La sentenza della Corte Costituzionale ed i suoi effetti: un commento a mente fredda.
Non abbiamo, ovviamente, ancora il testo delle motivazioni della sentenza che permetterebbero una valutazione più penetrante e completa, ma già ora possiamo tentare una riflessione più a freddo degli scorsi giorni.
Scrivendo subito dopo la notizia della sentenza, e sulla base di frettolosi commenti di agenzia, sono caduto in errore: non è affatto vero che la Corte abbia bocciato i capilista bloccati ma, molto più semplicemente, ha limitato la loro libertà di optare per un collegio, in caso di candidature plurime, ed ha introdotto il sorteggio. Cose che accadono quando si è costretti a scrivere a tamburo battente. D’altro canto, avvertivo sin dal titolo che era solo un primissimo commento, necessariamente incompleto e provvisorio. Adesso veniamo al merito.
Partiamo dai due difetti di origine di questa sentenza: il non avere considerato la legge nel suo complesso e il restare in una confortevole vaghezza sul tema del principio di rappresentanza.
Mi spiego meglio: la Corte, normalmente, risponde a quesiti più o meno particolari e, pertanto, spesso non prende in considerazione le leggi nella loro interezza a meno che questo non sia nel quesito passato al vaglio della giurisdizione ordinaria. E questa volta c’erano cinque diverse ordinanze di remissione di altrettanti tribunali che puntavano l’attenzione su singoli aspetti della legge.