lunedì 12 giugno 2023

La fiera dove si vendono «bambini da sogno» è un incubo

https://www.tempi.it/la-fiera-dove-si-sognano-bambini-perfetti-e-un-incubo/

L’utero in affitto è solo l’ultimo dei problemi di Wish for a baby. Dallo sperma «esclusivo» agli ovociti «di qualità», dalla «garanzia bebè in braccio» ai gadget a forma di provetta, il business eugenetico che riduce la vita a merce (costosa) e la procreazione a catena di montaggio è uno spettacolo surreale e inquietante

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C’è il profilo “base”, con informazioni su etnia, altezza e peso, colore di pelle, occhi e capelli, titolo di studio e storia medica, oppure c’è il profilo “esteso” grazie al quale si può sapere anche il numero di piede, il colore di barba e sopracciglia, che tipo di capelli ha «e soprattutto vedere le foto del donatore da bambino, osservare la sua calligrafia, ascoltare una registrazione della sua voce, scoprire il suo quoziente intellettivo, il suo albero genealogico», continuano.
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Quando chiediamo se viene monitorato il numero di bambini nati da ciascun donatore ci viene risposto che è impossibile, ma possiamo prenotarne uno «in esclusiva: significa che le sue donazioni di seme non saranno utilizzate da nessun altro oltre che da voi». È solo «un po’ expensive, 100 mila euro circa». C’è poi la possibilità di sottoporsi a due tipi di matching genetici con i donatori per «ridurre il rischio di avere un figlio malato» e scegliere un donatore dall’identità rilevabile, così da permettere al figlio, una volta compiuti i 18 anni, di richiedere alla clinica informazioni e contatti dell’uomo di cui porta il corredo genetico. «Oggi tanti ragazzi si mettono sulle tracce dei donatori con i test del Dna», sospirano alla Cryos.
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Stesso discorso (ma prezzi in aumento, ci rimandano sempre al sito) per le donatrici dagli ovuli di «altissima qualità» custoditi a Cipro, donne a cui viene garantita una remunerazione, «non parliamo di stipendio eh, ma di un rimborso per il tempo dedicato alla procedura». Ci salutano ricordandoci di prenotare seme e ovuli per fratelli e sorelle, regalandoci una tazza e degli spermatozoi calamita da attaccare al frigo.
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Il bambino da sogno non può essere ”difettoso”: il medico del Barcelona Ivf continua a ripetere in conferenza: «Noi vogliamo un bambino sano», «vogliamo selezionare un embrione sano», «ovociti di qualità», «gravidanze di qualità». Scongiurare la possibilità di creare un «bambino malato», ovvero un prodotto guasto, è l’obiettivo di tutti a Wish for a baby, in ogni segmento della catena di montaggio. 
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 E senza stress: scegliamo noi la donatrice più simile alla mamma. Taglio degli occhi, colore di capelli, carnagione, altezza, forma del viso… Cerchiamo una “sorella” più che una donatrice. Tutto l’impegno che vi viene richiesto è di venire ad Alicante una settimana per il transfer».
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A Wish for a baby non è a tema il sogno di avere un bambino, ma la realizzazione del bambino dei sogni. Che non deve avere il corredo genetico dei genitori, ma il miglior corredo genetico. Che non può essere in alcun modo malato ma solo perfettamente san
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Vale la pena scartare migliaia e migliaia di embrioni per averne qualcuno “perfetto”? Ha senso continuare a raccontare la favola delle “donatrici” di ovociti, quando l’unico modo per attirarle è pagarle profumatamente? Soprattutto, vogliamo davvero trasformare i bambini in merce costosa, condannata a non avere difetti per poter venire al mondo? Proporre l’utero in affitto in Italia è un reato, ma questo è davvero l’ultimo dei problemi di Wish for a baby.

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