Pubblico nei commenti un molto interessante anche se un po' lungo (lettore avvisato mezzo salvato...!) commento dell'ex Consigliere Provinciale PD Vincenzo Ortolina.
Sono molti gli argomenti sui quali Vincenzo richiama la nostra attenzione, forse sin troppi, ma consiglio a tutti di dedicare cinque minuti di questa Domenica mattina alla lettura di questo articolo, ed alla riflessione personale su questi temi.
L’ITALIA DI B § B
VINCENZO ORTOLINA
Carugate, Luglio 2009; ricevuto il 6 Marzo 2010
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L’ITALIA DI B § B
Le note vicende che hanno riguardato la vita, diciamo privata, del presidente del consiglio, e i recentissimi provvedimenti afferenti il tema della sicurezza, stanno mettendo in fibrillazione il mondo cattolico, si scrive da più parti. Così, piovono copiose le lettere ai direttori della buona stampa, com’erano chiamati una volta giornali e riviste di quel mondo. In particolare, ad Avvenire, che si definisce quotidiano di ispirazione cattolica, espressione della CEI, ma che, secondo i più smaliziati, riporta più precisamente, nei commenti politici, il pensiero ruiniano, e del correlato, in qualche misura, universo ciellino, e che simpatizza prevalentemente per il centrodestra. Ma anche a Famiglia Cristiana, il settimanale tacciato da destra di essere, viceversa, palesemente di sinistra. Ecco, allora, che il primo, seguendo la sua tradizionale vocazione sedicente moderata, non assume alcuna posizione forte, sulla prima questione, e, un giorno sì e uno no, pubblica, diciamo salomonicamente, un paio di lettere di fedeli che difendono in ogni caso Berlusconi, e un paio di altri che invece ne prendono nettamente le distanze. Sorprendono un po’, tra i primi, coloro che, forse ingenuamente, si limitano semplicemente a denunciare il carattere calunnioso della campagna mediatica che riguarda il premier, una campagna “orchestrata, infangante, disonesta nei mezzi e nei fini”. Già, giusto “le campagne alimentate dall’odio e dall’invidia personale” denunciate, con dovizia di megafoni (curiosa, in proposito, l’idea di utilizzare il suo settimanale di gossip per attaccare il gossip!), proprio dall’interessato. E che feriscono questi cattolici soprattutto perché Berlusconi si è sempre dimostrato sincero amico della Chiesa! Ecco il punto. Il Cavaliere, quale capo del governo, ha infatti reso dei favori alla Chiesa (come l’altro Cavaliere del ventennio, mi verrebbe da dire), e dunque non può che essere un bravo uomo. E se poi non lo fosse, è opinione di altri lettori pur cattolici, poco importa, perché non si deve confondere la morale con il moralismo. Come dicono, del resto, i Quagliariello, i Capezzone, i Cicchitto, i Gasparri, i Bonaiuti, cioè i molteplici portavoce, ufficiali o meno, del premier, nessuno dei quali, a proposito, rappresenta, se non sbaglio, la continuità di quella tradizione democristiana che l’uomo di Arcore ha pur affermato più volte di voler salvaguardare. D’altronde, anche un noto prelato piuttosto amato dalla platea di Comunione e Liberazione ha sostanzialmente invitato tutti a giudicare le pubbliche virtù dei nostri governanti più che non i loro eventuali vizi privati. Per parte sua, Famiglia Cristiana, che pure bacchetta, quando serve, a dritta e a manca, ha invece adottato la linea di quella parte di cattolici, “frastornati ed amareggiati”, che si aspettano dalla Chiesa “una valutazione etica meno disincantata”, le chiedono di non ignorare l’emergenza morale della vita pubblica del paese, e che di norma s’interrogano “sia sulla bontà della linea politica dei diversi partiti, sia sull’idoneità personale dei loro leader, non solo per intelligenza e cultura, ma anche per carattere, mentalità e stili di vita”.
Del resto, non è stato lo stesso Papa ad invitare i politici, anche di recente, ad essere d’esempio ai giovani tenendo comportamenti coerenti e moralmente irreprensibili, e ad operare lontano dal clamore e dai riflettori? I cattolici sedicenti moderati (gli altri sono estremisti?) sono d’altro canto convinti, ma questa, in verità, è più o meno l’opinione generale di chi sta col centrodestra, che la crisi di valori che attraversiamo, la deriva nichilista, sono figlie del ’68, che tra l’altro avrebbe “lacerato le regole che reggono una comunità”, ha sentenziato un importante esponente già socialista craxiano. “La scuola buonista del ’68 è stata finalmente archiviata”, ha altresì proclamato soddisfatta la Gelmini, presentando le sue riforme in quel campo. Tant’è: quel mondo crede, come ha ben scritto Luigi Giorgi su Europa, che, nonostante i cinquanta anni di governi a grande prevalenza democristiana, il nostro sia stato un paese “a conduzione comunista, oltretutto nella funesta variante cattocomunista, dalle quale sono scaturite sciagure di ogni genere; la Costituzione, in primis, più volte definita sovietica, inadeguata, vecchia e frutto di un compromesso; la partitocrazia, il debito pubblico, il disfacimento dei costumi”. E, sulla base di questo ragionamento, il centrodestra si è costruito una larga, consolidata base di consenso politico- elettorale. Da quel mondo, nessun giudizio o quasi, invece, sui decenni successivi al ’68, dominati dall’irrompere della pseudo cultura dei media, berlusconiani, soprattutto le TV, che, questa sì, ha significativamente contribuito ad introdurre elementi di corruttela nel costume italico (oddio, riecco il moralista di sinistra!). Tra questi, anche ciò che ha portato all’approvazione di taluni provvedimenti legislativi imposti alla sua maggioranza dall’attuale capo del governo, definiti come noto ad personam, finalizzati a liberarsi dai giudici e assai poco contrastati, sul piano del giudizio etico, dal mondo cattolico. Parte del quale, del resto, si è convinta, in argomento, che Berlusconi è soprattutto vittima di una magistratura debordante e prevenuta.
Sul tema, infine, dell’immigrazione, dai respingimenti, alle disposizioni bossian-leghiste del pacchetto sicurezza (alcune aberranti), alle ronde, i sondaggi dicono che, come la maggior parte degli italiani, anche moltissimi pii cattolici sempre sedicenti moderati non sono d’accordo sui rimbrotti al governo e alla sua maggioranza da parte delle gerarchie ecclesiastiche E infatti, sul Corrierone, il già citato, onnipresente Quagliariello (cattolico moderato pur se già radicale? Oppure ateo devoto, ma non in tutte le situazioni?), tira le orecchie a Monsignor. Marchetto, il prelato in prima fila nel campo, escludendo che vi sia disagio, in materia, nella maggior parte di questa realtà, e attacca quanti, a suo avviso, si rifanno (eddài!) a moralismi ininfluenti o a precetti astratti. Preconizzando poi un’Italia che, a causa dell’immigrazione, diventa come l’Olanda, dove “in un angolo di strada si apre un sexy shop o un banchetto di droghe libere, e, nella successiva, una chiesa viene trasformata in moschea”. A proposito dei negozi del sesso, il poveretto non sa, evidentemente, che l’Italia ne è già piena ora, e che essi si stanno espandendo persino nei paesi medio piccoli, non credo per colpa dei mussulmani immigrati. A proposito di ronde: ma gli italiani sanno che il numero totale di forze di polizia in Italia (ho letto da qualche parte), tra carabinieri, polizia di Stato, guardia di finanza, corpo forestale e polizia penitenziaria, è di 324 mila unità, con dunque 571 addetti ogni 100,000 abitanti contro i 321 della Germania, i 268 della Gran Bretagna, e i 227 della Francia? Ci mancava anche l’esercito nelle città! Abbasso i buonisti, comunque, …causa prima del crescere degli stupri, nel nostro paese, e viva i cattivisti, che salveranno i valori dell’occidente!
Un’ultima valutazione, molto personale. Riprenderà presto in parlamento la discussione sul cosiddetto fine vita. La sollecita in particolare Sacconi (un altro esponente che non mi pare si rifaccia alla tradizione democratico cristiana), e credo la voglia Berlusconi, quello ….dei favori alla Chiesa. Ad Avvenire, il ministro ha spiegato che non si devono più ripetere, da noi, casi come quello di Eluana (ed iniziative come quelle promosse dal … cattivissimo papà Englaro), e che bisogna assolutamente evitare che il vuoto normativo sia riempito da provvedimenti. della magistratura. Ogni decisione sul delicatissimo tema del confine tra la vita e la morte deve essere assunta dal legislatore legittimato dal popolo e non da soggetti che non siano democraticamente eletti. Dal parlamento, perciò. Magari, con un voto di fiducia! Francamente, è una prospettiva che mi preoccupa, conoscendo come funzionano le nostre assise nazionali. Comincio a pensare che, invece, non sia giusto che decidano Camera e Senato, oltre tutto nel clima attuale, pur non avendo io le idee chiare su chi debba farlo. E poi: avendo per le mani il testo della Conferenza episcopale tedesca e del Consiglio della Chiesa evangelica di Germania sull’argomento del testamento biologico, sono perplesso delle certezze dei nostri, che sostengono che l’alimentazione e l’idratazione imposte con macchinari sempre più sofisticati rappresentano funzioni vitali indisponibili. Comunque sia, con uno slogan mi viene da dire: i berlusconiani non decidano della mia vita, per favore! La conclusione: nonostante sia sostenuta, forse, dalla maggioranza dei cattolici (categoria politica peraltro assai discutibile, come mi pare di aver dimostrato con questa mia), la mia precisa convinzione è che l’Italia di Berlusconi e Bossi è la meno adatta a salvaguardare i valori e gli …interessi (non mi riferisco a quelli materiali) di questo mondo.
VINCENZO ORTOLINA
Carugate, luglio 2009
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