mercoledì 9 agosto 2023

Il comune non chiederà i danni (per ora) per la statua in Duomo imbrattata dagli ambientalisti

In occasione di un nuovo danno  alla Galleria Vittorio Emanuele, è utile ricordare le scelte della Giunta Sala nella precedente  occasione.


La risposta della giunta dopo un'interrogazione presentata da Enrico Marcora, di Fratelli d'Italia

iente danni. Almeno non per ora. Il comune di Milano non si costituirà parte civile per l'imbrattamento messo a segno il 9 marzo scorso da due ambientalisti che avevano sporcato il monumento a Vittorio Emanuele II in piazza Duomo con della vernice arancione. 

L'annuncio è stato fatto nelle scorse ore dal consigliere di Fratelli d'Italia, Enrico Marcora, che da settimana chiedeva a palazzo Marino quale fosse la linea dell'amministrazione. Dopo "una mia interrogazione, l'assessore Maran ha relazionato in consiglio comunale che il comune di Milano si costituirà parte civile solo a seguito di una condanna penale. L’eventuale condanna penale, a mio parere, nulla ha a che fare con la richiesta di danni", le sue parole. "Questa - ha concluso - è solo una scusa e indica la volontà di non costituirsi parte civile e quindi di fatto non fare nulla contro gli imbrattatori".

Il monumento, ad ora, è ancora imbrattato. Il perché lo aveva spiegato il ministero della Cultura lo scorso aprile: "Il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, ha chiesto una relazione alla sovrintendente archeologia, belle arti e paesaggio per la città Metropolitana di Milano, Emanuela Carpani, in merito alle esatte conseguenze dell'azione vandalica che lo scorso 9 marzo ha colpito il monumento a Vittorio Emanuele II, in piazza Duomo a Milano. La relazione ricevuta - aveva fatto sapere il Mic in una nota -, pur rilevando una generale situazione di degrado precedente al danneggiamento, evidenzia che l'acqua utilizzata in grande quantità con le idropulitrici si è rivelata un mezzo non idoneo o comunque non sufficiente per eliminare la vernice". Insomma, il monumento non tornerà pulito soltanto con l'acqua. "Inoltre, non sono serviti neanche altri tentativi eseguiti dai vigili del fuoco, anche perché, come spiegato dai tecnici, il getto di acqua troppo potente rischiava di sfaldare la superficie marmorea del monumento", avevano proseguito dal ministero. 

"L'intera vicenda ci fa capire che è tutta da verificare l’affermazione secondo cui queste azioni non procurino danni permanenti. Da quanto mi viene riferito, sembra necessario un vero e proprio intervento di restauro che comporta oneri maggiori a carico della collettività”, aveva commentato il ministro Sangiuliano. Le spese per i lavori - che saranno in parte coperte con una donazione - si aggirerebbero attorno ai 200mila euro. 

Il blitz era stato portato a termine da un ragazzo e una ragazza del gruppo Ultima Generazione, non nuovo a questo genere di proteste per sensibilizzare la popolazione sui rischi derivati dal cambiamento climatico. I due avevano lanciato la vernice sul monumento, poi avevano distribuito alcuni volantini ai passanti. Entrambi erano stati fermati dai carabinieri e poi denunciati per imbrattamento di beni culturali o paesaggistici.
 


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