giovedì 25 marzo 2010

Quando si rinuncia alle proprie radici

A proposito della rinuncia della Giunta di Buccinasco al diritto di prelazione sul Castello di Buccinasco (LINK), segnalo un interessante articolo di Maurizio Carbonera pubblicato da: http://www.pdbuccinasco.it/public/post/quando-si-rinuncia-alle-proprie-radici-826.asp#more

QUANDO SI RINUNCIA ALLE PROPRIE RADICI
di Maurizio Carbonera

Buccinasco era un Comune agricolo cresciuto in particolare nella seconda metà dello scorso secolo.
Della sua storia medioevale sono rimaste quattro piccole chiese (nelle frazioni Romano Banco, San Biagio, Castello, Gudo Gambaredo); qualche cascina risistemata (Fagnana, Robbiolo, Viscontina); un edificio (Villa Durini) sul Naviglio Grande trasformato da Convento in abitazione privata; il Castello – così denominato – questo casone agricolo a pianta quadrata che si dice sia appartenuto a Lodovico il Moro che lo usava per andare a caccia.
Il territorio fino a prima della Seconda Guerra doveva avere un clima particolarmente salutare considerando che a Buccinasco Castello sorgeva un Sanatorio per gli ammalati di tubercolosi. Struttura demolita per far posto a delle stalle e di cui esiste una riproduzione in un quadro in Comune. Altre cascine sono state demolite tra cui una particolarmente bella che era collocata dove ora c’è il quartiere “Mulino bianco” e di cui esistono delle fotografie.
Nel Piano di Recupero della frazione di Buccinasco Castello ci sembrava particolarmente interessante, come Amministrazione di centro-sinistra, vedere di acquisire a bene pubblico il luogo più simbolico del Comune che è rappresentato anche sul gonfalone comunale.
Come ci pareva importante valorizzare quella frazione che ha dato il nome alla città e dove sono presenti luoghi come la vecchia scuola ed il vecchio Municipio.
Per un paese di recente formazione, nelle attuali dimensioni, con persone provenienti dai più diversi luoghi, in particolare dal Comune di Milano, senza legami e radici sul territorio mantenere una storia dei luoghi nei quali si è deciso di andare a vivere, diventa essenziale nel percorso di cittadinanza attiva e di responsabilità rispetto alla propria comunità.
Rinunciare all’acquisizione del Castello rischia di non permettere di recuperare questo bene che per definizione dovrebbe essere pubblico.

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