40 anni fa la pillola contraccettiva in Italia 13 aprile 2011
Sono trascorsi ben 40 anni da quando è stata autorizzata la vendita della pillola contraccettiva in Italia. Eppure il suo percorso, come quello degli altri contraccettivi, continua ad essere lento e irto di ostacoli. Rispetto al Nord Europa, dove la contraccezione ormonale è usata dal 50% delle donne, nel nostro Paese si attesta al 21% e sono sempre di più i rifiuti opposti dai medici alla richiesta di prescrivere la pillola del giorno dopo.
– 40 ANNI DI PILLOLA: la pillola anticoncenzionale, inventata dal biologo Gregory Pincus, fu messa in vendita negli Usa nel 1960. L’anno successivo sbarcò in Europa, e in Italia nel 1964. Ma poteva essere venduta solo come regolatore del ciclo mestruale e solo alle donne sposate. Bisogna aspettare il 10 marzo del 1971 perché sia possibile venderla ufficialmente con contraccettivo, grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale che abroga l’articolo del codice penale che vietava la propaganda e l’utilizzo di qualsiasi mezzo contraccettivo.
– CONTRACCEZIONE POCO USATA: secondo una ricerca dell’Eurisko, nonostante l’offerta di farmaci assumibili con varie modalità, il 20% delle italiane preferisce il coito interrotto o metodi non ormonali, il 44% ha smesso di usare contraccettivi e il 15% non li ha mai presi. Solo il 21% ricorre a pillola, anello e cerotto. Ma il rapporto con il contraccettivo ormonale spesso è difficile. Una donna su 4 si dimentica di prenderla in media due volte al mese e il 37% ha lasciato la pillola per disturbi o problemi nel 71% dei casi. Difficoltà cui spera di rimediare il nuovo contraccettivo ormonale sottocutaneo che dura 3 anni, ora arrivato in Italia. E’ a base di etonogestrel, un progestinico, può essere utilizzato anche da donne con controindicazioni agli estrogeni e non ha il rischio di essere dimenticato.
– PILLOLA GIORNO DOPO, TANTI NO: la metà delle donne che la vuole acquistare si vede opporre un rifiuto dal medico alla sua richiesta di prescrizione. In particolare a dire no sono medici del pronto soccorso (34%), guardia medica (30%), consultori (25%) e medici di medicina generale (11%). E’ il quadro che emerge dalle 8000 richieste arrivate in tre anni a Sos Pillola del giorno dopo, servizio telefonico per la contraccezione d’emergenza dell’Associazione Vita di Donna. Il servizio, che conta su una rete di 100 medici in tutta Italia distribuiti in 14 città da nord a sud, fotografa le difficoltà sulla contraccezione d’emergenza. “Oltre la metà degli utenti – spiega Gabriella Pacini, responsabile del servizio – si è rivolta a noi dopo aver visto rifiutata la sua richiesta di prescrizione, mentre nel 49,1% dei casi si sono rivolti direttamente a noi tramite internet perché più veloce”. Il motivo del rifiuto addotto dai medici è nell’85% dei casi per la clausola di coscienza, e solo nel 15% dei casi per l’assenza o non disponibilità del medico in quella fascia oraria. Chi si rivolge al servizio è nel 75% dei casi donna, ha 19-35 anni (79,5%), lavora (48%), è del centro-sud (87,2%) e cattolica (84%).
Adele Lapertosa, tratto da http://www.improntalaquila.org/2011/04/13/articolo19669/
venerdì 15 aprile 2011
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