lunedì 2 aprile 2007
Buccinasco è cultura
A tutti noi è successo di leggere libri con episodi ambientati a Buccinasco, o di riconoscere panorami del nostro paese all'interno di qualche film.
Propongo un gioco: segnalare i libri o i film nei quali avete riconosciuto il nostro paese, in modo da mantenerne la memoria.
E' sufficiente indicare il titolo del libro o del film, e se possibile l'autore o altri dettagli.
Utilissimo un giudizio sulla "citazione".
Grazie a tutti !
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5 commenti:
Autore: Giorgio Scerbanenco
Titolo del libro: Traditori di tutti.
Molti episodi di questo libro sono ambientati in una macelleria di Ca' Tarino, Romano Banco, Buccinasco.
Sono citate anche una Trattoria dei Gigli, in via dei Gigli, ed altre frazioni.
Nonostante i miei tentativi non sono riuscito ad identificare i due luoghi; gli ambienti descritti sono molto realistici, ma probabilmente i nomi sono di fantasia.
I fatti raccontati si svolgono nel 1966.
Il protagonista è l'ex medico Duca Lamberti, uno dei personaggi principali creati da Scerbanenco.
Viene descritta l'indagine su un traffico di armi e droga nella zona tra Corsico, Binasco e Milano.
Autore: Emy Serio
Titolo del libro: "Ho visto l'ippopotamo mettere le ali - Vita di Carmelo Caporale"
Editrice: Opera Carmelo Caporale
Il libro è la biografia di Carmelo Caporale, che visse a Buccinasco dal 1966 fino alla morte, nel 1994.
Leggere la storia di Carmelo vuol dire anche (e non potrebbe essere altrimenti !) leggere la storia del Movimento di Comunione e Liberazione, e degli uomini che hanno portato e fatto crescere CL nel nostro Comune.
Autori: Piero Colaprico e Luca Fazzo
Titolo del libro: Manager Calibro 9 - Vent'anni di criminalità a Milano nel racconto del pentito Saverio Morabito
Edizioni Garzanti, collana Elefanti.
Questo libro del 1995 è stato recentemente ristampato da Garzanti, dopo una lunga indisponibilità.
E' una lettura obbligatoria per tutti coloro che si occupano di poitica o di sociale a Buccinasco.
Pasquale Morabito era un manager della delinquenza organizzata nella nostra zona, e nel libro racconta la sua vita e le attività della 'ndrangheta a Buccinasco.
Autore: Luca Fazzo
Titolo dell'articolo: Milano, la guerra al sindaco antimafia
‘Ndrangheta a Buccinasco: pallottole, minacce e auto bruciate
Pubblicato da "Repubblica" il 26 novembre 2005.
Questo non è un libro, ma un articolo pubblicato su un quotidiano un anno e mezzo fa.
Non so cosa sia successo dopo, se ci siano state querele per diffamazione o altro.
L'articolo si può trovare anche in alcuni altri siti.
BUCCINASCO (MILANO) - All´improvviso, in un parco comunale, una mattina sono apparse tre croci: una più grande, due più piccole. E siccome c´era la remota possibilità che qualcuno non capisse il messaggio, c´è chi si è preso la briga di mandare in municipio la spiegazione: la prima croce è per il sindaco Maurizio Carbonera, le altre sono per due funzionari dell´ufficio tecnico che stanno lavorando al Piano regolatore.
E così anche le tre croci sono finite nel conto ormai surreale delle cose che accadono qui, a Buccinasco, trentamila abitanti alle porte di Milano.
Prima al sindaco bruciano la macchina.
Poi gli mandano tre pallottole in una busta.
Poi gli ribruciano l´auto un´altra volta.
E una settimana fa, quando tutti i partiti appendono per le strade degli striscioni di solidarietà, «Legalità sì, intimidazioni no», una notte tutti e cinque gli striscioni vengono cambiati in contemporanea: «Legalità no, intimidazioni sì».
E magari la faccenda degli striscioni ribaltati potrebbe anche apparire una bravata, se non fosse accaduto tutto il resto.
E se non fossimo a Buccinasco, il paesone dove venticinque anni fa si trasferì in blocco metà degli abitanti di Platì, il più famigerato dei comuni calabresi.
È qui, adesso che l´emergenza Calabria è tornata tragicamente alla ribalta, che forse andrebbe destinata parte di quella attenzione, perché anche questa, sebbene alle porte di Milano, è un po´ Calabria, qui arrivano i soldi dei traffici, qui si investe, si ricicla e si comanda.
Quando qualcuno fa finta di non capire, si passa alle maniere forti, perché qui, ancora più che in Calabria, è questione di affari.
Il sindaco Carbonera non parla, anche perché l´ultima volta che ha parlato con un giornalista suo figlio è stato fermato per strada da due signori che gli hanno chiesto con garbo se per caso il papà si fosse stufato di stare al mondo.
Sui motivi per cui gli viene metodicamente bruciata la macchina circolano due spiegazioni.
La prima è che a non venire apprezzato sia il progetto di sistemare finalmente gli orti che stanno al confine con Corsico, dove qualche pensionato coltiva le sue zucchine e dove cognomi pesanti della colonia di Platì fanno da sempre gli affari loro: summit, traffici, persino la costruzione di un bunker.
L´altra spiegazione è che gli avvertimenti siano in vista del nuovo piano regolatore, che moltiplicherà il valore di alcune aree e dimezzerà quello di altre. Chissà qual è la spiegazione vera.
Il problema è che a Buccinasco la linea di demarcazione tra i due mondi, la ‘ndrangheta e il mattone, è difficile da tracciare.
Perché a spartirsi le aree edificabili è un partito trasversale con dentro di tutto, ex comunisti e ciellini, vecchi ras del Garofano e rampanti di An.
Però quando poi arrivano le ruspe, quasi sempre sono ruspe calabresi. E girando per i cantieri si vedono in bella evidenza i nomi dei Papalia e dei Barbaro.
I capifamiglia sono all´ergastolo, travolti dalle retate degli anni Novanta, ma le loro ruspe viaggiano ancora col vento in poppa.
Le alleanze nel mattone si fanno e si disfano: Renato Pintus negli anni Ottanta era il coordinatore di zona del Pci e rastrellava mazzette, poi è diventato l´uomo a Buccinasco della Compagnia delle Opere, infine è approdato alla corte di Mario Pecchia, già assessore socialista, indicato dal pentito Saverio Morabito - sulla base di voci correnti e senza riscontri, tanto da uscirne indenne - come il contatto dei clan nella politica locale, e tuttora alacre edificatore.
Ogni tanto capita che qualcuno si faccia male: due giorni fa Agostino Fera, anziano imprenditore edile, già socio d´affari del boss Antonio Papalia, viene gambizzato con sette pistolettate e naturalmente dice di non sapersi spiegare la faccenda, «faccio una vita tranquilla, non ho mai avuto problemi».
Ma sono incidenti che accadono di rado.
Qui, d´altronde, c´è da lavorare per tutti, l´importante è che in Municipio non facciano troppe storie e che le ruspe siano quelle dei Barbaro e dei Papalia.
A Buccinasco, a parte questi dettagli, si vive tranquilli.
Poca criminalità di strada, zero degrado, più piste ciclabili che in tutta Milano.
Poi accade che accanto al cimitero saltino fuori due bazooka della stessa partita usata in Calabria per ammazzare un boss in disgrazia, ma la faccenda passa quasi sotto silenzio.
I figli dei boss si sposano tra loro con matrimoni sfarzosi.
E intanto si preme per raddoppiare la Viscontina, il bel quartiere dove - quando era ancora un cantiere - venne tenuta sequestrata in un buco per un mese Alessandra Sgarella, ultimo ostaggio dell´Anonima a Milano.
Autori: Nicola Gratteri e Antonio Nicaso.
Titolo del libro: Fratelli
di sangue
Pellegrini Editore
Pubblicato il secondo volume della Collana “Mafie” dal titolo “Fratelli
di sangue” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso. La Pellegrini Editore rilancia il dibattito sulle trasformazioni della ‘ndrangheta: da mafia-agro-pastorale a holding del crimine.
La ’ndrangheta è ricca, forse più ricca di Cosa Nostra. Ha un volume di affari che si aggira intorno ai 36 miliardi di euro. È potente, pervasiva, ha ramificazioni internazionali, ma non fa notizia. Nicola Gratteri e Antonio Nicaso fanno notizia.
E ci si immergono fino al collo a raccontare la potenza e le possanza della’ndrangheta. E non a caso.
Nicola Gratteri è sostituto Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, da sempre in prima linea contro mafie e fenomeni malavitosi.
Antonio Nicaso parte dalla ‘ndrangheta e alla ‘ndrangheta arriva con la scrittura, la perizia giornalistica, la ricerca scientifica e l’inchiesta. Con i suoi tredici libri, tradotti in più lingue, sulla criminalità organizzata in Italia e nel mondo, è oggi uno dei maggiori esperti del settore. Dirige per la Pellegrini la collana “Mafie” che ha inaugurato le sue pubblicazioni con il “Il Piccolo Gatsby. La storia di Rocco Perri, il re del contrabbando di liquori”.
Una doppia penna dunque, quella di Gratteri-Nicaso. A intingere nello “stesso stampo” ne viene fuori il fascinoso racconto della camaleontica metamorfosi di un’organizzazione che, felpata e quasi impercettibile, giganteggia ovunque riuscendo bene ad adeguarsi alle nuove esigenze del mercato, senza mai venire meno alle proprie caratteristiche, alle proprie regole e ai propri valori, come il silenzio e il vincolo di sangue. Da qualche decennio, è leader incontrastata nel traffico di cocaina dal Sud America verso l’Europa, ma per molti continua ad essere una versione stracciona, casareccia della mafia siciliana, un fenomeno tipico dell’arretratezza, rinchiuso in Calabria nella monocultura delle faide.
“Fratelli di sangue”, con una nota introduttiva di Luigi M.Lombardi Satriani, non ha solo la forza dell’indagine ma si pone come testo di rottura e di coscienza critica , un lavoro che “potenzia il nostro impegno a contrastare, con la forza della ragione, le ragioni della forza, con le armi della critica la critica delle armi che insanguina la nostra regione rendendo la vita che in essa si patisce sempre più angusta, amara. Insopportabile”.
ISBN 88-8101-373-8 - Euro 20,00 - pp. 320
87100 COSENZA - Via De Rada, 67/c - Tel. 0984 795065 - Fax 0984 792672 - e-mail: info@pellegrinieditore.it
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