venerdì 23 luglio 2021
mercoledì 21 luglio 2021
Ipse dixit per il Manifesto - La guerra di Piero Bevilacqua, sacerdote di verità alternative
Terapia per la malattia di Alzheimer: una questione di metodo tra utilitarismo e moralità scientifica
martedì 20 luglio 2021
Anche il latte di Gianni Morandi finì nel mirino della censura
Anni ’60, persino alle pellicole musicali del Cinebox occorreva il nulla osta. Ecco la prova
giovedì 15 luglio 2021
E se la sinistra fosse liberista a sua insaputa? Qui serve un cambiamento!
Il lavoro sottopagato e precario è figlio di una politica che non ha governato il cambiamento. Tradendo Keynes
mercoledì 14 luglio 2021
Covid-19: gli Usa pronti a sospendere i brevetti sui vaccini
martedì 13 luglio 2021
Arizona, vietati aborti sulla base di anomalie genetiche
lunedì 12 luglio 2021
I Medici-Panda e la Desolazione della Provincia
venerdì 9 luglio 2021
Guareschi…non solo Don Camillo!
giovedì 8 luglio 2021
Generici e Biosimilari, pubblicati i report annuali 2020
Nel 2020 i cittadini hanno versato di tasca propria 1.051 milioni di euro di differenziale di prezzo per ritirare il brand off patent – più costoso – invece che il generico-equivalente – a minor costo – interamente rimborsato dal SSN. L’incidenza maggiore a livello regionale si registra in Molise (15,8% della spesa regionale SSN nel canale retail) e nel Lazio (15,7%). Quella più bassa si registra invece ancora una volta in Lombardia (10,6%).
La vita di mia figlia è degna di essere vissuta
mercoledì 7 luglio 2021
Accesso ai vaccini e proprietà intellettuale: il manifesto delle imprese biotech
photo by pexels
Le imprese del settore biotecnologico hanno risposto all’invito all’azione di BIO che ha lavorato attivamente negli Stati Uniti e a livello internazionale per sollecitare soluzioni efficaci e concrete per allargare l’accesso globale ai vaccini e ai trattamenti COVID, partecipando nello stesso tempo al dibattito globale sul ruolo della proprietà intellettuale.
Ne è nata una dichiarazione lucida e forte, firmata da quasi 300 imprese e associazioni del settore biotecnologico, dagli Usa al Regno Unito, da Israele all’Italia, per inviare un messaggio chiaro ai leader di tutto il mondo.
“Il nostro settore deve continuare a svolgere un ruolo costruttivo e proattivo nella ricerca e sviluppo di soluzioni per contrastare la pandemia e nella capacità di produrre queste stesse soluzioni”, si legge nella dichiarazione.
Nell’ultimo anno sono stati lanciati nel mondo oltre 950 progetti di ricerca e sviluppo su vaccini e trattamenti, inclusi i biologici: le aziende hanno concentrato i propri sforzi su questi obiettivi, sottraendoli ad altre linee di ricerca. Il 70% di questi progetti sono stati portati avanti da piccole e medie imprese. Sono state costituite oltre 250 partnership globali per aumentare la capacità produttiva.
“E stiamo lavorando sodo per fare di più”, è la rassicurazione dei firmatari.
Ala base di questo impegno intenso sta il valore della proprietà intellettuale. “La proprietà intellettuale è responsabile della creazione della rete biotecnologica globale che ha risposto così rapidamente alla crisi generata dal COVID. È ciò che dà agli investitori la fiducia necessaria per finanziare società con orizzonti temporali lunghi e rischi elevati. E ha contribuito a garantire la cooperazione e le partnership globali che stanno spingendo aziende, paesi e produttori ad aumentare rapidamente la produzione”.
Le imprese supportano l’obiettivo di allargare l’accesso ai vaccini e ai trattamenti in maniera equa in tutto il mondo, come già avallato dal G-20, superando disparità e squilibri. “Perché questo obiettivo vada a buon fine sarà necessario che i Governi nazionali allentino le restrizioni legali o contrattuali che possono ostacolare gli sforzi di esportazione verso le popolazioni bisognose, specialmente nei paesi a basso e medio reddito”.
Prosegue il manifesto: “I colli di bottiglia e le carenze nelle catene di approvvigionamento globale per la produzione di vaccini devono essere affrontati con urgenza. E i sistemi sanitari dei paesi a basso e medio reddito hanno bisogno di un sostegno significativo per garantire che i vaccini arrivino alle persone”.
La “rinuncia” ai diritti di proprietà intellettuale non è la soluzione, anzi è una opzione inefficace e controproducente per affrontare questa crisi. “I diritti di proprietà intellettuale non sono responsabili dello squilibrio nelle forniture di vaccini COVID tra paesi a reddito più alto e più basso”.
Il sistema farmaceutico in generale e quello biotech nel caso specifico, si basano sul sistema dei brevetti, sulla certezza che questi proteggano l’invenzione e il suo sfruttamento, permettendo così di ricevere quegli investimenti da soggetti privati, che consentano di sviluppare terapie innovative e generare quei ritorni che possano (anche) essere reinvestiti nelle medesime attività di innovazione.
“La “rinuncia” ai diritti di proprietà intellettuale invierebbe un segnale forte al settore biotech e agli investitori che porterebbe a evitare di correre rischi nel provare a sviluppare soluzioni nel caso di future emergenze di salute pubblica”.
Non dimentichiamo poi che oltre al brevetto servono impianti, personale specializzato e know-how. I vaccini devono poter essere somministrati, affrontando le difficoltà logistiche che anche i paesi più industrializzati hanno dovuto fronteggiare. Le stime attuali dicono che i produttori globali di vaccini esistenti produrranno più di 11 miliardi di dosi di vaccini COVID nel 2021 e significativamente di più nella prima parte del 2022.
“Ci impegniamo a lavorare con altre parti interessate a livello internazionale per fare in modo che queste dosi raggiungano coloro che più ne hanno bisogno, ovunque si trovino”, si chiude così il documento di imprese e associazioni biotech nel mondo.
Fonte: Assobiotec
Leggi fascistissime. Ricordano qualche cosa?
I concetti fondamentali e più attuali delle Leggi fascistissime (mio riassunto dei punti principali, tratti da Wilipedia)
La locuzione leggi fascistissime[1], o leggi eccezionali del fascismo[2], identifica una serie di norme giuridiche, emanate tra il 1925 e il 1926, che iniziarono la trasformazione dell'ordinamento giuridico del Regno d'Italia nel regime fascista.
Dal "Presidente del Consiglio" al "Capo del Governo"::
Si cominciò con la legge n. 2263 del 24 dicembre 1925 che definiva le attribuzioni e le prerogative del presidente del consiglio dei ministri il cui nome mutava in capo del governo primo ministro segretario di Stato e la cui posizione gerarchica, da formalmente equiordinata a quella degli altri ministri pur nel riconoscimento del primato nella definizione dell'indirizzo politico-amministrativo e nei rapporti col re e col parlamento, diveniva formalmente e sostanzialmente sovraordinata, stabilendo una responsabilità dello stesso nei confronti del solo capo dello Stato ed una responsabilità di ciascun ministro o sottosegretario di Stato, oltre che nei confronti del re, anche in quelli del capo del governo, rimanendo, in ogni caso, esclusa una qualsiasi responsabilità di ciascun membro o ausiliario del governo nei confronti di ognuna della assemblee parlamentari.
La successiva legge n. 100 del 31 gennaio 1926, dette facoltà al potere esecutivo di emanare norme giuridiche, tramite decreti legge immediatamente esecutivi, senza efficaci garanzie d'intervento da parte delle assemblee legislative[4].
La legge sulla stampa e l'abolizione del diritto di sciopero
Il 20 gennaio 1926 entrò in vigore la legge sulla stampa (legge 31 dicembre 1925, n. 2307), la quale disponeva che i giornali potevano essere diretti, scritti e stampati solo se avevano un direttore responsabile riconosciuto dal procuratore generale presso la corte di appello della giurisdizione dove era stampato il periodico. Il regolamento attuativo dell'11 marzo 1926 precisò che il procuratore era tenuto a sentire il prefetto, quindi il direttore di qualunque giornale doveva essere persona non sgradita al governo, pena l'impossibilità a pubblicare.
Infine, la legge n. 563 del 3 aprile 1926 proibì lo sciopero e stabilì che soltanto i sindacati "legalmente riconosciuti", quelli fascisti (che già detenevano praticamente il monopolio della rappresentanza sindacale dopo la conclusione del Patto di Palazzo Vidoni del 2 ottobre 1925 tra la Confindustria e le corporazioni fasciste), potevano stipulare contratti collettivi.
La "costituzionalizzazione" del Gran consiglio
Con la legge n. 2693/1928 il Gran consiglio del fascismo divenne la suprema autorità costituzionale del Regno d'Italia.
Quadro sintetico[modifica | modifica wikitesto]
In sintesi, queste leggi stabilivano che:
- lo scioglimento di tutti i partiti, associazioni e organizzazioni che esplicano azione contraria al regime;
- tutte le associazioni di cittadini dovevano essere sottoposte al controllo della polizia, con Legge n. 2029/1925;
- tutta la stampa doveva essere sottoposta a controllo, ed eventualmente censurata se aveva contenuti anti-nazionalistici e/o di critica verso il governo.
Istituivano, inoltre:
- il confino di polizia per gli antifascisti, con Regio Decreto n. 1848/1926 Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza;
- il Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943) con competenza sui reati contro la sicurezza dello Stato (per i quali era prevista anche la pena di morte) e un collegio giudicante (formato da membri della Milizia e da militari), con Legge n. 2008/1926;
- l'OVRA, la polizia segreta, il cui primo nucleo è istituito con Regio Decreto n. 1904;
- l'obbligo di tutti gli insegnanti di iscriversi al Partito Nazionale Fascista;
- il MinCulPop (Ministero della cultura popolare);
- un unico libro di scuola fascista.
Come dimezzare i tempi della giustizia in cinque minuti
Una vecchia e illuminata idea: l’appello lo può fare solo l’imputato (a suo rischio)
martedì 6 luglio 2021
Domandina su Italia Spagna
"Igino Giordani. Un eroe disarmato": nel volume la vita di un cristiano esemplare
lunedì 5 luglio 2021
venerdì 2 luglio 2021
La biografia di Roth consegnata al rogo: cronaca di una sconfitta culturale. No pasaran
Facciamo attenzione: un libro scritto da un biografo accusato di molestie viene mandato al macero, un’enormità
giovedì 1 luglio 2021
Joe Biden, capitolo 2: famiglie e lavoro, la ricostruzione post-Covid
Oltre 4mila mld tra Job Plan e Families Plan, tasse ai ricchi, riforma della polizia, armi, migranti. Con sondaggi fragili, i nodi iniziano ora
Le ragazze dagli ovuli d’oro
CONSIGLIO LAA LETTURA DELL'ARTICOLO SOLO A VISITATORI ADULTI https://www.tempi.it/le-ragazze-dagli-ovuli-doro/ Di Caterina Giojelli 12 ...
-
La sclerosi multipla non ferma le gemelle Laviai e Lina Nielsen ai Giochi di Parigi, con tanto di medaglia di Giampaolo Mattei «Dieci anni f...
-
RIPUBBLICO AGGIORNANDOLO UN ARTICOLO GIA' POSTATO IL 19 NOVEMBRE, MA ANCORA ATTUALE... E' DIFFICILE ORIZZONTARSI IN MEZZO A TUTTI Q...
-
Come credo molti già sappiate, venerdì scorso è morto Jacopo Bini Smaghi. Non voglio aggiungere parole a chi meglio di me ha saputo descriv...