giovedì 5 aprile 2012

Parlare in pubblico

Panico da public speaking? 12 consigli pronti per l’uso!

By Gianluca on 20 febbraio 2012 in Blog

Oggi giorno sempre più spesso siamo chiamati ad essere leader in qualche momento della nostra vita lavorativa. Questo non significa che saremo manager o saremo i boss o altro però tutti noi prima o poi siamo chiamati ad avere la responsabilità di un gruppo di persone o di un gruppo di clienti. In quei momenti è importante avere una storia – un messaggio o una visione – da raccontare e, allo stesso tempi, essere abili a raccontarla.


Sia ben chiaro essere bravi a parlare in pubblico non è tutto, tuttavia sta diventando una parte sempre più importante della vita lavorativa di molte persone. Guy Kawasaki dice che circa il 99% delle presentazioni in pubblico cui assiste sono penose, tuttavia il 99% della popolazione non è né noiosa né stupida. Spesso, infatti, ci sono persone brillanti che non sono né brave né efficaci nel parlare in pubblico. Si pensi ad esempio a Bill Gates (se non lo avete mai visto all’opera guardate qui o cercate un po’ su Google) che nonostante sia molto migliorato nelle sue ultime apparizioni sicuramente non si dimostra un animale da palco.

Nel parlare in pubblico, credo che vi siano due ordini di problemi: uno di tipo emotivo e l’altro di tipo tecnico.

•L’aspetto emotivo

Il problema è che diventiamo nervosi, non è una cosa naturale stare davanti tante persone. Quello che succede quando parliamo in pubblico è che si attiva l’amigdala che ha sede nel cervello rettile e che cura quelle funzioni legate alla sopravvivenza tipiche dell’uomo primitivo (fuga-attacco). Quando siamo davanti ad un gruppo di persone che ci guarda intensamente l’admigdala si attiva (vedere 20 persone e 40 occhi puntati su di te rappresenta nel mondo primitivo un pericolo da cui fuggire) facendoci provare quelle sensazioni che ognuno di noi almeno una volta ha conosciuto: aumento della sudorazione, perdita di memoria, difficoltà a muoversi/parlare.

Un certo livello di nervosismo è normale ci sia. L’importante è lasciarlo andare e vedrete che in poco tempo passerà. Uno dei miei mantra prima di parlare in pubblico è: It’s not about you! It’s about the message (non riguarda te ma quello che dici). Questo mi aiuta a concentrarmi su perché sono lì, su cosa devo dire e come devo dirlo.

•L’aspetto tecnico

Se potessimo scegliere come ascoltatori le caratteristiche di una presentazione ideale essa dovrebbe essere chiara, ricca di significato e con contenuti interessanti. Al contrario spesso le riunioni e i seminari si caratterizzano per la confusione, la noia e il senso di aver perso del tempo.

Garr Reynolds, l’autore del blog e del libro Presentation Zen, da svariati consigli su come preparare una presentazione di successo. Quelli che trovo più interessanti sono:

1.Quando dai una presentazione, indipendentemente dal pubblico cerca di offrire un punto di vista nuovo, o meglio ancora, alternativo;

2.Focalizzati: meglio pochi argomenti con un elevato significato ad un approccio basato sulla quantità di informazioni. Decidi attentamente cosa tenere e cosa buttare. Per i dettagli esistono sempre le dispense.

3.Se devi scegliere cosa mettere in una slide in termini di parole e immagini tieni a mente un concetto: togliere è meglio che aggiungere.

4.Sii naturale e colloquiale. Non cercare di imitare qualcuno (soprattutto Steve Balmer e il suo grido developer!) o seguire chissà quale modello ma cerca di essere te stesso anche quando parli in pubblico e vedrai che troverai il tuo stile.

Cerchiamo di essere operativi e focalizzare alcuni spunti utili su come prepararsi per parlare in pubblico.

1.Siate analogici: preparati usando carta e penna. Nella preparazione di un buona presentazione il computer non serve. La prima fase deve essere interamente legata alla pianificazione del discorso, alla scelta dei temi sui quali focalizzarsi e a ciò che fa incluso e/o escluso.

2.Se volete che il vostro messaggio rimanga impresso (Chip e Dan Heath nel loro libro Idee Forti) cercate di essere semplici, concreti, originali nel proporlo e credibili senza per questo dimenticare la capacità di suscitare emozioni.

3.Pensatevi sempre come dei cantastorie anche se dovete presentare dei dati.

4.Non dimenticate l’empatia in quanto non siete da soli a parlare.

5.Portate nella vostra presentazione uno spirito allegro o giocoso e non solo la serietà.

Infine gli ultimi due aspetti da considerare per essere dei public speaker di successo.

In primo luogo, ricordate ciò che ci dice Aristotele:

Parlare in pubblico richiede di bilanciare tre elementi: ethos (etica), pathos (emozioni) e logos (logica).

In secondo luogo, se vi apprestate ad utilizzare le slide tenete a mente che fino a 30 anni fa non esistevano né Powerpoint né i bullet point eppure esistevano grandissimi public speaker! Le slide non sono il messaggio ma soltanto un mezzo per trasmettere un messaggio.

Questo post ha tratto forte ispirazione dall’intervento tenuto da Garr Reynolds a Google.

Tratto da: http://www.4marketing.biz/2012/02/panico-da-public-speaking-12-consigli-pronti-per-luso/

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