martedì 19 aprile 2022

La nuova legge. Spagna, ora manifestare contro gli aborti può far finire in carcere

Da 3 mesi a un anno per chi si ritiene abbia disturbato le donne che vogliono abortire con quelle che vengono considerate «intimidazioni». Le associazioni per la vita: è contro la libertà di opinione

2 commenti:

Andrea D. ha detto...

Caro Franco, non so dove stiamo andando a finire. Il pensiero unico sta lentamente ma inesorabilmente prendendo sempre più piede e se continua così chiunque oserà dissentire dovrà essere internato e "rieducato"!
Devo dire che non conoscevo il codice penale spagnolo, ma minacce e intimidazioni in Italia sono già reato, indipendentemente dall'ambito. A quanto pare la stessa cosa vale in Spagna, per cui è evidente che lo scopo della legge è quello di mettere il bavaglio a chiunque abbia un pensiero diverso (giusto o sbagliato che sia, non entro nel merito).
Su una cosa, però, non sono d'accordo con quanto riportato nell'articolo: l'obiezione di coscienza. E' una scelta legittima che va rispettata, ma o scegli di fare il medico in un servizio pubblico e allora rispetti la legge dello stato, oppure eserciti in una struttura privata e segui le loro disposizioni interne. Potremmo accettare di avere un medico di un ospedale pubblico il quale, per motivi religiosi, si rifiuta di curare una donna? Onestamente direi di no! Ergo, i motivi religiosi vengono prima sul piano personale, ma se uno fa una scelta sul versante lavorativo, si deve adeguare. E' una questione di assunzione di responsabilità.

Andrea D. ha detto...

Caro Franco, non so dove stiamo andando a finire. Il pensiero unico sta lentamente ma inesorabilmente prendendo sempre più piede e se continua così chiunque oserà dissentire dovrà essere internato e "rieducato"!
Devo dire che non conoscevo il codice penale spagnolo, ma minacce e intimidazioni in Italia sono già reato, indipendentemente dall'ambito. A quanto pare la stessa cosa vale in Spagna, per cui è evidente che lo scopo della legge è quello di mettere il bavaglio a chiunque abbia un pensiero diverso (giusto o sbagliato che sia, non entro nel merito).
Su una cosa, però, non sono d'accordo con quanto riportato nell'articolo: l'obiezione di coscienza. E' una scelta legittima che va rispettata, ma o scegli di fare il medico in un servizio pubblico e allora rispetti la legge dello stato, oppure eserciti in una struttura privata e segui le loro disposizioni interne. Potremmo accettare di avere un medico di un ospedale pubblico il quale, per motivi religiosi, si rifiuta di curare una donna? Onestamente direi di no! Ergo, i motivi religiosi vengono prima sul piano personale, ma se uno fa una scelta sul versante lavorativo, si deve adeguare. E' una questione di assunzione di responsabilità.

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