giovedì 20 agosto 2015

Anche Rosy Bindi non ce la fa più.

Troppe le decisioni prese da Renzi in contrasto con la storia ed il programma del PD.  Forse sarebbe meglio rinominare il partito di Renzi, chiamarlo Forza Italia e nominare Berlusconi Presidente onorario, prendendo atto che che il PD è stato un fallimento, o meglio un tradimento degli elettori.

Ora anche Rosy  Bindi non ce la fa più.

09 Agosto 2015
di Giampiero Calapà - da Il Fatto Quotidiano

O Renzi è disponibile a riaprire una fase di dialogo vero con il suo stesso partito per un ripensamento che ci riporti alle nostre origini uliviste oppure è inevitabile che a sinistra di questo Pd nasca una forza di governo, non residuale. E il tempo a disposizione non è molto, le cose saranno già chiare a settembre con il percorso parlamentare delle riforme costituzionali”. Quello di Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, non è un ultimatum, ma un estremo accorato appello al segretario del Pd Matteo Renzi, mentre c’è sempre più aria di nuovi patti del Nazareno e nuove intese con Berlusconi, non bastasse già Alfano e non bastasse neppure Denis Verdini. “Non possiamo continuare ad essere così schiacciati su proposte di centrodestra, dal lavoro alla scuola, dalla sanità al fisco”.


L'intervista completa:

9/8/2015
Un accorato appello
di Giampiero Calapà - da Il Fatto Quotidiano


O Renzi è disponibile a riaprire una fase di dialogo vero con il suo stesso partito per un ripensamento che ci riporti alle nostre origini uliviste oppure è inevitabile che a sinistra di questo Pd nasca una forza di governo, non residuale. E il tempo a disposizione non è molto, le cose saranno già chiare a settembre con il percorso parlamentare delle riforme costituzionali”. Quello di Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, non è un ultimatum, ma un estremo accorato appello al segretario del Pd Matteo Renzi, mentre c’è sempre più aria di nuovi patti del Nazareno e nuove intese con Berlusconi, non bastasse già Alfano e non bastasse neppure Denis Verdini. “Non possiamo continuare ad essere così schiacciati su proposte di centrodestra, dal lavoro alla scuola, dalla sanità al fisco”.
Presidente, sembra incredibile, ma in agenda c’è di nuovo un possibile accordo con Berlusconi sulle riforme...
Dopo l’accordo sulla Rai non mi meraviglierei. Le intese sulla tv pubblica hanno sempre prefigurato accordi su altri piani. La cosa mi stupisce, però, perché sul Senato elettivo il fronte che si va consolidando mi pare ampio, al di là della pattuglia dei verdiniani. Nel merito dovremmo essere interessati, tutti, a una buona riforma; bisognerebbe tener conto dei costituzionalisti che osservano come il complicato processo legislativo di questa brutta riforma farebbe perdere ancora più tempo alla politica, vanificando l’obiettivo di una democrazia che decide.
Al governo che cosa servirebbe?
Un Partito democratico unito e non sottoposto a continue lacerazioni per volere del suo stesso segretario.
Invece?
Invece si cercano accordicchi, ma saggezza vorrebbe che anche Forza Italia fosse interessata ad un accordo alla luce del sole. I cambiamenti che chiediamo sono voluti da tutte le opposizioni.
La strada presa da questo Pd non la sente più sua insomma?
Ho sempre ritenuto che per fare la riforma della Costituzione fosse necessario l’accordo di tutti. Non nego che ci sia mancato del coraggio, che abbiamo sprecato occasioni per fare importanti riforme. Cioò non significa che si possa cambiare la Carta a colpi di maggioranza e la legge elettorale a colpi di fiducia.
Renzi ha fatto anche altre cose...
Appunto. Non dobbiamo essere il partito delle tasse ma neppure mettere a rischio scuola e sanità pubbliche. Non si annuncia una riduzione delle tasse di quel tipo senza un piano di lotta alla povertà e senza una riforma del catasto. Insomma, Renzi dovrebbe cambiare metodo, ma anche nel merito ci sarebbe molto da migliorare.
Poi c’è il Mezzogiorno... Renzi ha riunito la Direzione, ma non c’è stata traccia di proposte.
Infatti, il Mezzogiorno non può esser derubricato a piagnisteo, è un’emergenza del Paese. Non si può fare quella sparata se non si dimostra la necessità di una seria lotta alle mafie. E se non si aggrediscono le cause strutturali delle diseguaglianze sociali ed economiche di metà del Paese.
A proposito, l’impresentabile De Luca ha definito Peter Gomez consumatore abusivo di ossigeno...
Su De Luca non dico altro, solidarietà al direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez.
Un altro ulivista della prima ora, Franco Monaco, ha evocato la necessità di una scissione: la fine del sogno ulivista, una rinnovata alleanza tra centro e sinistra, ma senza Renzi. È questa la strada?
Condivido le ragioni di Franco, se Renzi continua su questa strada c’è uno spazio enorme a sinistra. Sono meno convinta che un nuovo soggetto a sinistra possa poi allearsi con il partito della nazione di Renzi. Perché oggi il Pd di Renzi esiste, quindi se dovesse nascere qualcosa di nuovo a sinistra non potrebbe che essere alternativo. Il discorso è semplice: o abbiamo il Partito democratico o un’altra forza che ricalchi la storia dell’Ulivo, non ci sono terze vie, sarebbero residuali e perdenti. Ma io mi auguro ancora che Renzi sia disponibile a riaprire il dialogo con noi, con il Pd. 
A fuoriusciti come Stefano Fassina o Pippo Civati cosa direbbe?
Spero che si possa ritornare a lavorare allo stesso progetto. 
Come valuta la presa di posizione di Napolitano sul Corriere della Sera a favore delle riforme Boschi-Finocchiaro?
Inopportuna. Altre volte non ho condiviso Napolitano ma ho taciuto per il rispetto del suo ruolo quando era capo dello Stato. Proprio perché conosce il peso delle sue parole dovrebbe evitare di schierarsi: non condivido il merito ma neppure il metodo. Lo dico con grande dispiacere, so bene quanti meriti ha avuto. Ma non può e non deve più supplire alla politica e deve portare più rispetto alla fatica del Pd, a tutti i partiti, al presidente del Senato Pietro Grasso e all’attuale capo dello Stato Sergio Mattarella.

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