giovedì 2 settembre 2010

Buccinasco citata ad esempio (!) da "Il Foglio"

All'interno di un articolo più ampio, pubblicato su "il Foglio" del 26 Agosto, ho trovato un riferimento ai condomini di Buccinasco

... BRUNO MINARDI Io non mi stupisco che il turismo balneare italiano sia in declino e che la gente si aggiri per Riccione con la domanda di Bruce Chatwin stampata sul viso: Che ci faccio qui? . Io mi stupisco che il turismo balneare italiano esista ancora. Com'è possibile che qualcuno si riduca a passare le vacanze a Sottomarina, Lido Adriano, San Benedetto del Tronto? Bisogna essere sprofondati in una drammatica mancanza di alternative, altrimenti sai le fughe. L'epicentro della crisi è la riviera romagnola che pu affascinare a vent'anni da alterati, non a trent'anni da sobri (ma se hai vent'anni ti puoi alterare meglio a Mykonos e Ibiza). Per ridare un minimo di credibilità a Rimini come meta turistica bisognerebbe cominciare col tirar gi gli alberghi di viale Vespucci e farli ricostruire da Bruno Minardi pi piccoli, pi belli e soprattutto pi vicini all'idea dell'albergo di mare (al momento rendono piuttosto l'idea del condominio di Buccinasco). L'architetto di Ravenna è l'unico architetto balneare italiano, bisogna sfruttarne l'eclettismo. Nella sua produzione, che deve molto ad Aldo Rossi pur confrontandosi col vernacolare, ho individuato almeno tre sottostili: sottostile baltico (tetti spioventi), sottostile adriatico (persiane bianche), sottostile balearico-pugliese (pietra a secco). Qui mostro un esempio di sottostile adriatico che pu aiutare a ritrovare il fascino perduto di Romagna, Oggi nell'arte figurativa c'è un grande maestro di eleganze vacanziere: ...

LINK ALL'ARTICOLO: http://www.rassegnastampa.comune.roma.it/View.aspx?ID=2010082616485986-1

3 commenti:

Franco Gatti ha detto...

Foglio di giovedì 26 agosto 2010,
Padiglione Langone
di Langone Camillo

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PADIGLIONE LANGONE Chi sono i sei magnifici architetti che grazie al cielo non troverete alla Biennale cli Venezia di Camillo Lan gone MAURO ANDREINI I nostri nemici non sono gli atei, ma chi privatizza la fede disse don Giussani, quindi i nostri nemici sono la Cei e le curie che da decenni commissionano chiese irriconoscibili con campanili inesistenti o non percepibili come tali perché simili a tralicci, ripetitori, ciminiere... Dopo lunghe ricerche ho verificato che in Italia su 140.000 iscritti all'Albo (avete letto bene:

centoquarantamila) esiste solo un architetto che costruisce chiese che sembrano chiese e campanili che sembrano campanili (sebbene non abbastanza alti). Sono andato a trovarlo a Montale, diocesi di Pistoia, e ho conosciuto un uomo religioso e quindi umile, così disinteressato all'apparire da rasentare lo snobismo. Io sono un architetto regionale , Ma non è certo una diminutio, in un tempo di architetti internazionali tutti uguali! Io non voglio assolutamente inventare nulla . Anche questo è un merito, come capisce chiunque abbia letto il Ratzinger di Introduzione allo spirito della liturgia : Nelle moderne teorie artistiche si intende con creatività una forma nichilistica di creazione, in un mondo privo di senso, sviluppatosi per un'evoluzione cieca . Andreini, il cui mondo di senso è pieno, mi spiega il suo modo di progettare edifici di culto: Vorrei avvicinarmi alla semplicità del disegno di un bambino che per disegnare una chiesa impiega una capanna e un campanile, una piazzetta e una casina accanto . Non ho ancora detto che tutte le chiese costruite da questo fantastico toscano (seguace di Ambrogio Lorenzetti e metafisico per di un metafisico collodiano, non dechirichiano) sono protestanti. Ebbene sì. Eretiche. Perché i vescovi cattolici l'unico architetto italiano che disegna campanili mica lo fanno lavorare.

PIER CARLO BONTEMPI Un viale di pioppi cipressini e due pilastri nella campagna come una visione, due pilastri di mattoni appena eretti che sarebbero (mi dicono il committente Franco Maria Ricci e l'architetto Pier Carlo Bontempi) soltanto due prove di materiale eppure (me lo dico da solo) sono nientemeno che il Paesaggio Italiano, convivenza talmente armoniosa fra natura e cultura da generare poesia. Non vorrei fare troppo lo svenevole e anziché quest'immagine lirica, rarefatta, espongo un capolavoro di civile concretezza: la Place de Toscane, un'intera piazza (compresa di palazzi) progettata e costruita da Bontempi a Marne-la-Vallée, importante città nuova dell'Isola di Francia a pochi chilometri da Parigi. Il suo ovale riprende dichiaratamente la lucchese Piazza del Mercato che Guido Ceronetti defini spazio ideale dove vivere felici, al riparo, nel cavo di mano di un archetipo . Place e Piazza meritano un'ulteriore citazione, stavolta di Mircea Eliade: La nostalgia del Paradiso è il desiderio di trovarsi, sempre e senza sforzo, nel cuore del mondo, della realtà . Bontempi ovvero del paradiso possibile, a portata di mano, non dell'ideologica utopia. Non ha senso desiderare oltre: se siete ricchi o se siete potenti che cosa aspettate a commissionare qualcosa all'artefice dell'abitare senza sforzo, della riconciliazione tra cuori e muri? Le meraviglie che realizza specialmente oltralpe sono documentate nella mostra dedicata ai New Palladians che da Londra ha girato mezzo mondo ma non l'Italia, a riprova che gli italiani odiano loro stessi e che Palladio non se lo meritano. Ammiratele nel libro omonimo acauistabile su Amazon dove *** sono raccolteopere di oltre quaranta architetti tradizionalisti, tutti meritevoli di plauso: ma solo Bontempi è così sereno.

Franco Gatti ha detto...

... BRUNO MINARDI Io non mi stupisco che il turismo balneare italiano sia in declino e che la gente si aggiri per Riccione con la domanda di Bruce Chatwin stampata sul viso: Che ci faccio qui? . Io mi stupisco che il turismo balneare italiano esista ancora. Com'è possibile che qualcuno si riduca a passare le vacanze a Sottomarina, Lido Adriano, San Benedetto del Tronto? Bisogna essere sprofondati in una drammatica mancanza di alternative, altrimenti sai le fughe. L'epicentro della crisi è la riviera romagnola che pu affascinare a vent'anni da alterati, non a trent'anni da sobri (ma se hai vent'anni ti puoi alterare meglio a Mykonos e Ibiza). Per ridare un minimo di credibilità a Rimini come meta turistica bisognerebbe cominciare col tirar gi gli alberghi di viale Vespucci e farli ricostruire da Bruno Minardi pi piccoli, pi belli e soprattutto pi vicini all'idea dell'albergo di mare (al momento rendono piuttosto l'idea del condominio di Buccinasco). L'architetto di Ravenna è l'unico architetto balneare italiano, bisogna sfruttarne l'eclettismo. Nella sua produzione, che deve molto ad Aldo Rossi pur confrontandosi col vernacolare, ho individuato almeno tre sottostili: sottostile baltico (tetti spioventi), sottostile adriatico (persiane bianche), sottostile balearico-pugliese (pietra a secco). Qui mostro un esempio di sottostile adriatico che pu aiutare a ritrovare il fascino perduto di Romagna, Oggi nell'arte figurativa c'è un grande maestro di eleganze vacanziere:

Jack Vettriano. Le ville che Minardi immerge nelle pinete ravennati sono gli unici set contemporanei che l'Italia possa offrire al pittore scozzese, nel tempo in cui gli architetti da Biennale continuano a produrre sfondi per Botto e Bruno.

Nel dizionario dell'architettura il con- trario di archistar è Andrea Pacciani. Se i Fuksas e i Liebeskind sono esibizionisti e protervi, lui scompare dietro il proprio lavoro. Non è una questione di carattere, sarebbe troppo facile: è una scelta. Il suo motto non è ybris bensì umilitas. Come restauratore si pone al servizio dell'edificio antico riportandolo alla forma originaria senza dimenticarsi le comodità contemporanee (ad esempio ascensori perfettamente inseriti) e senza metterci la firma. Arriva al punto di utilizzare lampadari diversi per ogni progetto, perché se usasse sempre lo stesso modello questo potrebbe essere identificato con lui:

non considerandosi artista non si concede stilemi. C'è molto di burkiano in questo impegno per i vivi, i morti e i non ancora nati , capace di collegare generazioni di abitanti senza soluzione di continuità. C'è molto, ovviamente, di religioso. Mi dice che l'arte e l'architettura tradizionali sono le uniche idonee alla costruzione di edifici religiosi e al loro decoro, perché sono fatte di linguaggio e oggettività condivise . Per il sagrato di San Pietro ha progettato un ciborio in luogo dell'attuale pensilina sotto la quale Papa Benedetto celebra all'esterno. L'architettura è liturgia e teologia insieme, i baldacchini d'altare esprimono platealmente la fede nella Presenza Reale e infatti i luterani, increduli di Cristo nell'ostia, nel Cinquecento li smontarono assieme ai tabernacoli. Oggi che nella chiesa prevalgono i cattoprotestanti si preferisce una struttura di aspetto profano, la pensilina in stile stazione di servizio che invita a un'eucaristia self service. Il ciborio di Pacciani è invece pensato per ispirare riverenza ergo genuflessione ergo comunione sulla lingua, la preferita dal Santo Padre.

Franco Gatti ha detto...

MATTEO TUN Forse il mio amico Nikos Sàlingaros, matematico greco-americano e appassionato teorico dell'architettura umanista, *** contrario troverà da ridire sull'inserimento di Matteo Thun in questo padiglione. I due edifici che compongono il residence Edelweiss possono somigliare a forme pure, e Nikos insegna come queste siano astrazioni disumanizzanti che spesso conducono a una costruzione che esiste soltanto in funzione della propria geometria . Io ho inserito Thun per dire che le strutture verticali anche se non sono campanili non sono necessariamente il diavolo: diavolo è senz'altro il Formigone, il nuovo grattacielo della regione Lombardia che schiaccia la Madonnina capovolgendo Genesi 3, 15 (e il capovolgimento è sempre satanico); dialogo, e non diavolo, è la neomedievale Torre Velasca che si ferma rispettosa due metri e mezzo sotto la Vergine; dialogo, e non diavolo, sono le torri-pigne dell'architetto di Bolzano che riecheggiano la circostante foresta di conifere. Thun è senza dubbio architetto alpino e già a Motta di Livenza, sette metri sul livello del mare, convince meno: una casa popolare con tutte quelle assicelle? chi si prenderà carico della manutenzione? (Qui non discuto la Venustas, sono preoccupato per la Firmitas). In compenso in quota non sbaglia mai, si veda inoltre il Vigilius Mountain Resort fra i boschi di lanci sopra Merano, raggiungibile solo in funivia (no automobili!), eden di legno, argilla, acqua e lino con una staccionata che sembra discesa direttamente dagli Archetipi junghiani. Certo, per goderselo bisogna pagare il pedaggio della bioretorica: il motto dell'albergo sarebbe Eco, non ego ed è buffo che a pronunciarlo sia l'architetto italiano che sembra passare pi tempo davanti allo specchio.

PAOLO ZERMANI nel Padiglione Langone mi tocca inserire un crematorio, macchina della Dissoluzione paradossalmente costruita da Zermani sotto l'egida della Durata. L'architetto parmigiano nel suo libro Oltre il muro di gomma (Diabasis) critica le costruzioni farcite di finta tecnologia e perci sempre pi schiave di energia e manutenzione, condannate alla provvisorietà. Il suo Crematorio di Parma esprime solidità da tutte le colonne, la facciata sa di Piacentini e la sala del commiato odora di Pantheon: ecco un architetto che dovrebbe lavorare a tempo pieno per riportare l'architettura romana a Roma, se solo Alemanno non si fosse invaghito di Richard Meier come un Veltroni qualsiasi. Zermani ha costruito anche una chiesa (periferia di Perugia) che io per non avrei approvato siccome non immediatamente riconoscibile come chiesa, e a casa mia l'abito fa il monaco. Detto questo mi inchino davanti alle magnifiche pareti di laterizio: sto parlando del mago del mattone faccia a vista, capace di trucchi che lasciano ammirati come quello per la sua residenza privata di Varano Marchesi dove ha impiegato elementi di scarto, scelta non taccagna bensì poetica, per far vibrare le superfici, In un suo bosco dei dintorni inserirà una suggestiva cappella a cielo aperto che realizza l'intuizione di Gianna Nannini dei muri appesi ai cr0- cefissi . Mi mostra la grafica: una grande croce di ferro a cui si appoggia un alto muro di mattoni. In quest'uomo magro e ispirato percepisco la volontà di soddisfare i sempiterni bisogni umani con forme nuove eppure non arbitrarie, legate ai caratteri originali che l'architettura italiana presenta a partire dall'architettura romana : vasto programma, ma è bello che qualcuno provi a realizzarlo.

Dopo la chiesa protestante di Andreini, *** cr0cefissi .

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