mercoledì 22 giugno 2016

E sì. I milanesi che hanno fanno vincere Sala potrebbero pentirsene presto...

Tratto da:  http://www.nandodallachiesa.it/2016/06/22/milano-i-duri-e-puri-con-il-cuore-in-mano-sia-fatta-per-loro-una-festa-del-ringraziamento/

Milano, i duri e puri con il cuore in mano. Sia fatta per loro una festa del ringraziamento

Ed eccoci qui con i numeri crudi. A Milano Sala è diventato sindaco grazie ai “duri e puri” che non lo volevano. Senza i loro voti il centrodestra ha vinto nei municipi: ne ha presi cinque su nove, non ne aveva nessuno. Con i loro voti il centrodestra è stato sconfitto a Palazzo Marino. Elementare. Penso agli insulti che si sono ingoiati per mesi e mesi questi cittadini, colpevoli di volersi fare rappresentare da qualcuno che avesse un po’ a che fare con la storia della sinistra milanese o almeno dell’impegno progressista cittadino; e che avesse un po’ meno a che fare con i costruttori. Per loro, mescolanza di culture e di ideali, è stata spremuta all’inverosimile, appunto, la formula dei “duri e puri”, ed è stata coniata quella autentica minchioneria intellettuale (ormai mi è scappata) della “sinistra-sinistra”.
Erano complici di Salvini, spalancatori di frontiere ai nazisti alle porte, fascisti come quelli che dicono “no” al referendum. E altre squisitezze consimili.
Poi questi orrifici “duri e puri” hanno visto che cosa stava succedendo. I geni dell’establishment piddino e non solo stavano consegnando, loro sì, Milano alla destra. Avevano pensato, da Roma in giù, che agli elettori si dessero ordini, che non ci sarebbe stata l’astensione più alta di sempre. Così, invece di rivalersi di mesi di insulti e terrorismo psicologico, i duri e puri  hanno pensato ai bambini rom sradicati dalla scuola per via degli sgomberi simbolici. Hanno pensato al ritorno delle polemiche pazzesche contro l’antimafia e a certi figuri tra ‘ndrangheta e politica che potevano diventare assessori. Hanno rivisto la sala del consiglio di zona negata per celebrare il 25 aprile. E senza proclami, agendo quasi sottovoce, hanno deciso di salvare quel che era giusto salvare di Milano. Hanno rimediato all’imperizia e alla sbruffoneria di chi pensava di prendere, senza di loro, il 65 per cento o anche di più e invece stava andando a fondo. Pensando al bambino rom, all’antimafia ecc. hanno permesso ai registi del suicidio annunciato di comparire sorridenti e vincitori in favor di telecamere la sera di domenica.
Di più. Non hanno chiesto nulla, nemmeno uno sgabello; hanno pure rifiutato l’apparentamento, legittimamente realizzato dai radicali, che avrebbe dato loro un consigliere comunale in più. In realtà questi duri e puri hanno dimostrato di essere dei grandi teneroni. Di avere il “cuore in mano” dei milanesi. E voi non gliela volete dedicare una festa?

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