Il cardinale Zuppi a Bologna con il consiglio direttivo del Movimento per la Vita. Alla sua destra la presidente Marina Casini
Il cardinale Matteo Zuppi sabato 7 settembre 2024 ha aperto le porte della Curia di Bologna accogliendo il consiglio direttivo del Movimento per la Vita italiano. Due ore intense e preziose, di riflessioni, domande, risposte e incoraggiamenti. E tanta gratitudine.
L’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei ha ringraziato il Movimento per la Vita dell’omaggio e soprattutto per le tante iniziative realizzate, per lo stile e il metodo con cui da quasi 50 anni opera nella società, per una comunicazione che offre argomenti e non slogan, che punta al dialogo e alla prossimità, che veicola il pensiero e l’azione con una comunicazione positiva, con la convinzione che nel cuore di ogni uomo è presente un seme di verità e che la verità va presentata con simpatia ed empatia. Zuppi ha ringraziato il MpV anche per la sua solida amicizia con la Chiesa pur restando nel solco della laicità per il fine perseguito – promuovere la dignità umana – e per lo strumento utilizzato, la ragione. Ha poi sortato il Mpv a continuare il cammino tenendo sempre lo sguardo sul valore di ogni persona dal momento del concepimento alla morte, in una logica di condivisione e autentica solidarietà, chiedendo anche di «non far mancare la sensibilità e il contributo specifico del Movimento per la Vita
agli eventi ecclesiali».
Molto significativo il passaggio in cui Zuppi ha detto che «se sei cristiano automaticamente fai parte del Movimento per la Vita, la Chiesa è tutta un grande movimento per la vita». «Oggi c’è tanta paura della vita – ha aggiunto –, e noi del Movimento per la Vita dobbiamo ricostruire la gioia, la bellezza della vita, dobbiamo persuadere per attrazione, dobbiamo costruire una vita più bella dell’individualismo». Significativa la sua citazione del discorsodi papa Francesco agli universitari di Bologna nel 2017: «Ulisse, per non cedere al canto delle sirene, che ammaliavano i marinai e li facevano sfracellare contro gli scogli, si legò all’albero della nave e turò gli orecchi dei compagni di viaggio. Invece Orfeo, per contrastare il canto delle sirene, fece qualcos’altro: intonò una melodia più bella, che incantò le sirene. Ecco il vostro grande compito: rispondere ai ritornelli paralizzanti del consumismo culturale con scelte dinamiche e forti, con la ricerca, la conoscenza e la condivisione».
A più riprese dialogando con il direttivo del Movimento per la Vita il cardinale Zuppi ha ribadito quanto sia necessario riaccendere le relazioni: «Dobbiamo esserci, starci, proprio come fanno i Centri di Aiuto alla Vita, con simpatia: la vita si dà nell’incontro, ascoltando, facendo emergere domande, restituendo speranza. Dobbiamo starci. Dall’inizio alla fine, compreso quello che ci sta in mezzo. Non facciamoci mettere nella riserva indiana. E non mettiamoci noi». Importante che tutto sia incentrato sul “per” e non sul “contro”: «Per combattere il male che insidia la vita e si nasconde con l’esaltazione dell’io, per essere davvero contro il male dobbiamo fare vedere la bellezza della vita».
Molto significativo anche il suo pensiero sul fatto che non ci sia contrapposizione nell’ambito della difesa e della promozione della vita umana: tutto si tiene. È assurdo – ha detto Zuppi – contrapporre il tema dei migranti al tema dell’aborto, il tema dei senza tetto al tema del suicidio assistito, che è una variante dell’eutanasia. Le sfide secondo Zuppi sono tante e quando c’è di mezzo la vita umana bisogna superare le contrapposizioni ideologiche. Non esistono questioni etiche che non siano anche sociali e questioni sociali che non siano anche etiche. È sempre in gioco il valore di ogni uomo e la questione antropologica è anche questione sociale e politica. Il fatto che poi, nel concreto, ci siano diversi ambiti di impegno è ovvio, perché non tutti possiamo fare tutto, ma sul piano culturale tutto è collegato.
Tra i temi toccati dal presidente dei vescovi italiani anche l’educazione dei giovani, la natalità, la cura dell’altro nella malattia: «In un periodo storico dove predomina l’autodeterminazione, nelle espressioni “non mi dire niente, ci penso io, la scelta è mia, decido io” c’è tanta solitudine e medicalizzazione, con molti esperti che ti danno consigli ma non ti dicono il perché e per chi farlo. Nell’individualismo, tutte le varianti sono garantite, tranne – chissà perché – la vita. La cultura di morte fa male a tutti. Dovete esserci, starci, con gioia, con simpatia». E ha assicurato piena collaborazione affinché la Giornata nazionale per la Vita resti un appuntamento significativo per la Chiesa italiana e non diventi un’abitudine che via via si svuota di significato.
Marina Casini ha ringraziato Zuppi per l’accoglienza, l’amicizia, la profonda stima e la fiducia che ripone nel Movimento per la Vita italiano che, tra l’altro, si appresta a festeggiare, proprio nell’anno del Giubileo, i primi 50 anni dei Centri di Aiuto alla Vita: «Il Movimento per la Vita italiano è stare accanto, custodi, nella prossimità». La benedizione di Zuppi ha concluso l’incontro: «Ricordando Madre Teresa di Calcutta – ha detto il cardinale – chiediamo all’autore della Vita che la Chiesa sia un grande movimento per la vita, chiediamo di amare il dono della vita, di difenderlo, di arricchirlo, di rivestirlo di amore, di non sciuparlo. Chiediamo di saper usare il brevissimo tempo della vita con quello che lo rende eterno che è l’Amore».