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La mutazione genetica del Pd: lavori in corso. E i cartelli di Buccinasco
Scritto da Nando dalla Chiesa, Monday 14 September 2015 | |
Ho appena finito di vedere “Presa diretta” di Riccardo Iacona: puntata sulla politica e sugli “acchiappavoti”. Riflettori, tra gli altri, sul Pd siciliano e sul Pd campano, nonché sui portatori di voti che ci sono entrati o ci si sono candidati senza incontrare resistenze (resistenze vere, intendo; ossia divieti, non suggerimenti). Storie inenarrabili, giuro, da arrossire. Mondi che mandano tanfo di corruzione se non di camorra che arrivano in massa. Centrodestra che si svuota perché i suoi esponenti sono passati armi e bagagli, dai cosentiniani all’estrema destra, nel Pd pigliatutto. E centrosinistra che si svuota dei suoi militanti storici perché c’è un limite a tutto. Così forse, anche così, si spiega perché all’ultima festa nazionale dell’Unità si è fatto un lungo incontro sul Mezzogiorno senza che nessuno tirasse fuori neanche per sbaglio i nomi di mafia, ‘ndrangheta e camorra. Non sono di moda, pare; il guaio è che si sentono di moda loro.
Ma non è solo questione di Mezzogiorno. Prendete Buccinasco, per esempio, alle porte di Milano. Su Buccinasco ho scritto per Einaudi un libro con Martina Panzarasa nel 2012 (“Buccinasco, la ‘ndrangheta al nord”). Quando il libro uscì, venne crocifisso sul sito del Comune, a guida centrosinistra, che mai aveva messo nominativamente all’indice i clan calabresi locali. Venne accusato di dare dei mafiosi a tutti i calabresi; partì una campagna telematica aggressiva, insultante, anche da parte di elementi della giunta. Buccinasco, si diceva, è alla testa della lotta alla mafia. E poi: guardate che cosa stiamo facendo, guardate le nostre biciclettate antimafia che cosa graziosa che sono. Il fatto è che poi la storia fa chiarezza quando uno meno se l’aspetta. Succede perciò che l’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) promuova la campagna “cento comuni contro la mafia”, invitando i partecipanti a installare pubblici cartelli con scritto “Comune vietato alla ‘ndrangheta”. Ecco, Buccinasco, come Locri, non c’è stata. Il sindaco ha detto che la questione sul piano “semantico” è delicata. La presidente del consiglio comunale, giunta a quel posto come esponente e con i voti di Libera (per fortuna ora non ne fa più parte…), ha dichiarato a Rai News che non si può perché a Buccinasco gli ‘ndranghetisti ci sono e che il cartello si potrà mettere quando una legge vieterà loro la residenza. Il divieto, come ognuno capisce, vale per i rapporti con l’amministrazione comunale, vale per la compatibilità dei valori. Ma Buccinasco “in lotta contro la mafia” ha pensato che fosse troppo. Incredibile. |
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