della sua funzione. Dal 21 aprile 2015 l'incarico di Direttore generale è ricoperto da Paolo Rozera, confermato il 25 luglio 2018 per un secondo mandato quadriennale.
I membri del Consiglio Direttivo eletti dall'Assemblea del Comitato Italiano per l'UNICEF il 7 giugno 2018 sono:
  • Francesco Samengo (Presidente)
  • Carmela Pace (Vicepresidente)
  • Alberto Baban
  • Eleonora Baltolu
  • Brunello Cucinelli 
  • Matteo de Mitri
  • Ginevra Elkann
  • Giovanni Malagò
  • Anna Miccoli
  • Claudia Sella
  • Patrizia Surace 
  • Diego Vecchiato
  • Walter Veltroni

Walter Veltroni

Walter Veltroni

Walter Veltroni, 63 anni, è un politico, giornalista, scrittore e regista. È stato vicepresidente del Consiglio e ministro dei Beni culturali del primo governo Prodi (1996-1998) e segretario dei Democratici di Sinistra (1998-2001) Sindaco di Roma per due mandati (2001-2008) e candidato premier alle elezioni del 2008, è stato il primo Segretario nazionale del Partito Democratico (2007-2009). Attualmente è commentatore cinematografico presso Iris, canale televisivo di Mediaset. È da molti anni attento e appassionato osservatore dei fenomeni dello sviluppo dell'Africa, continente che ha visitato diverse volte, in qualità di Sindaco, insieme a studenti delle scuole romane. È al suo secondo mandato nel Consiglio Direttivo dell'UNICEF Italia.

Segnalo un vecchio articolo, utile per riflettere la Domenica


Link:  https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/22/il-cruciverba-piu-difficile-del-mondo/1893519/
http://www.parole.tv/xw/peres2015.asp


Il cruciverba più difficile del mondo

Profilo blogger
Esperto in giochi
Negli anni ’20 del secolo scorso eravamo agli albori del cruciverba. Mentre in America predominavano le definizioni nozionistiche, in Inghilterra si sviluppò un modo più intellettuale di concepire le parole incrociate; la risposta non era mai un semplice sinonimo, per trovarla bisognava risolvere una sorta di indovinello, svelare uno o più doppi sensi. Questo stile ‘criptico’ è stato sviluppato soprattutto da Edward Powys Mathers, che divenne famoso con lo pseudonimo di Torquemada, il famoso inquisitore spagnolo.
Collaboratore prima del Saturday Westminster, poi dell’Observer,proponeva definizioni deliberatamente misteriose e ambigue. Potevano prendere la forma di un anagramma: Lost Arabs shaken to see bird (Smarriti arabi scrollati per vedere un uccello), soluzione: Albatross, cioè l’anagramma ottenuto scrollando i Lost Arabs. Potevano indicare una parola nascosta in un’altra: An important city in Czechoslovakia (un’importante città in Cecoslovacchia); soluzione: Oslo. Ma Oslo non sta in Norvegia? Vero, ma sta anche in CecOSLOvacchia! La soluzione poteva essere nascosta nella domanda come in Material used in many long dresses (materiale usato in molti abiti lunghi): nylon. Torquemada morì nel 1939 e gli successero altri inquisitori, come Ximenes e Azed (da Don Diego de Deza, all’incontrario). Ognuno a suo modo ha portato avanti la tradizione.


Beh, anche noi abbiamo il nostro Torquemada, e che Torquemada. Si tratta del ‘giocologo’ Ennio Peres che da un paio di decenni ci tormenta con “Il cruciverba più difficile del mondo”.Ragazzi, è difficile davvero, di primo acchito non si riesce a mettere nemmeno una parola. Quasi tutte le definizioni sono elaborate in forma ambigua e fuorviante. Diversi termini da individuare sono oggettivamente poco conosciuti o stranieri. Inoltre, i termini di alcune definizioni a doppio senso possono rimandare, a loro volta, ad altri doppi sensi. Insomma aspettatevi ogni tipo di tranello. Un esempio di definizione:
Moltitudine di gente tocca” (7 lettere)
A me sinceramente non era venuto in mente nulla e mi domando come qualcuno possa aver trovato la soluzione, che è FRIGIDO. La spiegazione: moltitudine di gente = massa; tocca = lambisce … il Frigido è il fiume che lambisce la città di Massa. Davvero non è un gioco per tutti, ma c’è un circuito di appassionati che apprezza moltissimo questi voli mentali.

Ebbene è in corso in questi giorni, la 22a edizione, una gara organizzata in collaborazione con l’associazione Ottetto (puta caso, una parola palindroma). Lo schema si trova qui e nello stesso sito si possono trovare anche gli schemi delle passate dizioni, giusto per allenarsi un po’. Per partecipare bisogna far pervenire la soluzione, entro la mezzanotte del 31 agosto 2015, a entrambi questi indirizzi: ennio@peres.wsperesmes@parole.tv  (Tutti i dettagli nel sito).
La cosa davvero bella è che non c’è in palio proprio niente, solo la soddisfazione di risolvere (anzi, decrittare) il rompicapo.
Un’unica raccomandazione: è severamente vietato diffondere soluzioni anche parziali del cruciverba prima della scadenza della gara; i trasgressori saranno perseguiti.
Insomma, stiamo giocando, guai a fare i guastafeste!

“Ci ha amati”, l’Enciclica del Papa sul Sacro Cuore di Gesù

Dilexit nos”, quarta Enciclica di Francesco, ripercorre tradizione e attualità del pensiero “sull’amore umano e divino del cuore di Gesù Cri...