Nel giorno in cui anche a Milano si afferma il modello del partito del dentro-tutti, il premier spiega che non bisogna fare gli schifiltosi con chi porta voti, smentendo la smentita che il sedicente partito della nazione (ne parlò lui, peraltro) sia il partito della nazione. Perché lo è.
Non importa da dove provengano i voti. Anzi. Più sono, meglio è. Non importa da dove provengano e chi li porti.
Ricordate quando diceva che avrebbe preso i voti della destra e non i ministri della destra? Ecco, finora li ha presi tutti, i ministri (e i sottosegretari) della destra. Sui voti, in parte gli riuscirà: in altri casi, spingerà ancora più a destra il dibattito pubblico di un paese che già ne ha subito le conseguenze. Gli schifiltosi? Magari staranno a casa, come è già capitato.
Ma c'è di più. Con la complicità di molti che insistono nel sostenerlo benché dicano di non condividere nulla – e nonostante mille indizi facciano una prova – il premier sta cambiando la politica italiana. Se possibile, in peggio.
Gli schifiltosi e le schifiltose non hanno votato l'Italicum e la riforma costituzionale, premesse e metodo del piano del governo per rendere tutti molto meno schifiltosi. Non hanno apprezzato il testacoda sui diritti del lavoro. Agli schifiltosi e alle schifiltose non sono piaciute le trivelle e le manciate di autostrade e gli inceneritori e il contrasto alle rinnovabili. Agli schifiltosi e alle schifiltose non sono piaciute le geniali idee sulla scuola.
Sarà per un minimo senso dello schifo, non ci piacciono nemmeno le persone che hanno sostenuto il ventennio berlusconiano e ritengono di portarlo avanti con il contributo del leader degli avversari (che poi lo sono sempre stati fino ad un certo punto).
Sarà per via di un difetto congenito, ma i voti di scambio ci fanno schifo. Ci fa schifo che tutto sia messo sullo stesso piano, che si neghi la dialettica politica, che si dia un colpo al cerchio e uno alla botte, che si usino doppi pesi e doppie misure, che si possa promettere una cosa e fare il contrario, che si dica tutto e il suo contrario, che si facciano manovre economiche brillantissime (copiate dagli anni Ottanta) che aumentano le disuguaglianze. Che non importi Alfano, Verdini o Cuffaro che sì, erano fantasmi (come dice il premier), ma adesso hanno ripreso a frequentare, e da protagonisti, il campo della politica italiana.
Non fossi stato schifiltoso, avrei votato Berlusconi vent'anni fa. Vivevo a pochi chilometri dalla villa (poi visitata da altri) e mi veniva comodo
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