tratto da: http://www.corriere.it/cronache/11_giugno_24/il-ponte-di-Messina-250-milioni-e-non-si-fara-sergio-rizzo_1f39efc2-9e24-11e0-b150-aadf3d02a302.shtml
Infrastrutture La società va avanti: via all'esame del progetto definitivo
Quei 250 milioni spesi per il ponte di Messina (che non si farà più)
La crisi, il no della Lega. E l'opera non parte
Infrastrutture La società va avanti: via all'esame del progetto definitivo
ROMA - «Costruiremo il ponte di Messina, così se uno ha un grande amore dall'altra parte dello Stretto, potrà andarci anche alle quattro di notte, senza aspettare i traghetti...» Da quando Silvio Berlusconi ha pronunciato queste parole, era l'8 maggio 2005, sono trascorsi sei anni, e gli amanti siciliani e calabresi sono ancora costretti a fare la fila al traghetto fra Scilla e Cariddi. Sul ponte passeranno forse i loro pronipoti. Se saranno, o meno, fortunati (questo però dipende dai punti di vista).
La storia infinita di questa «meraviglia del mondo», meraviglia finora soltanto a parole, è nota, ma vale la pena di riassumerla. Del fantomatico ponte sullo Stretto di Messina si parla da secoli. Per limitarci al dopoguerra, la prima mossa concreta è un concorso per idee del 1969. Due anni dopo il parlamento approva una legge per l'attraversamento stabile dello Stretto. Quindi, dieci anni più tardi, viene costituita una società, la Stretto di Messina, controllata dall'Iri e affidata al visionario Gianfranco Gilardini. Che ce la mette tutta. Coinvolge i migliori progettisti, e per convincere gli oppositori arriva a far dimostrare che il ponte potrebbe resistere anche alla bomba atomica. Passerà a miglior vita senza veder nascere la sua creatura. La quale, nel frattempo, è diventata un formidabile strumento di propaganda. Ma anche un oggetto di scontro politico: mai un ponte, che per definizione dovrebbe unire, ha diviso così tanto. Da una parte chi sostiene che sarebbe un formidabile volano per la ripresa del Mezzogiorno, se non addirittura una sensazionale attrazione turistica, dall'altra chi lo giudica una nuova cattedrale nel deserto che deturperà irrimediabilmente uno dei luoghi più belli del pianeta. Fra gli strali degli ambientalisti, Bettino Craxi ci fa la campagna elettorale del 1992. E i figli del leader socialista, Bobo e Stefania, proporranno in seguito di intestarlo a lui. Mentre l'ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Nisticò avrebbe voluto chiamarlo Ponte «Carlo Magno» attribuendo il progetto di unire Scilla e Cariddi al fondatore del Sacro Romano Impero. Nientemeno.
Finché, per farla breve, arriva nel 2001 il governo Berlusconi con la sua legge obiettivo. Ma nemmeno quella serve a far decollare il ponte. Dopo cinque anni si arriva faticosamente a un passo dall'apertura dei cantieri, con l'affidamento dell'opera (fra polemiche e ricorsi) a un general contractor, l'Eurolink, di cui è azionista di riferimento Impregilo. Quando però cambia la maggioranza. Siamo nell'estate del 2006 e il ponte finisce su un binario morto. Il governo di centrosinistra vorrebbe addirittura liquidare la società Stretto di Messina, concessionaria dell'opera, ma il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, sventa la mossa in extremis. Nessuno lo ringrazierà: ma se l'operazione non si blocca il «merito» è suo. Nel 2008 torna dunque Berlusconi e il progetto, a quarant'anni dal suo debutto, riprende vita.
Certo, nella maggioranza c'è qualcuno che continua a storcere il naso. Il ponte sullo Stretto di Messina, la Lega Nord di Umberto Bossi proprio non riesce a digerirlo. Ma tant'è. Nonostante le opposizioni interne ed esterne, la cosa va avanti sia pure lentamente. E si arriva finalmente, qualche mese fa, al progetto definitivo. Nel frattempo, sono stati già spesi almeno 250 milioni di euro.
Sarebbe niente, per un'opera tanto colossale, se però gli intoppi fossero finiti. Sulla carta, per aprire i cantieri, ora non mancherebbero che poche formalità, come la Conferenza dei servizi con gli enti locali e il bollino del Cipe, il Comitato interministeriale che deve sbloccare tutti i grandi investimenti pubblici. Sempre sulla carta, non sarebbe nemmeno più possibile tornare indietro e dire a Eurolink, come avrebbero voluto fare gli ambientalisti al tempo del precedente governo: «Scusate, abbiamo scherzato». Il contratto infatti è blindato. Revocarlo significherebbe essere costretti a pagare penali stratosferiche. Parliamo di svariate centinaia di milioni. Ma nonostante questo il percorso si è fatto ancora una volta più che mai impervio. Non per colpa dei soliti ambientalisti. Nemmeno a causa della crisi economica, il che potrebbe essere perfino comprensibile. Piuttosto, per questioni politiche. Sia pure mascherate da difficoltà finanziarie.
Per dirne una, il «decreto sviluppo» ha materializzato un ostacolo imprevisto e insormontabile. Si è stabilito infatti che le cosiddette «opere compensative», quelle che i Comuni e gli enti locali pretendono per non mettere i bastoni fra le ruote al ponte, non potranno superare il 2% del costo complessivo dell'opera. E considerando che parliamo di 6 e mezzo, forse 7 miliardi di euro, non si potrebbe andare oltre i 130-140 milioni. Una cifra che, rispetto agli 800-900 milioni necessari per le opere già concordate con le amministrazioni locali, fa semplicemente ridere. Bretelle, stazioni ferroviarie, sistemazioni viarie.... Dovranno aspettare: non c'è trippa per gatti. Basta dire che il solo Comune di Messina aveva concordato con la società Stretto lavori per 231 milioni. Fra questi, una strada (la via del Mare) del costo di 65 milioni. Ma soprattutto il depuratore e la rete fognaria a servizio della parte nord della città, che ne è completamente priva: 80,7 milioni di investimento. Adesso, naturalmente, a rischio. Insieme a tutto il resto. Anche perché le opere compensative sono l'unica arma che resta in mano agli enti locali. Portarle a casa, per loro, è questione di vita o di morte.
A remare contro c'è poi il clima politico. Dopo la batosta elettorale alle amministrative la Lega Nord, che già di quest'opera faraonica non ne voleva sentire parlare, ha alzato la posta e questa è una difficoltà in più. Fa fede l'avvertimento lanciato dal leghista Giancarlo Gentilini, vicesindaco di Treviso: «La gente non vuole voli pindarici, non è interessata a opere come il ponte sullo Stretto di Messina perché è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Quindi anche tu, Bossi, quando appoggi questi programmi da fantascienza, ricordati piuttosto di restare con i piedi per terra, perché gli alpini mettono un piede dopo l'altro».
Con l'aria che tira nella maggioranza basterebbe forse questa specie di «de profundis» che viene dalla pancia del Carroccio per far finire nuovamente il ponte su un binario morto. Senza poi contare quello che è successo in Sicilia. Dove ora c'è un governo regionale aperto al centrosinistra, schieramento politico che al ponte fra Scilla e Cariddi è sempre stato fermamente contrario. Una circostanza che rende estremamente complicato al governatore Raffaele Lombardo spingere sull'acceleratore. E questo nonostante i posti di lavoro che, secondo gli esperti, quell'opera potrebbe garantire. Sono in tutto 4.457: un numero enorme, per un'area nella quale la disoccupazione raggiunge livelli record.
Ma il fatto ancora più preoccupante, per i sostenitori dell'infrastruttura, è il disinteresse che sembra ormai circondarlo anche negli ambienti governativi. Evidentemente concentrati su ben altre faccende. La società Stretto di Messina ha diramato ieri un comunicato ufficiale per dare notizia che «il consiglio di amministrazione ha avviato l'esame del progetto definitivo del ponte». Un segnale che la cosa è ancora viva, magari nella speranza che Berlusconi si decida a rilanciare il ponte, annunciando l'ennesimo piano per il Sud? Forse. Vedremo quando e come l'esame si concluderà, e che cosa accadrà in seguito. Sempre che il governo vada avanti, sempre che si trovino i soldi per accontentare gli enti locali... Intanto nella sede messinese di Eurolink, dove lavoravano decine di persone, sembrano già cominciate le vacanze. Come avessero fiutato l'aria.
Sergio Rizzo 24 giugno 2011
lunedì 27 giugno 2011
venerdì 24 giugno 2011
Divieto di associazione di carattere militare
Tratto da: www.governo.it - Newsletter Anno XII n. 24 del 21 giugno 2011
Codice dell’ordinamento militare, le modifiche in uno schema di decreto
39 aggiustamenti e 166 correttivi contenuti nello schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16 giugno che apporta modifiche al recente Codice dell’ordinamento militare e recepisce le norme sopravvenute dopo la sua emanazione. Tra le norme inserite viene introdotta la disciplina del divieto di associazione di carattere militare. E’ punito chiunque promuova, costituisca, organizzi o diriga associazioni di carattere militare, le quali perseguono, anche indirettamente, scopi politici. Per associazioni di carattere militare si intendono quelle costituite mediante l’inquadramento degli associati in corpi, reparti o nuclei, con disciplina ed ordinamento gerarchico interno analoghi a quelli militari, con l’eventuale adozione di gradi o di uniformi, e con organizzazione atta anche all’impiego collettivo in azioni di violenza o minaccia. E’ vietato l’uso di uniformi o divise. Sono eccettuate le associazioni od organizzazioni costituite a fine sportivo e gli istituti di carattere culturale e d educativo. Il provvedimento è stato sottoposto al parere del Consiglio di Stato e della Commissione bicamerale per la semplificazione.
Codice dell’ordinamento militare, le modifiche in uno schema di decreto
39 aggiustamenti e 166 correttivi contenuti nello schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16 giugno che apporta modifiche al recente Codice dell’ordinamento militare e recepisce le norme sopravvenute dopo la sua emanazione. Tra le norme inserite viene introdotta la disciplina del divieto di associazione di carattere militare. E’ punito chiunque promuova, costituisca, organizzi o diriga associazioni di carattere militare, le quali perseguono, anche indirettamente, scopi politici. Per associazioni di carattere militare si intendono quelle costituite mediante l’inquadramento degli associati in corpi, reparti o nuclei, con disciplina ed ordinamento gerarchico interno analoghi a quelli militari, con l’eventuale adozione di gradi o di uniformi, e con organizzazione atta anche all’impiego collettivo in azioni di violenza o minaccia. E’ vietato l’uso di uniformi o divise. Sono eccettuate le associazioni od organizzazioni costituite a fine sportivo e gli istituti di carattere culturale e d educativo. Il provvedimento è stato sottoposto al parere del Consiglio di Stato e della Commissione bicamerale per la semplificazione.
giovedì 23 giugno 2011
Quale futuro per gli ISF ?
Tratto da: Doctor news 33, 23 giugno 2011
Francia, proposta per vietare le visite degli Isf ai medici
La Francia potrebbe presto vietare le visite ai medici degli Informatori scientifici del farmaco. Lo stop è una delle proposte elencate nel rapporto pubblicato l'altro ieri dall'Igas, Inspection generale des affaires sociales, l'organismo interministeriale di controllo e valutazione delle politiche sociali che svolge compiti consultivi nei confronti del governo. Il rapporto è il risultato della coda d'indagine che il ministero della Sanità francese aveva richiesto a gennaio all'Igas dopo la pubblicazione del dossier sul caso mediator (benfluorex), l'anoressizzante ritirato dal commercio con il sospetto di essere all'origine di un numero di decessi compreso tra i 500 e i 2.000. Il prolungamento, in sostanza, doveva consentire agli esperti del comitato di elaborare un pacchetto di proposte dirette a migliorare il sistema di farmacovigilanza francese e riformare la catena del farmaco. Nel rapporto finale, l'Igas disegna un'ampia riorganizzazione delle agenzie e degli uffici pubblici, raccomanda che all'Afssaps (il corrispondente francese dell'Aifa) sia consentita l'esecuzione di meta-analisi e di analisi farmacologiche e soprattutto insiste perché nella valutazione dei nuovi farmaci in vista dell'immissione in commercio il parametro prioritario sia quello del "valore terapeutico aggiunto" piuttosto che un semplice rapporto rischi/benefici positivo. Per quanto concerne l'informazione scientifica dell'industria, infine, la proposta dell'Igas è quella di rafforzare l'attività pubblica vietando le visite ai medici e abbassare di conseguenza il prezzo dei farmaci. Le economie così realizzate dovrebbero essere impiegate per il finanziamento della formazione continua dei prescrittori (in particolare sulla farmacovigilanza), della ricerca pubblica e privata sui farmaci e dell'informazione istituzionale al grande pubblico.
Francia, proposta per vietare le visite degli Isf ai medici
La Francia potrebbe presto vietare le visite ai medici degli Informatori scientifici del farmaco. Lo stop è una delle proposte elencate nel rapporto pubblicato l'altro ieri dall'Igas, Inspection generale des affaires sociales, l'organismo interministeriale di controllo e valutazione delle politiche sociali che svolge compiti consultivi nei confronti del governo. Il rapporto è il risultato della coda d'indagine che il ministero della Sanità francese aveva richiesto a gennaio all'Igas dopo la pubblicazione del dossier sul caso mediator (benfluorex), l'anoressizzante ritirato dal commercio con il sospetto di essere all'origine di un numero di decessi compreso tra i 500 e i 2.000. Il prolungamento, in sostanza, doveva consentire agli esperti del comitato di elaborare un pacchetto di proposte dirette a migliorare il sistema di farmacovigilanza francese e riformare la catena del farmaco. Nel rapporto finale, l'Igas disegna un'ampia riorganizzazione delle agenzie e degli uffici pubblici, raccomanda che all'Afssaps (il corrispondente francese dell'Aifa) sia consentita l'esecuzione di meta-analisi e di analisi farmacologiche e soprattutto insiste perché nella valutazione dei nuovi farmaci in vista dell'immissione in commercio il parametro prioritario sia quello del "valore terapeutico aggiunto" piuttosto che un semplice rapporto rischi/benefici positivo. Per quanto concerne l'informazione scientifica dell'industria, infine, la proposta dell'Igas è quella di rafforzare l'attività pubblica vietando le visite ai medici e abbassare di conseguenza il prezzo dei farmaci. Le economie così realizzate dovrebbero essere impiegate per il finanziamento della formazione continua dei prescrittori (in particolare sulla farmacovigilanza), della ricerca pubblica e privata sui farmaci e dell'informazione istituzionale al grande pubblico.
E c'è ancora qualche stupido che non le allaccia !
Segnalo un articolo pubblicato sul sito: http://www.quattroruote.it/notizie/sicurezza/dynamic-test-tcs-in-pullman-meglio-con-la-cintura
Dynamic Test TCS
In pullman meglio con la cintura - Nonostante i passeggeri davanti siano legati, l'impatto catapulta quelli dietro, senza cinture, con una forza tale da sradicare i sedili. I passeggeri legati non subiscono danni.
Un torpedone viaggia alla velocità di 63 km/h e si scontra frontalmente contro un camion fermo sul ciglio della strada. Lo schianto scuote i passeggeri da cima a fondo, i vetri volano in frantumi. Le parti frontali del bus e del camion sono accartocciate e nella sezione anteriore del pullman giacciono alcuni passeggeri gravemente feriti: quelli che non avevano allacciato le cinture. Stanno molto meglio, invece, quelli che le usavano, adulti e bambini disposti nei sedili posteriori del veicolo.
Posizione ininfluente. Dal test emerge che le sollecitazioni esercitate sui corpi sono uguali dappertutto e non dipendono dalla posizione occupata dai passeggeri: il pericolo è quindi distribuito equamente tra i posti anteriori e posteriori. Con il test eseguito dal Dynamic Test Center e dai suoi partner, il TCS (Touring Club Svizzero) vuole scuotere le coscienze, esortando i passeggeri di torpedoni ad allacciarsi le cinture durante il viaggio. Nel veicolo sottoposto al test sono stati utilizzati 13 manichini; quelli seduti davanti non erano allacciati.
Cinture indispensabili. L'analisi dei dati delle misurazioni e del filmato ha mostrato che i passeggeri, compresi i bambini tra 3 e 6 anni, che avevano preso posto sui sedili posteriori ed erano assicurati con la cintura se la sono cavata relativamente bene. Non si può affermare la stessa cosa per i manichini non allacciati che hanno addirittura sradicato i sedili posti di fronte a loro.
Dal 2006, i passeggeri degli autobus sono obbligati ad allacciarsi la cintura, se il veicolo ne è equipaggiato. Oltre a ciò, dallo stesso anno tutti i torpedoni di nuova immatricolazione devono essere equipaggiati di cinture addominali a due punti di ancoraggio. Ogni anno in Europa si registrano centinaia di feriti in incidenti in cui sono coinvolti veicoli adibiti al trasporto di persone. E.B.
Ndr: quindi se in auto, o in un pulman il passeggero dietro a voi non si allaccia le cinture, CAMBIATE POSTO !
Oltre ad essere tanto stupido da farsi male lui, ci sono buone possibilità che in caso di incidente vi travolga !
Dynamic Test TCS
In pullman meglio con la cintura - Nonostante i passeggeri davanti siano legati, l'impatto catapulta quelli dietro, senza cinture, con una forza tale da sradicare i sedili. I passeggeri legati non subiscono danni.
Un torpedone viaggia alla velocità di 63 km/h e si scontra frontalmente contro un camion fermo sul ciglio della strada. Lo schianto scuote i passeggeri da cima a fondo, i vetri volano in frantumi. Le parti frontali del bus e del camion sono accartocciate e nella sezione anteriore del pullman giacciono alcuni passeggeri gravemente feriti: quelli che non avevano allacciato le cinture. Stanno molto meglio, invece, quelli che le usavano, adulti e bambini disposti nei sedili posteriori del veicolo.
Posizione ininfluente. Dal test emerge che le sollecitazioni esercitate sui corpi sono uguali dappertutto e non dipendono dalla posizione occupata dai passeggeri: il pericolo è quindi distribuito equamente tra i posti anteriori e posteriori. Con il test eseguito dal Dynamic Test Center e dai suoi partner, il TCS (Touring Club Svizzero) vuole scuotere le coscienze, esortando i passeggeri di torpedoni ad allacciarsi le cinture durante il viaggio. Nel veicolo sottoposto al test sono stati utilizzati 13 manichini; quelli seduti davanti non erano allacciati.
Cinture indispensabili. L'analisi dei dati delle misurazioni e del filmato ha mostrato che i passeggeri, compresi i bambini tra 3 e 6 anni, che avevano preso posto sui sedili posteriori ed erano assicurati con la cintura se la sono cavata relativamente bene. Non si può affermare la stessa cosa per i manichini non allacciati che hanno addirittura sradicato i sedili posti di fronte a loro.
Dal 2006, i passeggeri degli autobus sono obbligati ad allacciarsi la cintura, se il veicolo ne è equipaggiato. Oltre a ciò, dallo stesso anno tutti i torpedoni di nuova immatricolazione devono essere equipaggiati di cinture addominali a due punti di ancoraggio. Ogni anno in Europa si registrano centinaia di feriti in incidenti in cui sono coinvolti veicoli adibiti al trasporto di persone. E.B.
Ndr: quindi se in auto, o in un pulman il passeggero dietro a voi non si allaccia le cinture, CAMBIATE POSTO !
Oltre ad essere tanto stupido da farsi male lui, ci sono buone possibilità che in caso di incidente vi travolga !
mercoledì 22 giugno 2011
Più IRPEF per noi
DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO N° 49 DEL 20/06/2011
OGGETTO: APPROVAZIONE REGOLAMENTO PER L’APPLICAZIONE DELL’ADDIZIONALE COMUNALE ALL’IRPEF
... Ritenuto quindi di dover istituire l’addizionale Irpef a partire dall’anno di imposta 2011, approvando l’apposito regolamento e prevedendo in esso le aliquote dello 0,2% e dello 0,4% rispettivamente per il 2011 e per il 2012 e anni successivi;
DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO N° 50 DEL 20/6/2011
OGGETTO: VARIAZIONE DI BILANCIO
... Vista la deliberazione del Commissario straordinario n. del , assunta con i poteri del Consiglio Comunale, che ha istituito l’addizionale comunale sull’IRPEF
... Previsione del gettito derivante dall’addizionale IRPEF pari ad € 950.000,00 per il 2011, ad € 1.910.000,00 per il 2012 e ad € 1.940.000,00 per il 2013;
... di dare inoltre atto che, a seguito dell’introduzione dell’addizionale Irpef e di questa variazione, viene azzerato il disavanzo di parte corrente previsto per il 2011 e si produce un avanzo per gli anni successivi, utile per il raggiungimento degli obiettivi del patto di stabilità interno;
OGGETTO: APPROVAZIONE REGOLAMENTO PER L’APPLICAZIONE DELL’ADDIZIONALE COMUNALE ALL’IRPEF
... Ritenuto quindi di dover istituire l’addizionale Irpef a partire dall’anno di imposta 2011, approvando l’apposito regolamento e prevedendo in esso le aliquote dello 0,2% e dello 0,4% rispettivamente per il 2011 e per il 2012 e anni successivi;
DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO N° 50 DEL 20/6/2011
OGGETTO: VARIAZIONE DI BILANCIO
... Vista la deliberazione del Commissario straordinario n. del , assunta con i poteri del Consiglio Comunale, che ha istituito l’addizionale comunale sull’IRPEF
... Previsione del gettito derivante dall’addizionale IRPEF pari ad € 950.000,00 per il 2011, ad € 1.910.000,00 per il 2012 e ad € 1.940.000,00 per il 2013;
... di dare inoltre atto che, a seguito dell’introduzione dell’addizionale Irpef e di questa variazione, viene azzerato il disavanzo di parte corrente previsto per il 2011 e si produce un avanzo per gli anni successivi, utile per il raggiungimento degli obiettivi del patto di stabilità interno;
"Solo" per Buccinaschesi !
DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO N° 52 DEL 20/6/2011
OGGETTO:REGOLAMENTO COMUNALE DI POLIZIA MORTUARIA – MODIFICA
... PREMESSO che con deliberazione di C.C. n. 4 del 12/02/2004 veniva approvato il “REGOLAMENTO COMUNALE DI POLIZIA MORTUARIA” e che, in particolare all’art. 10 si consente la concessione di sepoltura anche a salme di non residenti purché parenti di primo grado di cittadini residenti;
CONSIDERATA la scarsa disponibilità di sepolture all’interno del locale Cimitero;
CONSIDERATO inoltre che i lavori di ampliamento del Cimitero stesso non inizieranno entro breve tempo;
RITENUTO opportuno disciplinare l’ingresso di salme/resti/ceneri nel locale Cimitero, ponendo dei limiti più ristretti all’utilizzo degli spazi esistenti;
OGGETTO:REGOLAMENTO COMUNALE DI POLIZIA MORTUARIA – MODIFICA
... PREMESSO che con deliberazione di C.C. n. 4 del 12/02/2004 veniva approvato il “REGOLAMENTO COMUNALE DI POLIZIA MORTUARIA” e che, in particolare all’art. 10 si consente la concessione di sepoltura anche a salme di non residenti purché parenti di primo grado di cittadini residenti;
CONSIDERATA la scarsa disponibilità di sepolture all’interno del locale Cimitero;
CONSIDERATO inoltre che i lavori di ampliamento del Cimitero stesso non inizieranno entro breve tempo;
RITENUTO opportuno disciplinare l’ingresso di salme/resti/ceneri nel locale Cimitero, ponendo dei limiti più ristretti all’utilizzo degli spazi esistenti;
Area parcheggio via Meucci
DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO N° 48 DEL 20/06/2011
OGGETTO: SODIBELCO S.R.L. C/COMUNE DI BUCCINASCO - RICORSO AL TAR LOMBARDIA PER ANNULLAMENTO, PREVIA SOSPENSIONE, DELLA DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO PREFETTIZIO N. 6 DEL 12/4/2011 – CONFERIMENTO INCARICO LEGALE (AVV.TI CHIAROLANZA E
MARSICO)
... VISTO l’allegato ricorso al TAR Lombardia, notificato all’Ente in data 15/6/2011, proposto dalla Soc. Sodibelco S.r.l. contro il Comune di Buccinasco per l’annullamento, previa sospensione, della delibera del Commissario Prefettizio n. 6 del 12/4/2011 con cui è stata disposta la sospensione della deliberazione della Giunta Comunale n. 123 del 28/5/2011 e della relativa convenzione tra il
Comune e la Sodibelco, sottoscritta in data 7/7/2010 e registrata il 19/7/2010 al n. 15583;
EVIDENZIATO che con tale ricorso la società ricorrente chiede, altresì, la condanna del Comune di Buccinasco al risarcimento del danno ingiusto arrecatole, da determinarsi in corso di causa;
RAVVISATA la necessità di resistere e di costituirsi in detto giudizio entro i termini di legge, individuando ed incaricando dei legali per la rappresentanza, assistenza e difesa del Comune in tale fase processuale;
... RILEVATO che il preventivo di spesa per l’assistenza giudiziale di cui sopra ammonta a complessivi € 8.830,85, incluse spese generali 12,5%, c.p.a. 4% ed I.V.A. 20%;...
OGGETTO: SODIBELCO S.R.L. C/COMUNE DI BUCCINASCO - RICORSO AL TAR LOMBARDIA PER ANNULLAMENTO, PREVIA SOSPENSIONE, DELLA DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO PREFETTIZIO N. 6 DEL 12/4/2011 – CONFERIMENTO INCARICO LEGALE (AVV.TI CHIAROLANZA E
MARSICO)
... VISTO l’allegato ricorso al TAR Lombardia, notificato all’Ente in data 15/6/2011, proposto dalla Soc. Sodibelco S.r.l. contro il Comune di Buccinasco per l’annullamento, previa sospensione, della delibera del Commissario Prefettizio n. 6 del 12/4/2011 con cui è stata disposta la sospensione della deliberazione della Giunta Comunale n. 123 del 28/5/2011 e della relativa convenzione tra il
Comune e la Sodibelco, sottoscritta in data 7/7/2010 e registrata il 19/7/2010 al n. 15583;
EVIDENZIATO che con tale ricorso la società ricorrente chiede, altresì, la condanna del Comune di Buccinasco al risarcimento del danno ingiusto arrecatole, da determinarsi in corso di causa;
RAVVISATA la necessità di resistere e di costituirsi in detto giudizio entro i termini di legge, individuando ed incaricando dei legali per la rappresentanza, assistenza e difesa del Comune in tale fase processuale;
... RILEVATO che il preventivo di spesa per l’assistenza giudiziale di cui sopra ammonta a complessivi € 8.830,85, incluse spese generali 12,5%, c.p.a. 4% ed I.V.A. 20%;...
martedì 21 giugno 2011
I perchè della Sanità Lombarda in mano ai privati ...
IL CASO Berlusconi, Rotelli e Moratti - piano per salvare don Verzè
A Milano spunta una grande alleanza per evitare il crac del San Raffaele, l'ultima scadenza disponibile per intervenire è il cda del 27 giugno. Nel progetto un ruolo anche per la Bracco
di WALTER GALBIATI
"Pensavano di prendersi il San Raffaele con due lire". Invece, uno scatto d'orgoglio e gli amici giusti, e don Luigi Verzè, dinamico nonostante i 92 anni, ha fatto capire che in cima al cupolone della clinica milanese c'è ancora lui. Nel suo ufficio piazzato nel mezzo del giardino pensile della clinica San Raffaele, all'ombra della statua dell'arcangelo costata ben 2,5 milioni di euro, sono giorni di duro lavoro. La corsa è contro il tempo, l'ultima data disponibile per salvare l'ospedale dal crac è il consiglio di amministrazione del 27 giugno, dopo di che per la Fondazione azionista del San Raffaele si aprirà il baratro. I debiti hanno superato il miliardo, non ci sono più soldi in cassa e già pendono in Tribunale alcuni decreti ingiuntivi: il più consistente è quello della Farma factoring che da solo vale oltre 5 milioni di euro.
Messi in un angolo i superconsulenti suggeriti dalle banche creditrici, il pivot del salvataggio è diventato Bruno Ermolli e gli assi messi sul tavolo dall'eminenza grigia berlusconiana escono da quella fitta rete di relazioni che il Gianni Letta di Milano tesse da decenni. Ovviamente la famiglia Berlusconi, da sempre vicina a Don Verzè, già presente nel capitale della Molmed, la società specializzata nella ricerca del San Raffaele e quotata in Borsa, e la famiglia Moratti, ramo Gian Marco e Letizia. Entrambe si candidano a essere soci finanziari del San Raffaele, mentre la parte industriale sarebbe stata opzionata da Giuseppe Rotelli, il re (berlusconiano pure lui) delle cliniche lombarde. Si parla di un impegno di 75 milioni di euro che verrà trasformato in azioni della nuova società che gestirà l'ospedale.
Non sono nomi usciti a caso. Ermolli è da tempo consigliere del premier, siede nei consigli di Fininvest, Mediaset e Mondadori e ha saldato stretti legami con Letizia Moratti, grazie all'Expo, alla Scala e al suo ruolo nell'advisory board del Comune di Milano. Del teatro meneghino, di cui la Moratti come sindaco è stata presidente, Ermolli è vicepresidente, mentre nell'Expo è entrato come rappresentante della Camera di Commercio. Ermolli è membro del collegio di sorveglianza della Fondazione Expo, un organismo di cui fanno parte Gian Marco Moratti e che è presieduto da Diana Bracco. Non appare nemmeno un caso, quindi, che anche l'ex presidente di Assolombarda, di stretta osservanza berlusconiana e a capo dell'omonimo gruppo attivo nella farmaceutica, sia stata chiamata a intervenire nel salvataggio del San Raffaele. Secondo il piano di Ermolli, toccherebbe proprio al gruppo Bracco, proprietario del Centro diagnostico lombardo, rilevare la divisione del San Raffaele (la Resnati) che si occupa dello stesso business.
Il vero partner industriale del San Raffaele sarebbe però Giuseppe Rotelli, patron del gruppo San Donato, vera potenza in Lombardia, già capace di mettere sul tavolo, dopo l'estate dei furbetti del quartierino, i milioni necessari per rilevare il 10% della Rcs, l'editore che pubblica Il Corriere della Sera, dalle mani, allora bucate, di Stefano Ricucci. E proprio la contiguità con Berlusconi ha finora tenuto Rotelli fuori del salotto della Rcs, governato dai banchieri, soprattutto di Intesa e di Unicredit (attraverso Mediobanca), i principali finanziatori del San Raffaele. Dall'unione tra il gruppo Rotelli e il San Raffaele nascerebbe un colosso in grado di monopolizzare oltre un terzo della sanità lombarda e di costringere in un angolo concorrenti come lo Ieo di Umberto Veronesi e l'Humanitas della famiglia Rocca. La Regione Lombardia, che ogni anno versa 440 milioni al San Raffaele, vorrebbe fare la sua parte, ma possibili conflitti d'interesse la tengono per ora lontana. Su tutto veglierebbe ancora don Verzè, che grazie alla forma di salvataggio scelto, l'accordo di ristrutturazione del debito (art. 182 bis della legge fallimentare) eviterebbe gli eventuali i guai giudiziari legati a un concordato.
(18 giugno 2011) tratto da: http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/06/18/news/berlusconi_rotelli_e_moratti_piano_per_salvare_don_verz-17871039/
A Milano spunta una grande alleanza per evitare il crac del San Raffaele, l'ultima scadenza disponibile per intervenire è il cda del 27 giugno. Nel progetto un ruolo anche per la Bracco
di WALTER GALBIATI
"Pensavano di prendersi il San Raffaele con due lire". Invece, uno scatto d'orgoglio e gli amici giusti, e don Luigi Verzè, dinamico nonostante i 92 anni, ha fatto capire che in cima al cupolone della clinica milanese c'è ancora lui. Nel suo ufficio piazzato nel mezzo del giardino pensile della clinica San Raffaele, all'ombra della statua dell'arcangelo costata ben 2,5 milioni di euro, sono giorni di duro lavoro. La corsa è contro il tempo, l'ultima data disponibile per salvare l'ospedale dal crac è il consiglio di amministrazione del 27 giugno, dopo di che per la Fondazione azionista del San Raffaele si aprirà il baratro. I debiti hanno superato il miliardo, non ci sono più soldi in cassa e già pendono in Tribunale alcuni decreti ingiuntivi: il più consistente è quello della Farma factoring che da solo vale oltre 5 milioni di euro.
Messi in un angolo i superconsulenti suggeriti dalle banche creditrici, il pivot del salvataggio è diventato Bruno Ermolli e gli assi messi sul tavolo dall'eminenza grigia berlusconiana escono da quella fitta rete di relazioni che il Gianni Letta di Milano tesse da decenni. Ovviamente la famiglia Berlusconi, da sempre vicina a Don Verzè, già presente nel capitale della Molmed, la società specializzata nella ricerca del San Raffaele e quotata in Borsa, e la famiglia Moratti, ramo Gian Marco e Letizia. Entrambe si candidano a essere soci finanziari del San Raffaele, mentre la parte industriale sarebbe stata opzionata da Giuseppe Rotelli, il re (berlusconiano pure lui) delle cliniche lombarde. Si parla di un impegno di 75 milioni di euro che verrà trasformato in azioni della nuova società che gestirà l'ospedale.
Non sono nomi usciti a caso. Ermolli è da tempo consigliere del premier, siede nei consigli di Fininvest, Mediaset e Mondadori e ha saldato stretti legami con Letizia Moratti, grazie all'Expo, alla Scala e al suo ruolo nell'advisory board del Comune di Milano. Del teatro meneghino, di cui la Moratti come sindaco è stata presidente, Ermolli è vicepresidente, mentre nell'Expo è entrato come rappresentante della Camera di Commercio. Ermolli è membro del collegio di sorveglianza della Fondazione Expo, un organismo di cui fanno parte Gian Marco Moratti e che è presieduto da Diana Bracco. Non appare nemmeno un caso, quindi, che anche l'ex presidente di Assolombarda, di stretta osservanza berlusconiana e a capo dell'omonimo gruppo attivo nella farmaceutica, sia stata chiamata a intervenire nel salvataggio del San Raffaele. Secondo il piano di Ermolli, toccherebbe proprio al gruppo Bracco, proprietario del Centro diagnostico lombardo, rilevare la divisione del San Raffaele (la Resnati) che si occupa dello stesso business.
Il vero partner industriale del San Raffaele sarebbe però Giuseppe Rotelli, patron del gruppo San Donato, vera potenza in Lombardia, già capace di mettere sul tavolo, dopo l'estate dei furbetti del quartierino, i milioni necessari per rilevare il 10% della Rcs, l'editore che pubblica Il Corriere della Sera, dalle mani, allora bucate, di Stefano Ricucci. E proprio la contiguità con Berlusconi ha finora tenuto Rotelli fuori del salotto della Rcs, governato dai banchieri, soprattutto di Intesa e di Unicredit (attraverso Mediobanca), i principali finanziatori del San Raffaele. Dall'unione tra il gruppo Rotelli e il San Raffaele nascerebbe un colosso in grado di monopolizzare oltre un terzo della sanità lombarda e di costringere in un angolo concorrenti come lo Ieo di Umberto Veronesi e l'Humanitas della famiglia Rocca. La Regione Lombardia, che ogni anno versa 440 milioni al San Raffaele, vorrebbe fare la sua parte, ma possibili conflitti d'interesse la tengono per ora lontana. Su tutto veglierebbe ancora don Verzè, che grazie alla forma di salvataggio scelto, l'accordo di ristrutturazione del debito (art. 182 bis della legge fallimentare) eviterebbe gli eventuali i guai giudiziari legati a un concordato.
(18 giugno 2011) tratto da: http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/06/18/news/berlusconi_rotelli_e_moratti_piano_per_salvare_don_verz-17871039/
Fecondazione assistita a carico del SSN fino a 50 - 65 anni di età
Veneto. "Effetto Nannini": fecondazione assistita per le donne fino a 50 anni
VENEZIA - Mamme a 50 anni con la fecondazione assistita ed a carico del Servizio sanitario nazionale. Sarà possibile in Veneto, grazie ad una delibera regionale che ha appunto esteso la possibilità di tali trattamenti alle cinquantenni. E c'è già chi lo definisce "effetto Nannini", riferendosi alla celebre cantante diventata mamma a 54 anni. La decisione non ha mancato di suscitare polemiche, con esponenti del mondo scientifico che sottolineano come le chance di ottenere una gravidanza in donne over-40 siano limitate ed esponenti dell'opposizione in Veneto che chiedono il ritiro del provvedimento. Ma per il sottosegretario alla Salute Francesca Martini e l'assessore veneto alla Sanità, Luca Coletto, si tratta di una «scelta di civiltà». D'altronde, la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita (pma), precisano i giuristi, non prevede limiti d'età per tali tecniche, ma fa riferimento ad una «età potenzialmente fertile».
Delibera Veneto, sì a mamme a 50 anni con la pma. Alle donne fino ai 50 anni è garantito l'accesso alla fecondazione assistita nell'ambito del sistema sanitario nazionale, ovvero gratuitamente eccetto che per il pagamento del ticket sanitario (mentre per gli uomini il limite è a 65 anni). Lo prevede una delibera approvata dalla giunta regionale. La delibera pone anche un limite al numero dei tentativi: tre o quattro a seconda della tipologia di fecondazione usata. L'età limite per le donne, in un primo tempo, era fissata a 43 anni. Il provvedimento prevede inoltre una dettagliata relazione preliminare da parte di uno specialista curante che attesti le reali possibilità di una gravidanza nella donna.
Martini e Coletto, scelta di grande civiltà. Una scelta di «civiltà e attenta alle aspettative di molte donne»: così il sottosegretario alla salute Francesca Martini ha commentato la delibera. E l'assessore alla sanità veneta Luca Coletto sottolinea come, pur tenendo conto delle ragioni scientifiche che indicano un drastico calo delle possibilità di successo per una gravidanza dopo i 43-44 anni, si sono considerate le «ragioni umane che tengono conto dell'aumento delle aspettative di vita e di conseguenza del fatto che l'aspirazione alla maternità è forte nelle donne anche in età più avanzata». Coletto ha inoltre annunciato che porterà i contenuti della delibera all'attenzione del coordinamento degli assessori alla sanità delle Regioni, da lui presieduto, «perché si apra un ragionamento ed un dibattito sulla questione, mentre anche a livello governativo se ne sta discutendo».
Bianco (Ordini Medici), condizione è efficacia intervento. Nessuna preclusione alla possibilità di effettuare interventi di fecondazione assistita anche a donne fino a 50 anni, ha commentato il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) Amedeo Bianco, «ma la condizione di base è che si tratti di interventi di comprovata efficacia e non, invece, di procedure che rientrano solo in una 'medicina dei desideri'».
In Veneto opposizione chiede ritiro delibera. Ritirare la delibera: lo chiedono Claudio Sinigaglia (Pd), vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio Veneto, e Diego Bottacin (gruppo misto), esponente di Verso Nord. I due consiglieri di opposizione hanno anche chiesto che l'assessore Coletto ne discuta con la commissione regionale Sanità. Per i due esponenti la delibera è incoerente con le premesse scientifiche, che argomentano le possibilità di successo della fecondazione artificiale individuando, per le donne, il limite dei 43 anni.
Giovedì 16 Giugno 2011 - 19:46 Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Giugno - 22:04
tratto da: http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=152966&sez=REGIONI
Ndr. Anche in questo caso il rischio di semplificare banalizzando è alto.
A partire dalla facile battuta "come hanno votato, se hanno votato, i veneti in occasione dei referendum sulla fecondazione assistita ? E come hanno consigliato di votare i partiti che oggi governano il Veneto ed hanno approvato questa delibera regionale ? "
O anche, come commenta una donna nel sito dal quale ho ripreso l'articolo: Demagogia: " ... Un sacco di soldi pubblici buttati al vento (ce ne fossero tanti:::) per successi minimi e con allungamento delle liste d'attesa per tutte le donne, con la conseguenza che si arriverà alla PMA dopo due o tre anni di attesa (adesso si va sul 18/20 mesi) e quindi più vecchie ( la maggior parte delle donne arriva alla PMA oltre i 35 anni, e a questa età ogni anno pesa molto sulla riduzione delle riserva di ovuli) e con calo delle già non altissime probabilità di successo. Ragazzi, chiamarlo autogol è poco ..."
VENEZIA - Mamme a 50 anni con la fecondazione assistita ed a carico del Servizio sanitario nazionale. Sarà possibile in Veneto, grazie ad una delibera regionale che ha appunto esteso la possibilità di tali trattamenti alle cinquantenni. E c'è già chi lo definisce "effetto Nannini", riferendosi alla celebre cantante diventata mamma a 54 anni. La decisione non ha mancato di suscitare polemiche, con esponenti del mondo scientifico che sottolineano come le chance di ottenere una gravidanza in donne over-40 siano limitate ed esponenti dell'opposizione in Veneto che chiedono il ritiro del provvedimento. Ma per il sottosegretario alla Salute Francesca Martini e l'assessore veneto alla Sanità, Luca Coletto, si tratta di una «scelta di civiltà». D'altronde, la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita (pma), precisano i giuristi, non prevede limiti d'età per tali tecniche, ma fa riferimento ad una «età potenzialmente fertile».
Delibera Veneto, sì a mamme a 50 anni con la pma. Alle donne fino ai 50 anni è garantito l'accesso alla fecondazione assistita nell'ambito del sistema sanitario nazionale, ovvero gratuitamente eccetto che per il pagamento del ticket sanitario (mentre per gli uomini il limite è a 65 anni). Lo prevede una delibera approvata dalla giunta regionale. La delibera pone anche un limite al numero dei tentativi: tre o quattro a seconda della tipologia di fecondazione usata. L'età limite per le donne, in un primo tempo, era fissata a 43 anni. Il provvedimento prevede inoltre una dettagliata relazione preliminare da parte di uno specialista curante che attesti le reali possibilità di una gravidanza nella donna.
Martini e Coletto, scelta di grande civiltà. Una scelta di «civiltà e attenta alle aspettative di molte donne»: così il sottosegretario alla salute Francesca Martini ha commentato la delibera. E l'assessore alla sanità veneta Luca Coletto sottolinea come, pur tenendo conto delle ragioni scientifiche che indicano un drastico calo delle possibilità di successo per una gravidanza dopo i 43-44 anni, si sono considerate le «ragioni umane che tengono conto dell'aumento delle aspettative di vita e di conseguenza del fatto che l'aspirazione alla maternità è forte nelle donne anche in età più avanzata». Coletto ha inoltre annunciato che porterà i contenuti della delibera all'attenzione del coordinamento degli assessori alla sanità delle Regioni, da lui presieduto, «perché si apra un ragionamento ed un dibattito sulla questione, mentre anche a livello governativo se ne sta discutendo».
Bianco (Ordini Medici), condizione è efficacia intervento. Nessuna preclusione alla possibilità di effettuare interventi di fecondazione assistita anche a donne fino a 50 anni, ha commentato il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) Amedeo Bianco, «ma la condizione di base è che si tratti di interventi di comprovata efficacia e non, invece, di procedure che rientrano solo in una 'medicina dei desideri'».
In Veneto opposizione chiede ritiro delibera. Ritirare la delibera: lo chiedono Claudio Sinigaglia (Pd), vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio Veneto, e Diego Bottacin (gruppo misto), esponente di Verso Nord. I due consiglieri di opposizione hanno anche chiesto che l'assessore Coletto ne discuta con la commissione regionale Sanità. Per i due esponenti la delibera è incoerente con le premesse scientifiche, che argomentano le possibilità di successo della fecondazione artificiale individuando, per le donne, il limite dei 43 anni.
Giovedì 16 Giugno 2011 - 19:46 Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Giugno - 22:04
tratto da: http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=152966&sez=REGIONI
Ndr. Anche in questo caso il rischio di semplificare banalizzando è alto.
A partire dalla facile battuta "come hanno votato, se hanno votato, i veneti in occasione dei referendum sulla fecondazione assistita ? E come hanno consigliato di votare i partiti che oggi governano il Veneto ed hanno approvato questa delibera regionale ? "
O anche, come commenta una donna nel sito dal quale ho ripreso l'articolo: Demagogia: " ... Un sacco di soldi pubblici buttati al vento (ce ne fossero tanti:::) per successi minimi e con allungamento delle liste d'attesa per tutte le donne, con la conseguenza che si arriverà alla PMA dopo due o tre anni di attesa (adesso si va sul 18/20 mesi) e quindi più vecchie ( la maggior parte delle donne arriva alla PMA oltre i 35 anni, e a questa età ogni anno pesa molto sulla riduzione delle riserva di ovuli) e con calo delle già non altissime probabilità di successo. Ragazzi, chiamarlo autogol è poco ..."
Loris Cereda scarcerato...
Tratto dal Blog del Sìono: http://sionomagazine.blogspot.com/2011/06/breaking-news-buccinasco-scarcerato.html
"Nella giornata di oggi, lunedì 20 giugno, l'ex Sindaco di Buccinasco Loris Cereda è stato messo in libertà."
"Nella giornata di oggi, lunedì 20 giugno, l'ex Sindaco di Buccinasco Loris Cereda è stato messo in libertà."
lunedì 20 giugno 2011
Chi sarà il nuovo Vescovo di Milano ?
Il sito di Luigi Saccavini segnala un interessante articolo sul possibile nuovo Vescovo di Milano: LINK: http://ilfattoquotidiano.it/2011/06/19/scola-a-milanola-rivincita-del-vescovo-di-cl/119964/.
Articolo interessante che riprendo anche qui:
Archivio cartaceo di Gianni Barbacetto
Scola a Milano, la rivincita del vescovo di Cl
Il patriarca di Venezia pronto a succedere a Tettamanzi. Nel 1970 fu cacciato dalla diocesi ambrosiana: per "settarismo". Obbediva solo a don Luigi Giussani e non riconosceva altre autorità
“Per la Chiesa ambrosiana sarà un trauma. Se davvero Angelo Scola sarà scelto come prossimo arcivescovo di Milano, sulla diocesi più grande del mondo, l’arcidiocesi di Giovanni Battista Montini e di Carlo Maria Martini, piomberà un macigno. Non riesco a crederlo possibile: sarebbe, anche per il clero ambrosiano, uno strappo culturale e pastorale lancinante”.
Chi manifesta queste preoccupazioni, a condizione di aver garantito l’anonimato, è un personaggio che ha avuto un ruolo nella storia della diocesi di Milano. Con lui, sono molti i preti e i laici impegnati nelle strutture ecclesiali che sono seriamente allarmati per il possibile arrivo di monsignor Scola nella curia di piazza Fontana. Sarebbe la grande rivincita: fu cacciato dalla diocesi di Milano nel 1970, tanto che dovette andare a farsi ordinare sacerdote a Teramo, e ora tornerebbe nella Chiesa di Ambrogio da trionfatore.
L’attuale arcivescovo, Dionigi Tettamanzi, a settembre si ritirerà in pensione. Il candidato favorito a sostituirlo è il patriarca di Venezia Angelo Scola, che gode della fiducia di papa Benedetto XVI.
Angelo Scola nasce a Malgrate, non distante da Lecco, nel 1941. Maturità al liceo classico Manzoni di Lecco, poi laurea in filosofia all’Università Cattolica di Milano. Intanto però Angelo ha fatto l’incontro che gli cambia la vita: quello con “il Gius”, don Luigi Giussani, il fondatore di Comunione e liberazione. Decide, adulto, di diventare prete. Entra nel seminario diocesano milanese: un anno a Saronno, poi a Venegono, dove si compiono gli studi teologici. Ma alla vigilia dell’ordinazione, il rettore Attilio Nicora decide di “fermare” il giovane Scola.
Il seminario milanese ha una tradizione antica e prestigiosa, che risale a San Carlo Borromeo: non può tollerare che alcuni seminaristi vivano tra i chiostri silenziosi di Venegono come fossero un corpo separato, senza riconoscere davvero l’autorità dei superiori, dei professori, dei teologi, del padre spirituale, perché hanno i loro maestri, i loro superiori, i loro teologi, i loro padri spirituali. Monsignor Nicora spiega ai ciellini che non possono usare il seminario ambrosiano come fosse un taxi. Così viene bloccato Angelo Scola, ma hanno qualche difficoltà anche Massimo Camisasca, Luigi Negri, Marco Barbetta, altri pupilli di “don Gius” che obbediscono a lui e solo a lui. Cl s’incarica di trovare altre strade per far diventare prete Scola e anche gli altri faranno poi comunque carriera nella Chiesa. Il ventinovenne Angelo di Malgrate viene ordinato sacerdote il 18 luglio 1970 dal vescovo di Teramo, monsignor Abele Conigli, e poi parte per Friburgo, dove completa gli studi di teologia. Come gli altri preti ciellini vive in una sorta di extraterritorialità, fuori dalla diocesi, tanto che nel 1976, quando partecipa al primo convegno ecclesiale organizzato dalla Cei su “Evangelizzazione e promozione umana”, nel programma viene indicato come proveniente da Caserta. Per capire la sua espulsione di fatto dal seminario maggiore ambrosiano, bisogna ricordare che cosa stava succedendo in quegli anni a Milano. Il gruppo di Giussani aveva occupato il settore giovanile dell’Azione cattolica ambrosiana, con grande imbarazzo del presidente, Livio Zambrini. Negli anni Sessanta, “il Gius” conquista Gioventù studentesca, “movimento d’ambiente” dell’Azione cattolica nelle scuole, trasformandola nel nucleo da cui nasce prima Undicesima ora, poi Comunione e liberazione. Con sapiente “entrismo”, colonizza il Settore giovani dell’Azione cattolica ambrosiana, ai cui vertici impone i ciellini Massimo Camisasca e Piera Bagattini. Angelo Scola era intanto diventato presidente della Fuci, l’organizzazione degli universitari cattolici. La campagna di conquista s’interrompe nel 1972.
L’assistente diocesano di Azione cattolica, don Antonio Barone, fiancheggiato dai giovani don Giovanni Giudici e don Erminio De Scalzi, va dal cardinale arcivescovo, monsignor Giovanni Colombo, e fa presente che la situazione non è più tollerabile. Si è insediata a Milano una Chiesa “parallela”, che risponde non al vescovo e ai preti e laici che hanno cariche formali, ma soltanto alla gerarchia invisibile di don Giussani. Il cardinale, dopo qualche tentennamento, interviene. Camisasca e Bagattini sono costretti a dare le dimissioni, sostituiti da Giorgio Vecchio e Antonietta Carniel. Ma “Don Gius” e i suoi non si danno per vinti. Spostano la guerra a Roma. Ottenendo importanti riconoscimenti prima da Giovanni Paolo II e ora da papa Ratzinger. Una sorte beffarda ha già voluto che Scola diventasse cardinale nel concistoro del 21 ottobre 2003, lo stesso che ha concesso la porpora anche ad Attilio Nicora, il rettore che lo cacciò da Milano. Ora, se arriverà nella diocesi ambrosiana come arcivescovo, la sua rivincita sarà completa.
Da Il Fatto Quotidiano del 19 giugno 2011
NdR: L'articolo non pone alcun interrogativo (che io invece ritengo necessario e legittimo) circa l'opportunità di abbandonare / condannare la Lombardia alle mani di CL. Già abbiamo un presidente della regione in carica da decenni, che ha plasmato la struttura regionale a propria immagine, a partire da sanità e fiere. Con un Vescovo "amico", quali saranno i limiti che CL saprà porsi, e quali le possibilità di sopravvivenza per chi non si riconosca nel "movimento" ?
Articolo interessante che riprendo anche qui:
Archivio cartaceo di Gianni Barbacetto
Scola a Milano, la rivincita del vescovo di Cl
Il patriarca di Venezia pronto a succedere a Tettamanzi. Nel 1970 fu cacciato dalla diocesi ambrosiana: per "settarismo". Obbediva solo a don Luigi Giussani e non riconosceva altre autorità
“Per la Chiesa ambrosiana sarà un trauma. Se davvero Angelo Scola sarà scelto come prossimo arcivescovo di Milano, sulla diocesi più grande del mondo, l’arcidiocesi di Giovanni Battista Montini e di Carlo Maria Martini, piomberà un macigno. Non riesco a crederlo possibile: sarebbe, anche per il clero ambrosiano, uno strappo culturale e pastorale lancinante”.
Chi manifesta queste preoccupazioni, a condizione di aver garantito l’anonimato, è un personaggio che ha avuto un ruolo nella storia della diocesi di Milano. Con lui, sono molti i preti e i laici impegnati nelle strutture ecclesiali che sono seriamente allarmati per il possibile arrivo di monsignor Scola nella curia di piazza Fontana. Sarebbe la grande rivincita: fu cacciato dalla diocesi di Milano nel 1970, tanto che dovette andare a farsi ordinare sacerdote a Teramo, e ora tornerebbe nella Chiesa di Ambrogio da trionfatore.
L’attuale arcivescovo, Dionigi Tettamanzi, a settembre si ritirerà in pensione. Il candidato favorito a sostituirlo è il patriarca di Venezia Angelo Scola, che gode della fiducia di papa Benedetto XVI.
Angelo Scola nasce a Malgrate, non distante da Lecco, nel 1941. Maturità al liceo classico Manzoni di Lecco, poi laurea in filosofia all’Università Cattolica di Milano. Intanto però Angelo ha fatto l’incontro che gli cambia la vita: quello con “il Gius”, don Luigi Giussani, il fondatore di Comunione e liberazione. Decide, adulto, di diventare prete. Entra nel seminario diocesano milanese: un anno a Saronno, poi a Venegono, dove si compiono gli studi teologici. Ma alla vigilia dell’ordinazione, il rettore Attilio Nicora decide di “fermare” il giovane Scola.
Il seminario milanese ha una tradizione antica e prestigiosa, che risale a San Carlo Borromeo: non può tollerare che alcuni seminaristi vivano tra i chiostri silenziosi di Venegono come fossero un corpo separato, senza riconoscere davvero l’autorità dei superiori, dei professori, dei teologi, del padre spirituale, perché hanno i loro maestri, i loro superiori, i loro teologi, i loro padri spirituali. Monsignor Nicora spiega ai ciellini che non possono usare il seminario ambrosiano come fosse un taxi. Così viene bloccato Angelo Scola, ma hanno qualche difficoltà anche Massimo Camisasca, Luigi Negri, Marco Barbetta, altri pupilli di “don Gius” che obbediscono a lui e solo a lui. Cl s’incarica di trovare altre strade per far diventare prete Scola e anche gli altri faranno poi comunque carriera nella Chiesa. Il ventinovenne Angelo di Malgrate viene ordinato sacerdote il 18 luglio 1970 dal vescovo di Teramo, monsignor Abele Conigli, e poi parte per Friburgo, dove completa gli studi di teologia. Come gli altri preti ciellini vive in una sorta di extraterritorialità, fuori dalla diocesi, tanto che nel 1976, quando partecipa al primo convegno ecclesiale organizzato dalla Cei su “Evangelizzazione e promozione umana”, nel programma viene indicato come proveniente da Caserta. Per capire la sua espulsione di fatto dal seminario maggiore ambrosiano, bisogna ricordare che cosa stava succedendo in quegli anni a Milano. Il gruppo di Giussani aveva occupato il settore giovanile dell’Azione cattolica ambrosiana, con grande imbarazzo del presidente, Livio Zambrini. Negli anni Sessanta, “il Gius” conquista Gioventù studentesca, “movimento d’ambiente” dell’Azione cattolica nelle scuole, trasformandola nel nucleo da cui nasce prima Undicesima ora, poi Comunione e liberazione. Con sapiente “entrismo”, colonizza il Settore giovani dell’Azione cattolica ambrosiana, ai cui vertici impone i ciellini Massimo Camisasca e Piera Bagattini. Angelo Scola era intanto diventato presidente della Fuci, l’organizzazione degli universitari cattolici. La campagna di conquista s’interrompe nel 1972.
L’assistente diocesano di Azione cattolica, don Antonio Barone, fiancheggiato dai giovani don Giovanni Giudici e don Erminio De Scalzi, va dal cardinale arcivescovo, monsignor Giovanni Colombo, e fa presente che la situazione non è più tollerabile. Si è insediata a Milano una Chiesa “parallela”, che risponde non al vescovo e ai preti e laici che hanno cariche formali, ma soltanto alla gerarchia invisibile di don Giussani. Il cardinale, dopo qualche tentennamento, interviene. Camisasca e Bagattini sono costretti a dare le dimissioni, sostituiti da Giorgio Vecchio e Antonietta Carniel. Ma “Don Gius” e i suoi non si danno per vinti. Spostano la guerra a Roma. Ottenendo importanti riconoscimenti prima da Giovanni Paolo II e ora da papa Ratzinger. Una sorte beffarda ha già voluto che Scola diventasse cardinale nel concistoro del 21 ottobre 2003, lo stesso che ha concesso la porpora anche ad Attilio Nicora, il rettore che lo cacciò da Milano. Ora, se arriverà nella diocesi ambrosiana come arcivescovo, la sua rivincita sarà completa.
Da Il Fatto Quotidiano del 19 giugno 2011
NdR: L'articolo non pone alcun interrogativo (che io invece ritengo necessario e legittimo) circa l'opportunità di abbandonare / condannare la Lombardia alle mani di CL. Già abbiamo un presidente della regione in carica da decenni, che ha plasmato la struttura regionale a propria immagine, a partire da sanità e fiere. Con un Vescovo "amico", quali saranno i limiti che CL saprà porsi, e quali le possibilità di sopravvivenza per chi non si riconosca nel "movimento" ?
venerdì 17 giugno 2011
Strategia ABC: “astinenza”, “fedeltà” e "preservativo"
ABC Approach allo scopo di ridurre il rischio di contrarre l'AIDS durante i rapporti sessuali:
Abstinence (astinenza o rimandare le attività sessuali, specialmente per i giovani)
Being faithful (lett. essere fedeli), specialmente per coloro che abbiano relazioni serie
Condom, (uso del-) per coloro che hanno un comportamento sessuale che li mette a rischio
*************************
Premesse
a) non conosco la affidabilità del sito
b) non conosco la affidabilità delle statistiche citate
ma, nonostante ciò, la discussione in corso nel sito dell' UCCR mi sembra interessante.
Articolo e commenti sui quali riflettere, certo che la soluzione non sia sempre facile ed unica.
LINK: http://www.uccronline.it/2011/06/12/nuova-ricerca-il-preservativo-ha-aumentato-laids-fedelta-e-astinenza-no/
Abstinence (astinenza o rimandare le attività sessuali, specialmente per i giovani)
Being faithful (lett. essere fedeli), specialmente per coloro che abbiano relazioni serie
Condom, (uso del-) per coloro che hanno un comportamento sessuale che li mette a rischio
*************************
Premesse
a) non conosco la affidabilità del sito
b) non conosco la affidabilità delle statistiche citate
ma, nonostante ciò, la discussione in corso nel sito dell' UCCR mi sembra interessante.
Articolo e commenti sui quali riflettere, certo che la soluzione non sia sempre facile ed unica.
LINK: http://www.uccronline.it/2011/06/12/nuova-ricerca-il-preservativo-ha-aumentato-laids-fedelta-e-astinenza-no/
Nova (?) Terra al capolinea ?
Segnalo un interessante commento di Giambattista Maiorano pubblicato sul sito del PD
LINK: http://www.pdbuccinasco.it/public/post/scuola-nuova-terra-al-capolinea-1314.asp
LINK: http://www.pdbuccinasco.it/public/post/scuola-nuova-terra-al-capolinea-1314.asp
giovedì 16 giugno 2011
Referendum anti-Porcellum
LEGGE ELETTORALE "Io firmo. Riprendiamoci il voto"
Al via il referendum anti-Porcellum
Presentata questa mattina a Roma una nuova campagna referendaria per cancellare i punti più controversi della legge Calderoli.
Dalla prossima settimana via alla raccolta delle firme.
Obiettivo: 500mila entro la fine di settembre
di CARMINE SAVIANO, 16 giugno 2011
ROMA - Liste bloccate, premio di maggioranza, deroghe alla soglia di sbarramento, obbligo di indicazione del candidato premier. Quattro punti. Quattro disposizioni che fanno del Porcellum, una legge elettorale "da cancellare al più presto". Dando, attraverso un referendum abrogativo, la parola ai cittadini.
È "Io Firmo. Riprendiamoci il voto" 1, iniziativa del Comitato per il Referendum sulla Legge Elettorale, che stamattina a Roma, ha lanciato una nuova campagna referendaria. Si parte la prossima settimana con la raccolta delle firme per eliminare una delle distorsioni più nocive del sistema politico italiano.
Una mobilitazione trasversale, che nasce nella società civile, per mettere un freno ai danni prodotti dal Porcellum: trasformismo, frammentazione, coalizioni disomogenee e ingovernabili. Per questo, secondo Stefano Passigli, "ogni tentativo di modifica della legge è destinato a fallire", e l'unico modo per eliminarne i difetti è "tagliare i quattro punti più discussi". E il ricorso ai cittadini è il modo per superare l'impasse parlamentare: "Se il Parlamento riuscirà a trovare un accordo, tanto meglio. Altrimenti il referendum è inevitabile".
Numerosi gli interventi. Tutti tesi a sottolineare gli orrori del Porcellum. Per Giovanni Sartori, "il premio di maggioranza dato a una minoranza è il vizio maggiore della legge". Perché "questo falsa tutto il sistema politico: le leggi elettorali trasformano i voti in seggi e questa legge li trasforma male". Poi l'indicazione dei modelli che potrebbero essere importati in Italia: "il doppio turno alla francese o quello tedesco sarebbero i due sistemi che andrebbero bene". E sulle motivazioni del referendum: "È il rimedio contro l'inerzia dei partiti in materia di legge elettorale".
Per Enzo Cheli, "dopo la legge Acerbo, è la peggiore legge elettorale della storia italiana". E ancora: "Al di là delle conseguenze, come le intere aree sociali buttate fuori dal Parlamento, il premio di maggioranza dato ad una coalizione al di là di una soglia minima è a rischio di costituzionalità". Non solo: con il Porcellum, sono saltate tutte le "soglie di ragionevolezza". Da qui l'esigenza di intervenire sulla legge "per ragioni di manutenzione costituzionale". Non manca la preoccupazione per il tipo di legge che verrebbe fuori se il referendum riuscisse ad ottenere il quorum: "Se passa, resta in piedi una legge proporzionale. E, soprattutto, una legge funzionante".
L'obiettivo è raggiungere, entro settembre, le 500mila firme valide necessarie a presentare il referendum alla Corte di Cassazione. Tra le prime adesioni nomi molto noti della cultura italiana: Claudio Abbado, Salvatore Accardo, Umberto Ambrosoli, Alberto Asor Rosa, Corrado Augias, Gae Aulenti, Andrea Carandini, Luigi Brioschi, Tullio De Mauro, Umberto Eco, Carlo Feltrinelli, Inge Feltrinelli, Ernesto Ferrero. Vittorio Gregotti, Carlo Federico Grosso, Rosetta Loy, Dacia Maraini, Renzo Piano, Mario Pirani, Maurizio Pollini, Giovanni Sartori, Corrado Stajano, Massimo Teodori, Giovanni Valentini, Paolo Mauri, Gustavo Visentini, Innocenzo Cipolletta, Domenico Fisichella, Stefano Mauri, Benedetta Tobagi, Franco Cardini, Luciano Canfora, Irene Bignardi e Margherita Hack.
Tratto da: http://www.repubblica.it/politica/2011/06/16/news/referendum_anti-porcellum-17778068/
Al via il referendum anti-Porcellum
Presentata questa mattina a Roma una nuova campagna referendaria per cancellare i punti più controversi della legge Calderoli.
Dalla prossima settimana via alla raccolta delle firme.
Obiettivo: 500mila entro la fine di settembre
di CARMINE SAVIANO, 16 giugno 2011
ROMA - Liste bloccate, premio di maggioranza, deroghe alla soglia di sbarramento, obbligo di indicazione del candidato premier. Quattro punti. Quattro disposizioni che fanno del Porcellum, una legge elettorale "da cancellare al più presto". Dando, attraverso un referendum abrogativo, la parola ai cittadini.
È "Io Firmo. Riprendiamoci il voto" 1, iniziativa del Comitato per il Referendum sulla Legge Elettorale, che stamattina a Roma, ha lanciato una nuova campagna referendaria. Si parte la prossima settimana con la raccolta delle firme per eliminare una delle distorsioni più nocive del sistema politico italiano.
Una mobilitazione trasversale, che nasce nella società civile, per mettere un freno ai danni prodotti dal Porcellum: trasformismo, frammentazione, coalizioni disomogenee e ingovernabili. Per questo, secondo Stefano Passigli, "ogni tentativo di modifica della legge è destinato a fallire", e l'unico modo per eliminarne i difetti è "tagliare i quattro punti più discussi". E il ricorso ai cittadini è il modo per superare l'impasse parlamentare: "Se il Parlamento riuscirà a trovare un accordo, tanto meglio. Altrimenti il referendum è inevitabile".
Numerosi gli interventi. Tutti tesi a sottolineare gli orrori del Porcellum. Per Giovanni Sartori, "il premio di maggioranza dato a una minoranza è il vizio maggiore della legge". Perché "questo falsa tutto il sistema politico: le leggi elettorali trasformano i voti in seggi e questa legge li trasforma male". Poi l'indicazione dei modelli che potrebbero essere importati in Italia: "il doppio turno alla francese o quello tedesco sarebbero i due sistemi che andrebbero bene". E sulle motivazioni del referendum: "È il rimedio contro l'inerzia dei partiti in materia di legge elettorale".
Per Enzo Cheli, "dopo la legge Acerbo, è la peggiore legge elettorale della storia italiana". E ancora: "Al di là delle conseguenze, come le intere aree sociali buttate fuori dal Parlamento, il premio di maggioranza dato ad una coalizione al di là di una soglia minima è a rischio di costituzionalità". Non solo: con il Porcellum, sono saltate tutte le "soglie di ragionevolezza". Da qui l'esigenza di intervenire sulla legge "per ragioni di manutenzione costituzionale". Non manca la preoccupazione per il tipo di legge che verrebbe fuori se il referendum riuscisse ad ottenere il quorum: "Se passa, resta in piedi una legge proporzionale. E, soprattutto, una legge funzionante".
L'obiettivo è raggiungere, entro settembre, le 500mila firme valide necessarie a presentare il referendum alla Corte di Cassazione. Tra le prime adesioni nomi molto noti della cultura italiana: Claudio Abbado, Salvatore Accardo, Umberto Ambrosoli, Alberto Asor Rosa, Corrado Augias, Gae Aulenti, Andrea Carandini, Luigi Brioschi, Tullio De Mauro, Umberto Eco, Carlo Feltrinelli, Inge Feltrinelli, Ernesto Ferrero. Vittorio Gregotti, Carlo Federico Grosso, Rosetta Loy, Dacia Maraini, Renzo Piano, Mario Pirani, Maurizio Pollini, Giovanni Sartori, Corrado Stajano, Massimo Teodori, Giovanni Valentini, Paolo Mauri, Gustavo Visentini, Innocenzo Cipolletta, Domenico Fisichella, Stefano Mauri, Benedetta Tobagi, Franco Cardini, Luciano Canfora, Irene Bignardi e Margherita Hack.
Tratto da: http://www.repubblica.it/politica/2011/06/16/news/referendum_anti-porcellum-17778068/
Riforestazione via Torricelli
DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO N° 47 DEL 13/6/2011
OGGETTO: CONVENZIONE TRA IL COMUNE DI BUCCINASCO E LA SOCIETA’ IDEALVERDE S.R.L. PER L’USO DELL’AREA PUBBLICA SITA A BUCCINASCO IN VIA TORRICELLI
... l’area in oggetto, avente una superficie di circa 3.000,00 mq, è identificata al catasto al Foglio 16, Mappali 179 e 202 ed è individuata dal vigente Piano Regolatore Generale come “area destinata ad attrezzature pubbliche di livello comunale - F1”, così definita dall’art. 34 delle vigenti Norme Tecniche di Attuazione;
- detto terreno è attualmente interessato da intervento di riforestazione “Masterplan Navigli – secondo lotto”;
- l'area oggetto della della convenzione sarà utilizzata dal Concessionario esclusivamente per la giacenza di piante legate all’attività florovivaistica del Concessionario.
- La convenzione esclude tassativamente, pena la risoluzione, l’insediamento di attività differenti quali commerciale/artigianale e produttiva.
... CONSIDERATO che l’attività florovivaistica proposta risulterebbe compatibile con la presenza degli alberi di recente forestazione, in quanto le essenze derivanti da detta attività verrebbero collocate negli interespazi posti tra le esistenti piantumazioni;
PRESO ATTO che la controprestazione prevista contempla, oltre alla manutenzione dell’area in oggetto, ivi compresa la cura delle piante derivanti dalla riforestazione, anche la manutenzione straordinaria e ordinaria della rotonda di via della Resistenza/via Toscanelli;
OGGETTO: CONVENZIONE TRA IL COMUNE DI BUCCINASCO E LA SOCIETA’ IDEALVERDE S.R.L. PER L’USO DELL’AREA PUBBLICA SITA A BUCCINASCO IN VIA TORRICELLI
... l’area in oggetto, avente una superficie di circa 3.000,00 mq, è identificata al catasto al Foglio 16, Mappali 179 e 202 ed è individuata dal vigente Piano Regolatore Generale come “area destinata ad attrezzature pubbliche di livello comunale - F1”, così definita dall’art. 34 delle vigenti Norme Tecniche di Attuazione;
- detto terreno è attualmente interessato da intervento di riforestazione “Masterplan Navigli – secondo lotto”;
- l'area oggetto della della convenzione sarà utilizzata dal Concessionario esclusivamente per la giacenza di piante legate all’attività florovivaistica del Concessionario.
- La convenzione esclude tassativamente, pena la risoluzione, l’insediamento di attività differenti quali commerciale/artigianale e produttiva.
... CONSIDERATO che l’attività florovivaistica proposta risulterebbe compatibile con la presenza degli alberi di recente forestazione, in quanto le essenze derivanti da detta attività verrebbero collocate negli interespazi posti tra le esistenti piantumazioni;
PRESO ATTO che la controprestazione prevista contempla, oltre alla manutenzione dell’area in oggetto, ivi compresa la cura delle piante derivanti dalla riforestazione, anche la manutenzione straordinaria e ordinaria della rotonda di via della Resistenza/via Toscanelli;
mercoledì 15 giugno 2011
Per chi avesse votato sì al 3° quesito referendario
Tratto da: http://www.repubblica.it/ambiente/2011/06/10/news/perch_voter_si_al_referendum_sul_nucleare-17463456/
LA LETTERA "Ho lavorato una vita nel nucleare
vi spiego perché voterò sì al referendum"Oltre due decenni di esperienza nel settore, visitando una sessantina di reattori in tre continenti, con la convinzione che le precauzioni prese negli impianti rendessero impossibile una catastrofe. Poi Three Miles Island, Chernobyl, Fukushima: tre disastri in meno di 30 anni...
di ALBERTO BAROCAS
Dopo essere stato allibito per l'incoscienza delle dichiarazioni di uno scienziato, il professor Battaglia (la pubblicazione di una sua opera scientifica con la prefazione di Silvio Berlusconi parla da sé), su un tema così importante per la sorte dell'umanità, mi sento costretto ad intervenire avendo dedicato tutta la mia vita professionale alla ricerca e sviluppo del nucleare ed essendo stato per lungo tempo "abbastanza" a favore dell'energia nucleare.
Dopo una laurea in Radiochimica presso l'Università di Roma e successivo Corso di Perfezionamento in Fisica e Chimica Nucleare, ho lavorato presso i laboratori di ricerca del plutonio di Fontenay-aux-Roses (Francia) nelle ricerche e tecniche del plutonio per l'impianto di riprocessamento del combustibile nucleare di La Hague. Ritornato in Italia ho partecipato, nei laboratori di ricerca della Casaccia (CNEN, ora ENEA), alla messa a punto degli impianti di separazione del plutonio di Saluggia e successivamente allo studio dei siti nucleari in vista della costruzione di centrali di energia nucleare. Dal 1982 sono stato distaccato dal CNEN presso l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) di Vienna dove mi sono occupato prevalentemente di salvaguardie nucleari, in particolare per i reattori nucleari di potenza e di ricerca nel mondo. Per 22 anni ho avuto la possibilità di visitare ed ispezionare una sessantina di reattori in tre continenti, in particolare in Giappone ed in particolare proprio Fukushima.
Durante l'intera attività ero giunto alla conclusione che le precauzioni utilizzate negli impianti nucleari fossero tali da rendere praticamente impossibile un grosso incidente nucleare. Proprio il Giappone si presentava ai miei occhi come il modello per eccellenza di organizzazione, di perfezione, di attenzione al più piccolo dettaglio: l'energia nucleare o doveva essere realizzata così o non doveva esistere. Ed invece... Three Miles Island, Chernobyl, Fukushima... tre catastrofi in meno di 30 anni.
Oggi sono completamente convinto che i rischi dell'energia nucleari siano tali da consigliarne l'utilizzo solo se non ci fossero sulla Terra altre fonti di energia o dopo una guerra nucleare. Voterò quindi SI al referendum per le seguenti ragioni:
a) la progettazione di una centrale nucleare avviene sulla base di dati statistici puri, cioè su una probabilità estremamente bassa di un grosso incidente, anziché basarsi sul fatto che un incidente anche imprevedibile possa avvenire (per esempio: chi avrebbe mai potuto calcolare statisticamente che otto montanari dell'Afghanistan si potessero impadronire contemporaneamente di quattro jet di linea facendoli convergere sulle Torri di New York, sul Pentagono e sulla Casa Bianca? Chi potrebbe calcolare statisticamente la possibilità dell'impatto di un meteorite?) e quindi progettando nello stesso tempo le soluzioni e le difese: naturalmente questo però aumenterebbe enormemente i costi ed allora bisogna ricordarsi che l'energia nucleare è un'industria come tutte le altre, cioè che vuole fare profitti;
b) gli effetti di un grosso incidente non sono come gli altri: terremoti, inondazioni, incendi fanno un certo numero di vittime e danni incalcolabili, ma tutto questo ha un termine. L'energia nucleare no: gli effetti si propagano per decenni se non secoli, con un disastro anche economico per il Paese colpito. I discendenti delle bombe di Hiroshima e Nagasaki ancora subiscono danni. Altrimenti perché il deterrente di una guerra nucleare funziona talmente? Anche i bombardamenti "classici" causano morti molto elevate, ma non portano a danni simili per generazioni...
c) il blocco dell'energia nucleare in Italia del 1987 ha avuto il torto di fermare di botto non solo le quattro centrali in funzione (Trino Vercellese, Caorso, Latina, Garigliano) e la costruzione di Montalto con spese immani per un pazzesco riadattamento dell'impianto nucleare ad una centrale di tipo classico, ma altresì ogni tipo di ricerca nucleare, anche di eventuali impianti innovativi, creando un pericolo, dato l'impauperamento di una cultura "nucleare": non esistevano più corsi di scienze nucleari, né tecnici, né possibilità di tecnologie di difesa da eventuali incidenti in altre nazioni. E questo non è richiesto dalla rinuncia all'uso di centrali atomiche: la ricerca e lo sviluppo del nucleare dovrebbe poter continuare;
d) la presenza di impianti di produzione di energia nucleare porta ad una militarizzazione delle zone in questione: non c'è trasparenza, ogni dato viene negato all'opinione pubblica. Anche agli ispettori dell'AIEA viene proibito di comunicare con la stampa. Lo dimostra anche quello che è successo a Fukushima: il gestore ha tenuto nascosto per lungo tempo la gravità dell'accaduto. E in un territorio come il Giappone, sottoposto non solo a terremoti ma a tsunami, il costo di una maggiore precauzione per gli impianti di raffreddamento è stato tenuto il più basso possibile senza tenere conto dei rischi solamente per fare più profitto!
e) in tutto il mondo non è stato mai risolto il problema dello smaltimento delle scorie mucleari. Nell'immenso deposito scavato in una montagna di Yucca Mountain in USA si sono dovuti fermare i lavori, il maggiore deposito in miniere di sale della Germania si è dimostrato contaminato con pericoli per le falde acquifere, ecc. Il combustibile nucleare delle nostre centrali fermate è in gran parte ancora lì dopo 25 anni. D'altra parte un Paese come il nostro che non riesce a risolvere il problema dei rifiuti può dare garanzie sui rifiuti nucleari?
f) l'Italia è un paese sismico, dove l'ospedale e la casa dello studente dell'Aquila sono crollate perché al posto del cemento è stata usata sabbia. Può dare garanzie sugli impianti nucleari? E la presenza di criminalità organizzata a livelli preoccupanti può liberarci da particolari preoccupazioni nella scelta e costruzione di centrali atomiche?
g) ultima osservazione: anche se molti minimizzano gli effetti delle radiazioni nucleari, una cosa si può dire con certezza: gli effetti delle radiazioni a bassi livelli ma per tempi estremamente lunghi sugli esseri viventi non sono stati mai chiariti. Non deve essere solo il fumo a preoccupare l'opinione pubblica!
Per tutte queste ragioni penso che in Italia l'uso dell'energia nucleare non sia raccomandabile, perlomeno in questa fase della nostra storia, ed invece un miscuglio di diverse fonti di energia (eolica, solare, idrica, gas, geotermica) potrà sopperire ai nostri bisogni, accompagnato da una maggiore ricerca scientifica ed un diverso modello di vita con maggiore eliminazione degli sprechi. Io voto sì.
(10 giugno 2011)
LA LETTERA "Ho lavorato una vita nel nucleare
vi spiego perché voterò sì al referendum"Oltre due decenni di esperienza nel settore, visitando una sessantina di reattori in tre continenti, con la convinzione che le precauzioni prese negli impianti rendessero impossibile una catastrofe. Poi Three Miles Island, Chernobyl, Fukushima: tre disastri in meno di 30 anni...
di ALBERTO BAROCAS
Dopo essere stato allibito per l'incoscienza delle dichiarazioni di uno scienziato, il professor Battaglia (la pubblicazione di una sua opera scientifica con la prefazione di Silvio Berlusconi parla da sé), su un tema così importante per la sorte dell'umanità, mi sento costretto ad intervenire avendo dedicato tutta la mia vita professionale alla ricerca e sviluppo del nucleare ed essendo stato per lungo tempo "abbastanza" a favore dell'energia nucleare.
Dopo una laurea in Radiochimica presso l'Università di Roma e successivo Corso di Perfezionamento in Fisica e Chimica Nucleare, ho lavorato presso i laboratori di ricerca del plutonio di Fontenay-aux-Roses (Francia) nelle ricerche e tecniche del plutonio per l'impianto di riprocessamento del combustibile nucleare di La Hague. Ritornato in Italia ho partecipato, nei laboratori di ricerca della Casaccia (CNEN, ora ENEA), alla messa a punto degli impianti di separazione del plutonio di Saluggia e successivamente allo studio dei siti nucleari in vista della costruzione di centrali di energia nucleare. Dal 1982 sono stato distaccato dal CNEN presso l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) di Vienna dove mi sono occupato prevalentemente di salvaguardie nucleari, in particolare per i reattori nucleari di potenza e di ricerca nel mondo. Per 22 anni ho avuto la possibilità di visitare ed ispezionare una sessantina di reattori in tre continenti, in particolare in Giappone ed in particolare proprio Fukushima.
Durante l'intera attività ero giunto alla conclusione che le precauzioni utilizzate negli impianti nucleari fossero tali da rendere praticamente impossibile un grosso incidente nucleare. Proprio il Giappone si presentava ai miei occhi come il modello per eccellenza di organizzazione, di perfezione, di attenzione al più piccolo dettaglio: l'energia nucleare o doveva essere realizzata così o non doveva esistere. Ed invece... Three Miles Island, Chernobyl, Fukushima... tre catastrofi in meno di 30 anni.
Oggi sono completamente convinto che i rischi dell'energia nucleari siano tali da consigliarne l'utilizzo solo se non ci fossero sulla Terra altre fonti di energia o dopo una guerra nucleare. Voterò quindi SI al referendum per le seguenti ragioni:
a) la progettazione di una centrale nucleare avviene sulla base di dati statistici puri, cioè su una probabilità estremamente bassa di un grosso incidente, anziché basarsi sul fatto che un incidente anche imprevedibile possa avvenire (per esempio: chi avrebbe mai potuto calcolare statisticamente che otto montanari dell'Afghanistan si potessero impadronire contemporaneamente di quattro jet di linea facendoli convergere sulle Torri di New York, sul Pentagono e sulla Casa Bianca? Chi potrebbe calcolare statisticamente la possibilità dell'impatto di un meteorite?) e quindi progettando nello stesso tempo le soluzioni e le difese: naturalmente questo però aumenterebbe enormemente i costi ed allora bisogna ricordarsi che l'energia nucleare è un'industria come tutte le altre, cioè che vuole fare profitti;
b) gli effetti di un grosso incidente non sono come gli altri: terremoti, inondazioni, incendi fanno un certo numero di vittime e danni incalcolabili, ma tutto questo ha un termine. L'energia nucleare no: gli effetti si propagano per decenni se non secoli, con un disastro anche economico per il Paese colpito. I discendenti delle bombe di Hiroshima e Nagasaki ancora subiscono danni. Altrimenti perché il deterrente di una guerra nucleare funziona talmente? Anche i bombardamenti "classici" causano morti molto elevate, ma non portano a danni simili per generazioni...
c) il blocco dell'energia nucleare in Italia del 1987 ha avuto il torto di fermare di botto non solo le quattro centrali in funzione (Trino Vercellese, Caorso, Latina, Garigliano) e la costruzione di Montalto con spese immani per un pazzesco riadattamento dell'impianto nucleare ad una centrale di tipo classico, ma altresì ogni tipo di ricerca nucleare, anche di eventuali impianti innovativi, creando un pericolo, dato l'impauperamento di una cultura "nucleare": non esistevano più corsi di scienze nucleari, né tecnici, né possibilità di tecnologie di difesa da eventuali incidenti in altre nazioni. E questo non è richiesto dalla rinuncia all'uso di centrali atomiche: la ricerca e lo sviluppo del nucleare dovrebbe poter continuare;
d) la presenza di impianti di produzione di energia nucleare porta ad una militarizzazione delle zone in questione: non c'è trasparenza, ogni dato viene negato all'opinione pubblica. Anche agli ispettori dell'AIEA viene proibito di comunicare con la stampa. Lo dimostra anche quello che è successo a Fukushima: il gestore ha tenuto nascosto per lungo tempo la gravità dell'accaduto. E in un territorio come il Giappone, sottoposto non solo a terremoti ma a tsunami, il costo di una maggiore precauzione per gli impianti di raffreddamento è stato tenuto il più basso possibile senza tenere conto dei rischi solamente per fare più profitto!
e) in tutto il mondo non è stato mai risolto il problema dello smaltimento delle scorie mucleari. Nell'immenso deposito scavato in una montagna di Yucca Mountain in USA si sono dovuti fermare i lavori, il maggiore deposito in miniere di sale della Germania si è dimostrato contaminato con pericoli per le falde acquifere, ecc. Il combustibile nucleare delle nostre centrali fermate è in gran parte ancora lì dopo 25 anni. D'altra parte un Paese come il nostro che non riesce a risolvere il problema dei rifiuti può dare garanzie sui rifiuti nucleari?
f) l'Italia è un paese sismico, dove l'ospedale e la casa dello studente dell'Aquila sono crollate perché al posto del cemento è stata usata sabbia. Può dare garanzie sugli impianti nucleari? E la presenza di criminalità organizzata a livelli preoccupanti può liberarci da particolari preoccupazioni nella scelta e costruzione di centrali atomiche?
g) ultima osservazione: anche se molti minimizzano gli effetti delle radiazioni nucleari, una cosa si può dire con certezza: gli effetti delle radiazioni a bassi livelli ma per tempi estremamente lunghi sugli esseri viventi non sono stati mai chiariti. Non deve essere solo il fumo a preoccupare l'opinione pubblica!
Per tutte queste ragioni penso che in Italia l'uso dell'energia nucleare non sia raccomandabile, perlomeno in questa fase della nostra storia, ed invece un miscuglio di diverse fonti di energia (eolica, solare, idrica, gas, geotermica) potrà sopperire ai nostri bisogni, accompagnato da una maggiore ricerca scientifica ed un diverso modello di vita con maggiore eliminazione degli sprechi. Io voto sì.
(10 giugno 2011)
Rai: chi la vuole sempre peggiore e perché ?
Tratto da: http://www.corriere.it/politica/11_giugno_14/rai-calabro-riforma_23772f46-9668-11e0-82d5-f9e2fd481445.shtml
La relazione al Parlamento del presidente dell'Authority per le comunicazioni
«Partiti e concorrenti contrari a riforma Rai. Declino non percepito»
Calabrò: «Italia prima al mondo per penetrazione dei social media»
MILANO - «La riforma della Rai è scomoda e non piace ai partiti che albergano nell'azienda e non piace ai concorrenti che mal vedono una Rai più competitiva». È l'analisi del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, nella relazione annuale al Parlamento presentata alla Camera. «La Rai dovrebbe avere maggiore considerazione per la qualità del suo servizio. Purtroppo arrestare il declino della tv pubblica è una priorità non percepita come tale».
RISORSE - «Il sistema televisivo italiano cresce del 4,5% in termini di risorse», spiega Calabrò. «Mediaset rappresenta il 30,9% delle risorse complessive, Sky il 29,3%, Rai il 28,5%». In particolare Mediaset cresce nei ricavi dell'8,1% e nel 2010 è a quota 2.770,60 milioni di euro, Sky registra un +1,8% e raggiunge i 2.630,76 milioni, la Rai ottiene un +2,5% e raccoglie 2.553,84 milioni. Segue a netta distanza Telecom Italia (La7) con una fetta dell'1,8%. «È intollerabile il livello di evasione del canone. Con il canone non riscosso la Rai sarebbe il primo operatore», spiega il presidente dell'Authority.
SOCIAL NETWORK - Gli italiani sono tra i più avidi consumatori al mondo di social network. Il primato spetta a Facebook, che negli ultimi due anni ha visto quasi raddoppiare i propri utenti unici (da 11 a 20 milioni), ma è aumentato anche il tempo medio per utente (quasi 9 ore e mezza) che non ha eguali al mondo tra gli altri siti, spiega Calabrò. Facebook in due anni è diventato il secondo sito più visitato dopo Google, con una penetrazione pari al 78% degli utenti attivi ma primo per permanenza e attività media. «L'Italia è la prima nazione al mondo insieme al Brasile per penetrazione dei social media (86% secondo i dati Nielsen), seguita poi dalla Spagna con il 79%». Però «nonostante le nuove tecnologie spostino l'attenzione sulla rete, la tv resta il veicolo di gran lunga prevalente per informarsi su fatti». A usare la tv è infatti l'89,1%.
BANDA LARGA - L'Italia è un Paese a due velocità nella rete: da un lato il primato nell`uso delle reti mobili via telefonino o chiavetta e dall`altro quello di una scarsa penetrazione delle abitazioni connesse in banda larga sia mobile che fissa. La percentuale di case connesse è inferiore al 50%. «Siamo sull`orlo della retrocessione in serie B», dice Calabrò.
Redazione online, 14 giugno 2011
La relazione al Parlamento del presidente dell'Authority per le comunicazioni
«Partiti e concorrenti contrari a riforma Rai. Declino non percepito»
Calabrò: «Italia prima al mondo per penetrazione dei social media»
MILANO - «La riforma della Rai è scomoda e non piace ai partiti che albergano nell'azienda e non piace ai concorrenti che mal vedono una Rai più competitiva». È l'analisi del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, nella relazione annuale al Parlamento presentata alla Camera. «La Rai dovrebbe avere maggiore considerazione per la qualità del suo servizio. Purtroppo arrestare il declino della tv pubblica è una priorità non percepita come tale».
RISORSE - «Il sistema televisivo italiano cresce del 4,5% in termini di risorse», spiega Calabrò. «Mediaset rappresenta il 30,9% delle risorse complessive, Sky il 29,3%, Rai il 28,5%». In particolare Mediaset cresce nei ricavi dell'8,1% e nel 2010 è a quota 2.770,60 milioni di euro, Sky registra un +1,8% e raggiunge i 2.630,76 milioni, la Rai ottiene un +2,5% e raccoglie 2.553,84 milioni. Segue a netta distanza Telecom Italia (La7) con una fetta dell'1,8%. «È intollerabile il livello di evasione del canone. Con il canone non riscosso la Rai sarebbe il primo operatore», spiega il presidente dell'Authority.
SOCIAL NETWORK - Gli italiani sono tra i più avidi consumatori al mondo di social network. Il primato spetta a Facebook, che negli ultimi due anni ha visto quasi raddoppiare i propri utenti unici (da 11 a 20 milioni), ma è aumentato anche il tempo medio per utente (quasi 9 ore e mezza) che non ha eguali al mondo tra gli altri siti, spiega Calabrò. Facebook in due anni è diventato il secondo sito più visitato dopo Google, con una penetrazione pari al 78% degli utenti attivi ma primo per permanenza e attività media. «L'Italia è la prima nazione al mondo insieme al Brasile per penetrazione dei social media (86% secondo i dati Nielsen), seguita poi dalla Spagna con il 79%». Però «nonostante le nuove tecnologie spostino l'attenzione sulla rete, la tv resta il veicolo di gran lunga prevalente per informarsi su fatti». A usare la tv è infatti l'89,1%.
BANDA LARGA - L'Italia è un Paese a due velocità nella rete: da un lato il primato nell`uso delle reti mobili via telefonino o chiavetta e dall`altro quello di una scarsa penetrazione delle abitazioni connesse in banda larga sia mobile che fissa. La percentuale di case connesse è inferiore al 50%. «Siamo sull`orlo della retrocessione in serie B», dice Calabrò.
Redazione online, 14 giugno 2011
Politica: nuova eclissi di luna !
Tratto da: http://magazine.excite.it/eclissi-di-luna-il-15-giugno-2011-tutti-con-il-naso-allinsu-N77622.html
Eclissi di Luna il 15 giugno 2011, tutti con il naso all'insù
10:28 mar 14 giugno 2011
Mercoledì 15 giugno sarà possibile assistere alla più lunga eclissi totale di Luna degli ultimi undici anni. Per un'ora e 40 minuti, infatti, l'ombra della Terra oscurerà completamente il nostro satellite. Un fenomeno che potrà essere osservato dall'Europa all'Asia.
L'Osservatorio Schiapparelli di Varese ha fatto sapere che il fenomeno sarà seguito in tutto il mondo e sarà visibile anche dall'Italia. Secondo gli astronomi dell'Osservatorio, prendendo come riferimento l'osservatorio stesso, la Luna sorgerà alle 21.10 e alle 21.22 inizierà la fase massima che si protrarrà fino alle 23.03. L'eclisse verrà trasmessa in diretta web su Focus.it a partire dalle ore 21.30 tramite le telecamere posizionate sul telescopio dell'osservatorio di Ca' del Monte (Pv).
L'eclissi totale di Luna farà tingere di rosso il nostro satellite. Un vero e proprio spettacolo per gli amanti del cielo e per tutti i curiosi. Come si legge sull'Ansa, l'astronoma Elena Lazzaretto, dell'osservatorio di Padova dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), ha spiegato: 'La Luna si tingerà di un bel rosso carico perché va proprio verso il centro del cono d'ombra'. L'atronoma ha poi aggiunto che le tonalità del rosso dipendono molto anche dalle caratteristiche dell'atmosfera, come quelle che derivano dall'inquinamento o quelle liberate dai fenomeni vulcanici.
Secondo l'Unione Italiana Astrofili (Uai), l'eclissi di mercoledì sarà l'evento astronomico dell'anno. Dobbiamo ricordare che la Luna sarà molto bassa all'orizzonte, quindi per assistere al fenomeno nelle migliori condizioni è bene cercare un punto di osservazione dal quale l'orizzonte sia libero verso Sud-Est. Uno spettacolo da non perdere considerando, tra l'altro, che il prossimo appuntamento con qualcosa di simile sarà nel settembre 2015; la Luna rossa del prossimo 10 dicembre, infatti, potrà essere vista solo dall'Australia.
Eclissi di Luna il 15 giugno 2011, tutti con il naso all'insù
10:28 mar 14 giugno 2011
Mercoledì 15 giugno sarà possibile assistere alla più lunga eclissi totale di Luna degli ultimi undici anni. Per un'ora e 40 minuti, infatti, l'ombra della Terra oscurerà completamente il nostro satellite. Un fenomeno che potrà essere osservato dall'Europa all'Asia.
L'Osservatorio Schiapparelli di Varese ha fatto sapere che il fenomeno sarà seguito in tutto il mondo e sarà visibile anche dall'Italia. Secondo gli astronomi dell'Osservatorio, prendendo come riferimento l'osservatorio stesso, la Luna sorgerà alle 21.10 e alle 21.22 inizierà la fase massima che si protrarrà fino alle 23.03. L'eclisse verrà trasmessa in diretta web su Focus.it a partire dalle ore 21.30 tramite le telecamere posizionate sul telescopio dell'osservatorio di Ca' del Monte (Pv).
L'eclissi totale di Luna farà tingere di rosso il nostro satellite. Un vero e proprio spettacolo per gli amanti del cielo e per tutti i curiosi. Come si legge sull'Ansa, l'astronoma Elena Lazzaretto, dell'osservatorio di Padova dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), ha spiegato: 'La Luna si tingerà di un bel rosso carico perché va proprio verso il centro del cono d'ombra'. L'atronoma ha poi aggiunto che le tonalità del rosso dipendono molto anche dalle caratteristiche dell'atmosfera, come quelle che derivano dall'inquinamento o quelle liberate dai fenomeni vulcanici.
Secondo l'Unione Italiana Astrofili (Uai), l'eclissi di mercoledì sarà l'evento astronomico dell'anno. Dobbiamo ricordare che la Luna sarà molto bassa all'orizzonte, quindi per assistere al fenomeno nelle migliori condizioni è bene cercare un punto di osservazione dal quale l'orizzonte sia libero verso Sud-Est. Uno spettacolo da non perdere considerando, tra l'altro, che il prossimo appuntamento con qualcosa di simile sarà nel settembre 2015; la Luna rossa del prossimo 10 dicembre, infatti, potrà essere vista solo dall'Australia.
martedì 14 giugno 2011
Attacco militare alla Questura di Milano (?)
Tratto da: http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/06/14/news/boccassini-17675064/
IL CASO - Ruby, Boccassini ai legali del premier
"In questura quasi un attacco militare" - Il pm replica alle eccezioni presentate dalla difesa del premier. E rilancia: "La competenza sul processo è solo milanese, gli atti non vanno trasferiti né al tribunale dei ministri a Monza"
La notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, quando Ruby venne rilasciata in seguito alle telefonate di Silvio Berlusconi, in questura a Milano si è verificato "come un attacco militare", perché in successione negli uffici di via Fatebenefratelli si sono presentate prima la consigliera regionale Nicole Minetti e poi la brasiliana Michelle Conceicao. Lo ha detto il pm Ilda Boccassini, davanti ai giudici della quarta sezione penale, replicando alle eccezioni presentate dalla difesa del premier. Secondo il procuratore aggiunto, dunque, la notte in cui Ruby venne rilasciata e poi affidata alla consigliera regionale "abbiamo avuto un accerchiamento militare e si è diretto tutto in questura". Il processo è stato poi aggiornato al 18 luglio. E il nuovo avvocato di Ruby, Egidio Verdini, ha annunciato che "faremo una conferenza stampa nel mio studio entro la fine del mese, per ora non posso dire altro".
La competenza. "Il processo deve restare al tribunale ordinario di Milano, non deve essere trasferito né al tribunale dei ministri per competenza funzionale nè a quello di Monza per competenza territoriale", aveva detto ancora il pm Boccassini spiegando che non c'è alcun reato ministeriale, commesso cioè da Berlusconi nell'esercizio delle sue funzioni. Il pm ha ribadito che il premier abusò della qualità del suo incarico, non delle sue funzioni. No anche al trasferimento a Monza. "E' vero che il funzionario di polizia Ostuni ricevette la telefonata del premier al fine di far affidare la minorenne Ruby nella sua casa a Sesto San Giovanni. Ma ciò non significa, come sostiene la difesa, che il reato si consumò A Sesto, distretto giudiziario di Monza. La minore venne affidata a Nicole Minetti, che si recò in questura a Milano,e quindi il reato si consumò a Milano".
Le procedure. Le indagini sono state fatte nel rispetto delle regole e della Costituzione, ha sostenuto ancora il pm Boccassini. La Procura è certa di aver rispettato le regole, anche nella scelta del rito immediato chiesto "nei tempi dei 90 giorni dall'iscrizione dell'indagato e con l'evidenza della prova" , eguendo per di più l'indirizzo costituzionale sulla base del quale "i processi devono durare poco. Il rito immediato - ha rimarcato il magistrato - ha proprio questa funzione, fare presto, nel rispetto del diritto della difesa".
Le intercettazioni. "Non è stata utilizzata alcuna intercettazione con Berlusconi. Nel tabulato cartaceo si fa riferimento a 64 contatti di Ruby con utenze riferibili al presidente del Consiglio, ma nessuno di questi 64 contatti è stato usato come elemento di prova", ha assicurato la Boccassini. "Negli elementi di prova che sono stati evidenziati in parte nell'invito a comparire, e comunque nella richiesta di decreto di giudizio immediato, troverete solo i dati delle telefonate con il presidente del Consiglio confermate dai testi che hanno ammesso di aver parlato con lui". Per cui, secondo la Boccassini, affermare che si è intercettato il premier senza l'autorizzazione prevista dalla legge "è una circostanza che è fuori dalle carte processuali: tutti sono legittimati a pensarlo, altra cosa è quel che emerge dalle carte".
IL CASO - Ruby, Boccassini ai legali del premier
"In questura quasi un attacco militare" - Il pm replica alle eccezioni presentate dalla difesa del premier. E rilancia: "La competenza sul processo è solo milanese, gli atti non vanno trasferiti né al tribunale dei ministri a Monza"
La notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, quando Ruby venne rilasciata in seguito alle telefonate di Silvio Berlusconi, in questura a Milano si è verificato "come un attacco militare", perché in successione negli uffici di via Fatebenefratelli si sono presentate prima la consigliera regionale Nicole Minetti e poi la brasiliana Michelle Conceicao. Lo ha detto il pm Ilda Boccassini, davanti ai giudici della quarta sezione penale, replicando alle eccezioni presentate dalla difesa del premier. Secondo il procuratore aggiunto, dunque, la notte in cui Ruby venne rilasciata e poi affidata alla consigliera regionale "abbiamo avuto un accerchiamento militare e si è diretto tutto in questura". Il processo è stato poi aggiornato al 18 luglio. E il nuovo avvocato di Ruby, Egidio Verdini, ha annunciato che "faremo una conferenza stampa nel mio studio entro la fine del mese, per ora non posso dire altro".
La competenza. "Il processo deve restare al tribunale ordinario di Milano, non deve essere trasferito né al tribunale dei ministri per competenza funzionale nè a quello di Monza per competenza territoriale", aveva detto ancora il pm Boccassini spiegando che non c'è alcun reato ministeriale, commesso cioè da Berlusconi nell'esercizio delle sue funzioni. Il pm ha ribadito che il premier abusò della qualità del suo incarico, non delle sue funzioni. No anche al trasferimento a Monza. "E' vero che il funzionario di polizia Ostuni ricevette la telefonata del premier al fine di far affidare la minorenne Ruby nella sua casa a Sesto San Giovanni. Ma ciò non significa, come sostiene la difesa, che il reato si consumò A Sesto, distretto giudiziario di Monza. La minore venne affidata a Nicole Minetti, che si recò in questura a Milano,e quindi il reato si consumò a Milano".
Le procedure. Le indagini sono state fatte nel rispetto delle regole e della Costituzione, ha sostenuto ancora il pm Boccassini. La Procura è certa di aver rispettato le regole, anche nella scelta del rito immediato chiesto "nei tempi dei 90 giorni dall'iscrizione dell'indagato e con l'evidenza della prova" , eguendo per di più l'indirizzo costituzionale sulla base del quale "i processi devono durare poco. Il rito immediato - ha rimarcato il magistrato - ha proprio questa funzione, fare presto, nel rispetto del diritto della difesa".
Le intercettazioni. "Non è stata utilizzata alcuna intercettazione con Berlusconi. Nel tabulato cartaceo si fa riferimento a 64 contatti di Ruby con utenze riferibili al presidente del Consiglio, ma nessuno di questi 64 contatti è stato usato come elemento di prova", ha assicurato la Boccassini. "Negli elementi di prova che sono stati evidenziati in parte nell'invito a comparire, e comunque nella richiesta di decreto di giudizio immediato, troverete solo i dati delle telefonate con il presidente del Consiglio confermate dai testi che hanno ammesso di aver parlato con lui". Per cui, secondo la Boccassini, affermare che si è intercettato il premier senza l'autorizzazione prevista dalla legge "è una circostanza che è fuori dalle carte processuali: tutti sono legittimati a pensarlo, altra cosa è quel che emerge dalle carte".
Meglio senza esperienza ?
C'è una cosa che accomuna gli ultimi tre Sindaci di Buccinasco: prima di diventare Primi Cittadini nessuno di loro era mai stato Consigliere Comunale nel nostro paese.
Guido Lanati: da quel che mi risulta non aveva nessuna esperienza nel nostro Consiglio Comunale.
Maurizio Carbonera era già stato candidato a consigliere Comunale nelle elezioni precedenti, ma non era stato eletto
Loris Cereda: era stato candidato dalla Lista Lanati nel 2002, riportando 52 voti, non venendo eletto.
Guido Lanati: da quel che mi risulta non aveva nessuna esperienza nel nostro Consiglio Comunale.
Maurizio Carbonera era già stato candidato a consigliere Comunale nelle elezioni precedenti, ma non era stato eletto
Loris Cereda: era stato candidato dalla Lista Lanati nel 2002, riportando 52 voti, non venendo eletto.
lunedì 13 giugno 2011
Referendum: i risultati di Buccinasco
Dati tratti da: http://www.comune.buccinasco.mi.it/
QUESITO n.1 Privatizzazione dell'acqua
AFFLUENZA : 57.03%
SI 93.62%
NO 6.38%
QUESITO n.2 Profitti sull'acqua
AFFLUENZA : 57.07%
SI 94.89%
NO 5.11%
QUESITO n.3 Energia nucleare
AFFLUENZA : 56.97%
SI 92.86%
NO 7.14%
QUESITO n.4 Legittimo impedimento
AFFLUENZA : 57.10%
SI 94.3%
NO 5,7%
GRAZIE a tutti coloro che sono andati a votare.
Soprattutto a chi ha votato di no: ha dimostrato a qualche politico ignorante (nel senso "che ignora") che il voto è un dovere civico.
Anche se non si è giuridicamente obbligati a votare, e le sanzioni (poco più che simboliche) sono state abolite, andare a votare ai referendum esprime l'avere compreso il valore del voto.
Essere venuti a votare ieri ed oggi significa anche ricordare i tanti italiani che hanno sacrificato la propria vita per permetterci di votare oggi liberamente.
Quindi Grazie a voi
Ed ovviamente grazie anche ai tanti miei concittadini che sono venuto a votare Sì.
QUESITO n.1 Privatizzazione dell'acqua
AFFLUENZA : 57.03%
SI 93.62%
NO 6.38%
QUESITO n.2 Profitti sull'acqua
AFFLUENZA : 57.07%
SI 94.89%
NO 5.11%
QUESITO n.3 Energia nucleare
AFFLUENZA : 56.97%
SI 92.86%
NO 7.14%
QUESITO n.4 Legittimo impedimento
AFFLUENZA : 57.10%
SI 94.3%
NO 5,7%
GRAZIE a tutti coloro che sono andati a votare.
Soprattutto a chi ha votato di no: ha dimostrato a qualche politico ignorante (nel senso "che ignora") che il voto è un dovere civico.
Anche se non si è giuridicamente obbligati a votare, e le sanzioni (poco più che simboliche) sono state abolite, andare a votare ai referendum esprime l'avere compreso il valore del voto.
Essere venuti a votare ieri ed oggi significa anche ricordare i tanti italiani che hanno sacrificato la propria vita per permetterci di votare oggi liberamente.
Quindi Grazie a voi
Ed ovviamente grazie anche ai tanti miei concittadini che sono venuto a votare Sì.
martedì 7 giugno 2011
Letture interessanti: IRPEF a Buccinasco
Sul sito del PD, poi ripreso dai siti di Luigi Saccavini e da quello di Rino Pruiti, l'ex capogruppo PD Gianni Maiorano ha pubblicato un interessante articolo sull'introduzione dell'IRPEF comunale.
Invito a visitare i tre siti per avere una visione completa della discussione. Qui anticipo un commento di Gianni Maiorano pubblcato oggi: fonte: http://www.rinopruiti.it/dblog/articolo.asp?articolo=2326#commenti
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Quando uno è nella merda, la prima cosa che fa è quella di procurarsi una pala e liberarsi almeno per camminare. Mi pare invece che, pur prendendo atto della situazione, caro Rino, immagini di poterci sguazzare. Non posso, in questo caso, che augurarti buon viaggio.
Abbiamo fatto INSIEME un bel tratto di strada: cinque anni di amministrazione Carbonera. Rivendico, come te, tutti i risultati raggiunti nella consapevolezza assoluta che voler passare come quelli che hanno indovinato tutte le mosse non solo è sproporzionato, ma evidenzia un senso del narcisismo che sconfina nel ridicolo. Se fosse vero, non si capirebbe perché mai gli elettori di Buccinasco democraticamente ci hanno mandati a casa. Tra me e te qualche differenza c’è. Non vorrei, ma in alcune circostanze, ti allinei un po’ troppo a Berlusconi che considera “coglioni” coloro che fanno scelte diverse dalle sue. I bravi sono ovviamente solo e soltanto coloro che lo votano e sono disposti a trangugiare tutto ciò che il padrone propina. Io, permettimelo, ho amore per i miei ed analogo rispetto per quanti miei non sono oppure hanno ritenuto di valutare positiva un’offerta politica diversa. La democrazia, quindi, si esiste anche quando a me non piace, anche quando ritiene di esprimere un Cereda & C.
Come ben sai Cereda & C. li ho democraticamente contrastati dal primo momento. Ho contestato e cercato di motivare sempre il mio dissenso. Insieme a te e agli altri dell’opposizione ho rivolto interpellanze, ho fatto interrogazioni, esposti alla Corte dei Conti ed allo stesso TAR, ho scritto articoli, ho cercato di portare a casa qualche risultato. Tutto inutile salvo una querela nei miei confronti successivamente ritirata su iniziativa dello stesso Sindaco che l’aveva promossa. Peccato che l’Amministrazione ha comunque dovuto pagare l’avvocato. Peccato perché quei soldi sono forse più miei che tuoi visto che abiti ancora ad Assago.
Non ho mai ascritto a me meriti che giustamente sono frutto della scelta di squadra, neppure i due bilanci che hanno consentito di pagare marginalmente, ma di pagare spese straordinarie con parte corrente.
Caro Rino, credo vada usata la stessa onestà intellettuale che chiediamo per noi stessi. E’ ora di dire, per esempio, che Buccinasco da oltre DIECI ANNI ha mantenuto inalterate le tariffe mentre è arcinoto che le prestazioni sono aumentate. Le uniche eccezioni sono state i provvedimenti del ritocco dell’ICI sugli immobili commerciali di uno 0,5% e la tassa di pubblicità della nostra Giunta, nonché la stangata della Tarsu che poteva essere più diluita nel tempo, operata dalla Giunta Cereda.
Noi non abbiamo praticato altri ritocchi di tasse e tariffe. Il momento economico ce lo permetteva tanto da ottenere quei risultati di bilancio che ricordavo. La Giunta Cereda, quando avrebbe potuto, ha preferito non farlo per motivi elettoralistici. Quando voleva finalmente farlo le finanziarie glielo hanno impedito, tranne la Tarsu ed alcuni ritocchi di servizi non essenziali a domanda individuale fatti fare da ASB. Nel frattempo Berlusconi con le sue scelte e la sostanziale eliminazione dell’ICI sulla prima casa hanno creato le condizioni del disastro ed oggi se ne pagano le conseguenze. Demagogia pura, vorrai convenire. Come demagogica abbiamo INSIEME definito l’iniziativa di abbattimento dei mutui e tutte le strane iniziative assunte da Cereda & C.
Ti inviterei, tra le tante cose che citi, ad operare un minimo di selezione perché, come me, sai benissimo che non è così come la racconti: non tutto può essere messo nello stesso sacco. Te ne cito una, soltanto una: il contributo alla Scuola Materna Parrocchiale. Il problema non è mai stato eliminiamo il contributo. Facciamo invece di tutto per modificare la convenzione in essere che, oltre ad avere elementi giuridici di dubbia legittimità, poneva e pone in capo al Comune il dovere di coprire i mancati o ridotti dello Stato e della Regione. Nel merito è sempre stata chiara la mia posizione: un conto è la fiscalità generale, altro è il doveroso intervento del Comune su una struttura che, tu compreso, nessuno ha mai escluso dal sistema pubblico. Sai che su questo argomento mi sono beccato oltre 3.000 firme di contestazione. Fosse stato per me sarei arrivato fino in fondo. L’approssimarsi delle elezioni del 2007 mi hanno portato ad accettare l’invito ad esaminare l’opportunità di fermarmi che, come ben sai, mi è pervenuto dall’intera giunta. Ho fatto squadra anche in quel momento. Ed è stato giusto così. Non recrimino per l’assurdo pregiudizio che ancora mi accompagna.
Allora, caro Rino, riconsidera con maggiore serenità le cose. Rimettile con calma tutto in ordine e vedrai che, forse, anche tu non sei perfetto come vorresti farci credere.
Di Giambattista Maiorano (inviato il 07/06/2011 - 13:58:41)
Invito a visitare i tre siti per avere una visione completa della discussione. Qui anticipo un commento di Gianni Maiorano pubblcato oggi: fonte: http://www.rinopruiti.it/dblog/articolo.asp?articolo=2326#commenti
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Quando uno è nella merda, la prima cosa che fa è quella di procurarsi una pala e liberarsi almeno per camminare. Mi pare invece che, pur prendendo atto della situazione, caro Rino, immagini di poterci sguazzare. Non posso, in questo caso, che augurarti buon viaggio.
Abbiamo fatto INSIEME un bel tratto di strada: cinque anni di amministrazione Carbonera. Rivendico, come te, tutti i risultati raggiunti nella consapevolezza assoluta che voler passare come quelli che hanno indovinato tutte le mosse non solo è sproporzionato, ma evidenzia un senso del narcisismo che sconfina nel ridicolo. Se fosse vero, non si capirebbe perché mai gli elettori di Buccinasco democraticamente ci hanno mandati a casa. Tra me e te qualche differenza c’è. Non vorrei, ma in alcune circostanze, ti allinei un po’ troppo a Berlusconi che considera “coglioni” coloro che fanno scelte diverse dalle sue. I bravi sono ovviamente solo e soltanto coloro che lo votano e sono disposti a trangugiare tutto ciò che il padrone propina. Io, permettimelo, ho amore per i miei ed analogo rispetto per quanti miei non sono oppure hanno ritenuto di valutare positiva un’offerta politica diversa. La democrazia, quindi, si esiste anche quando a me non piace, anche quando ritiene di esprimere un Cereda & C.
Come ben sai Cereda & C. li ho democraticamente contrastati dal primo momento. Ho contestato e cercato di motivare sempre il mio dissenso. Insieme a te e agli altri dell’opposizione ho rivolto interpellanze, ho fatto interrogazioni, esposti alla Corte dei Conti ed allo stesso TAR, ho scritto articoli, ho cercato di portare a casa qualche risultato. Tutto inutile salvo una querela nei miei confronti successivamente ritirata su iniziativa dello stesso Sindaco che l’aveva promossa. Peccato che l’Amministrazione ha comunque dovuto pagare l’avvocato. Peccato perché quei soldi sono forse più miei che tuoi visto che abiti ancora ad Assago.
Non ho mai ascritto a me meriti che giustamente sono frutto della scelta di squadra, neppure i due bilanci che hanno consentito di pagare marginalmente, ma di pagare spese straordinarie con parte corrente.
Caro Rino, credo vada usata la stessa onestà intellettuale che chiediamo per noi stessi. E’ ora di dire, per esempio, che Buccinasco da oltre DIECI ANNI ha mantenuto inalterate le tariffe mentre è arcinoto che le prestazioni sono aumentate. Le uniche eccezioni sono state i provvedimenti del ritocco dell’ICI sugli immobili commerciali di uno 0,5% e la tassa di pubblicità della nostra Giunta, nonché la stangata della Tarsu che poteva essere più diluita nel tempo, operata dalla Giunta Cereda.
Noi non abbiamo praticato altri ritocchi di tasse e tariffe. Il momento economico ce lo permetteva tanto da ottenere quei risultati di bilancio che ricordavo. La Giunta Cereda, quando avrebbe potuto, ha preferito non farlo per motivi elettoralistici. Quando voleva finalmente farlo le finanziarie glielo hanno impedito, tranne la Tarsu ed alcuni ritocchi di servizi non essenziali a domanda individuale fatti fare da ASB. Nel frattempo Berlusconi con le sue scelte e la sostanziale eliminazione dell’ICI sulla prima casa hanno creato le condizioni del disastro ed oggi se ne pagano le conseguenze. Demagogia pura, vorrai convenire. Come demagogica abbiamo INSIEME definito l’iniziativa di abbattimento dei mutui e tutte le strane iniziative assunte da Cereda & C.
Ti inviterei, tra le tante cose che citi, ad operare un minimo di selezione perché, come me, sai benissimo che non è così come la racconti: non tutto può essere messo nello stesso sacco. Te ne cito una, soltanto una: il contributo alla Scuola Materna Parrocchiale. Il problema non è mai stato eliminiamo il contributo. Facciamo invece di tutto per modificare la convenzione in essere che, oltre ad avere elementi giuridici di dubbia legittimità, poneva e pone in capo al Comune il dovere di coprire i mancati o ridotti dello Stato e della Regione. Nel merito è sempre stata chiara la mia posizione: un conto è la fiscalità generale, altro è il doveroso intervento del Comune su una struttura che, tu compreso, nessuno ha mai escluso dal sistema pubblico. Sai che su questo argomento mi sono beccato oltre 3.000 firme di contestazione. Fosse stato per me sarei arrivato fino in fondo. L’approssimarsi delle elezioni del 2007 mi hanno portato ad accettare l’invito ad esaminare l’opportunità di fermarmi che, come ben sai, mi è pervenuto dall’intera giunta. Ho fatto squadra anche in quel momento. Ed è stato giusto così. Non recrimino per l’assurdo pregiudizio che ancora mi accompagna.
Allora, caro Rino, riconsidera con maggiore serenità le cose. Rimettile con calma tutto in ordine e vedrai che, forse, anche tu non sei perfetto come vorresti farci credere.
Di Giambattista Maiorano (inviato il 07/06/2011 - 13:58:41)
Suggerimento dell’Aiom, Associazione Italiana di Oncologia Medica
Nucleare/ Appello oncologi, al referendum votare: SI
Postato il 5 giugno 2011 da redazionefendente
Gli oncologi italiani si schierano compatti contro il nucleare. Come anticipato nei giorni scorsi, arriva oggi dal congresso Asco di Chicago, il piu’ importante incontro mondiale di oncologia, l’appello dell’Aiom, l’associazione italiana di oncologia medica, a votare si’ al referendum del 12 e 13 giugno. “Il nucleare e’ la cosa piu’ cancerogena che esista – sottolinea il presidente dell’Aiom Carmelo Iacono – e non e’ controllabile, come ha dimostrato Fukushima. Lasciamo stare le centrali, puntiamo sulle energie alternative, che sono poco inquinanti e non presentano i rischi enormi per la salute che ha il nucleare”. Per gli oncologi, insomma, non ci sono dubbi: “Troppi rischi per giustificare i benefici. Anche perche’ non rischia solo chi e’ vicino alla centrale nel caso, come abbiamo visto non improbabile, di incidente: pensiamo al mare, ai pesci, e quindi alla catena alimentare, le coltivazioni. Gia’ la battaglia contro i tumori e’ dura, non ci sembra proprio il caso di aumentare ulteriormente i rischi, e che rischi. E sia chiaro, a scanso di equivoci: la nostra non e’ una presa di posizione politica, ma esclusivamente tecnica, da scienziati. Non si puo’ che andare a votare – conclude Iacono – e votare si’”. (da Affaritaliani)
Tratto da: http://fendente3.wordpress.com/2011/06/05/nucleare-appello-oncologi-al-referendum-votare-si/
Postato il 5 giugno 2011 da redazionefendente
Gli oncologi italiani si schierano compatti contro il nucleare. Come anticipato nei giorni scorsi, arriva oggi dal congresso Asco di Chicago, il piu’ importante incontro mondiale di oncologia, l’appello dell’Aiom, l’associazione italiana di oncologia medica, a votare si’ al referendum del 12 e 13 giugno. “Il nucleare e’ la cosa piu’ cancerogena che esista – sottolinea il presidente dell’Aiom Carmelo Iacono – e non e’ controllabile, come ha dimostrato Fukushima. Lasciamo stare le centrali, puntiamo sulle energie alternative, che sono poco inquinanti e non presentano i rischi enormi per la salute che ha il nucleare”. Per gli oncologi, insomma, non ci sono dubbi: “Troppi rischi per giustificare i benefici. Anche perche’ non rischia solo chi e’ vicino alla centrale nel caso, come abbiamo visto non improbabile, di incidente: pensiamo al mare, ai pesci, e quindi alla catena alimentare, le coltivazioni. Gia’ la battaglia contro i tumori e’ dura, non ci sembra proprio il caso di aumentare ulteriormente i rischi, e che rischi. E sia chiaro, a scanso di equivoci: la nostra non e’ una presa di posizione politica, ma esclusivamente tecnica, da scienziati. Non si puo’ che andare a votare – conclude Iacono – e votare si’”. (da Affaritaliani)
Tratto da: http://fendente3.wordpress.com/2011/06/05/nucleare-appello-oncologi-al-referendum-votare-si/
lunedì 6 giugno 2011
Promemoria: il centro sinistra di Buccinasco si sta muovendo
tratto dal sito: http://www.pdbuccinasco.it/public/post/proseguono-i-lavori-nel-cantiere-del-centrosinistra-1297.asp#commento3227
PROSEGUONO I LAVORI NEL CANTIERE DEL CENTROSINISTRA
Di Redazione (del 01/06/2011 @ 17:21:03, di David Arboit
Dopo i primi incontri esplorativi sui cinque temi messi in campo dal Centrosinistra (Governo del territorio, Finanza comunale, Giovani e cultura, Legalità, Welfare comunale) i componenti dei gruppi di lavoro proseguono personalmente (anche su mandato del gruppo) il lavoro di ricerca della documentazione, di riflessione e di approfondimento.
I materiali raccolti e le riflessioni personali verranno man mano messi in comune e discussi. È una gara a mettere in comune intuizioni, competenze, documenti, dove il lavoro del singolo ha come obbiettivo la condivisione e la discussione piuttosto che l’intenzione narcisitica di brevettare con il proprio nome idee e progetti.
Ecco i nuovi appuntamenti che alcuni gruppi si sono già dati per fare una prima sintesi e condivisione del lavoro personale
Bilancio e gestione delle risorse
Martedì 31 maggio, cascina Robbiolo, Aula 2 ore 21.00
Giovani, scuola e cultura
Lunedì 6 giugno, cascina Fagnana, ore 21.00
Urbanistica, territorio e mobilità
Martedì 7 giugno, cascina Robbiolo, Aula 2 ore 21.00
Welfare e lavoro
Mercoledì 8 giugno, cascina Robbiolo, Aula 2 ore 21
PROSEGUONO I LAVORI NEL CANTIERE DEL CENTROSINISTRA
Di Redazione (del 01/06/2011 @ 17:21:03, di David Arboit
Dopo i primi incontri esplorativi sui cinque temi messi in campo dal Centrosinistra (Governo del territorio, Finanza comunale, Giovani e cultura, Legalità, Welfare comunale) i componenti dei gruppi di lavoro proseguono personalmente (anche su mandato del gruppo) il lavoro di ricerca della documentazione, di riflessione e di approfondimento.
I materiali raccolti e le riflessioni personali verranno man mano messi in comune e discussi. È una gara a mettere in comune intuizioni, competenze, documenti, dove il lavoro del singolo ha come obbiettivo la condivisione e la discussione piuttosto che l’intenzione narcisitica di brevettare con il proprio nome idee e progetti.
Ecco i nuovi appuntamenti che alcuni gruppi si sono già dati per fare una prima sintesi e condivisione del lavoro personale
Bilancio e gestione delle risorse
Martedì 31 maggio, cascina Robbiolo, Aula 2 ore 21.00
Giovani, scuola e cultura
Lunedì 6 giugno, cascina Fagnana, ore 21.00
Urbanistica, territorio e mobilità
Martedì 7 giugno, cascina Robbiolo, Aula 2 ore 21.00
Welfare e lavoro
Mercoledì 8 giugno, cascina Robbiolo, Aula 2 ore 21
Annullamento delibera progetto per regolarizzazione strutture all’interno del Campo Sinti
DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO PREFETTIZIO N° 42 DEL 30-05-2011
OGGETTO: Annullamento deliberazione della Giunta Comunale n.183 del 23/08/2010.
... RICHIAMATA la deliberazione della Giunta Comunale n.183 del 23/08/2010 avente ad oggetto “Organizzazione Campo Sinti Via dei Lavoratori n.2 – Direttive”;
PRESO ATTO che il dispositivo della deliberazione suddetta prevede di “demandare ai
Responsabili di P.O. Lavori Pubblici – Territorio ed Ambiente, ad ognuno per quanto di competenza, l’avvio della concertazione con la Provincia di Milano e con l’Ente Parco Agricolo Sud Milano per lo svilippo di un progetto che possa prevedere, in deroga ai vincoli paesaggistici gravitanti nell’area, la regolarizzazione delle strutture che insistono all’interno del Campo Sinti onde costituire le condizioni urbanistiche più funzionali ad un modello di vita stanziale”;
... CONSIDERATO che il dispositivo sopra descritto è stato adottato in palese contrasto con le norme urbanistiche vigenti, nonchè adottato da Organo non competente rispetto alla stessa materia urbanistica;
.. DELIBERA ... Di procedere, per le motivazioni espresse in premessa, all’annullamento della deliberazione della Giunta Comunale n.183 del 23/08/2010, ai sensi dell’art.21-octies, comma 1, della Legge n.241/1990 e s.m.i.;
OGGETTO: Annullamento deliberazione della Giunta Comunale n.183 del 23/08/2010.
... RICHIAMATA la deliberazione della Giunta Comunale n.183 del 23/08/2010 avente ad oggetto “Organizzazione Campo Sinti Via dei Lavoratori n.2 – Direttive”;
PRESO ATTO che il dispositivo della deliberazione suddetta prevede di “demandare ai
Responsabili di P.O. Lavori Pubblici – Territorio ed Ambiente, ad ognuno per quanto di competenza, l’avvio della concertazione con la Provincia di Milano e con l’Ente Parco Agricolo Sud Milano per lo svilippo di un progetto che possa prevedere, in deroga ai vincoli paesaggistici gravitanti nell’area, la regolarizzazione delle strutture che insistono all’interno del Campo Sinti onde costituire le condizioni urbanistiche più funzionali ad un modello di vita stanziale”;
... CONSIDERATO che il dispositivo sopra descritto è stato adottato in palese contrasto con le norme urbanistiche vigenti, nonchè adottato da Organo non competente rispetto alla stessa materia urbanistica;
.. DELIBERA ... Di procedere, per le motivazioni espresse in premessa, all’annullamento della deliberazione della Giunta Comunale n.183 del 23/08/2010, ai sensi dell’art.21-octies, comma 1, della Legge n.241/1990 e s.m.i.;
Un nuovo partito a Buccinasco
DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO PREFETTIZIO N° 39 DEL 30-05-2011
OGGETTO: CONVENZIONE CON IL PARTITO “I POPOLARI DI ITALIA DOMANI” -SEZIONE DI BUCCINASCO - PER UTILIZZO SEDE COMUNALE (AULA N. 2 DI CASCINA ROBBIOLO) - PERIODO DAL 6 GIUGNO 2011 AL 30 MAGGIO 2012.
Ndr: Chi sono “I POPOLARI DI ITALIA DOMANI” ? Leggendo la convinzione ho scoperto che il loro rappresentante a Buccinasco è Paolo Suppa.
Visitando il loro sito ho scoperto (scusate l'ignoranza) che a Milano hanno sostenuto la ex Sindaco Brichetto Arnaboldi (CHE CHIAMANO ERRONEAMENTE COL NOME DEL MARITO, Moratti), e che il loro leader nazionale è il Ministro della Agricoltura Saverio Romano.
Quindi posso dedurre che si tratti di un altro pezzo della destra, vicino al PdL.
Buon lavoro a Paolo. Spero che le nostre strade si incroceranno ancora.
OGGETTO: CONVENZIONE CON IL PARTITO “I POPOLARI DI ITALIA DOMANI” -SEZIONE DI BUCCINASCO - PER UTILIZZO SEDE COMUNALE (AULA N. 2 DI CASCINA ROBBIOLO) - PERIODO DAL 6 GIUGNO 2011 AL 30 MAGGIO 2012.
Ndr: Chi sono “I POPOLARI DI ITALIA DOMANI” ? Leggendo la convinzione ho scoperto che il loro rappresentante a Buccinasco è Paolo Suppa.
Visitando il loro sito ho scoperto (scusate l'ignoranza) che a Milano hanno sostenuto la ex Sindaco Brichetto Arnaboldi (CHE CHIAMANO ERRONEAMENTE COL NOME DEL MARITO, Moratti), e che il loro leader nazionale è il Ministro della Agricoltura Saverio Romano.
Quindi posso dedurre che si tratti di un altro pezzo della destra, vicino al PdL.
Buon lavoro a Paolo. Spero che le nostre strade si incroceranno ancora.
Delibere Buccinasco: di tutto un po'
DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO PREFETTIZIO N° 40 DEL 30-05-2011
OGGETTO: AFFIDAMENTO DELLA GESTIONE DELL’ESERCIZIO DI SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE NEI LOCALI DI PROPRIETA’ COMUNALE SITI IN VIA ROMA N. 4 IN BUCCINASCO - DIRETTIVE
... Considerato che il Comune è proprietario di un immobile sito in Buccinasco, via Roma n.4, recentemente ristrutturato e arredato, in precedenza sede del circolo dell’Associazione Combattenti e Reduci;Considerato che la ristrutturazine eseguita e gli arredi acquistati mirano a mantenere l’originaria
destinazione di bar-ristorante/luogo di ritrovo, qualificando però l’immobile come pubblico esercizio, e che risulta quindi opportuno utilizzare i locali per un’attività di somministrazione di alimenti e bevande da affidare in gestione mediante asta pubblica, in modo da mettere a reddito l’immobile garantendo al Comune entrate certe;
... di dare atto che, all’interno dell’immobile, un locale sarà comunque destinato a sede dell’Associazione Combattenti e Reduci
DETERMINAZIONE N° 510 DEL 1/6/2011
OGGETTO: “MANUTENZIONE AREE BOSCATE MASTER PLAN NAVIGLI - CAMMINANDO SULL’ACQUA 1° LOTTO” – IMPEGNO DI SPESA
... DETERMINA ... di impegnare la somma complessiva di € 65.440,00
DETERMINAZIONE N° 501 DEL 27/5/2011
Oggetto: RIPRISTINO SPONDA DEL PONTE STRADA COMUNALE “SAN NOVO – GUDO GAMBAREDO” (Tertennis Impresa di Costruzioni)
... PREMESSO che, causa il perdurare delle cattive condizioni meteorologiche nei mesi
autunnali/invernali in combinazione con un aumento consistente del traffico veicolare dovuto all’interdizione di ogni tipo di mezzo di trasporto lungo il tronco della SPN 184 “Corsico - Rozzano” (fino al 30/06/2011) per la realizzazione di un nuovo scavalco sul Naviglio Pavese, si è assistito ad un progressivo deterioramento delle condizioni della strada comunale “San Novo - Gudo Gambaredo”;
CONSIDERATO che il suddetto peggioramento riguarda non solo il manto stradale della
carreggiata, ma anche l’accentuazione del degrado delle sponde del tronco stradale in questione, dove in alcuni punti si è verificato il dissesto della banchina e delle sponde;
CONSIDERATO inoltre che i tecnici del Servizio Manutenzioni hanno, con sopralluogo,
individuato un grave cedimento della sede stradale sulla sponda del manufatto che permette lo scavalco del fontanile Visconti per il quale è necessario prevedere un intervento immediato, tale da garantire le normali condizioni di sicurezza alla circolazione veicolare;
... DETERMINA ... di impegnare l’importo complessivo di € 6.480,00 ...
Ndr: come al solito ricordo che la scelta delle delibere più significative, alle quali dare risalto con la pubblicazione di un estratto nel mio blog, e personale e sindacabile...
OGGETTO: AFFIDAMENTO DELLA GESTIONE DELL’ESERCIZIO DI SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE NEI LOCALI DI PROPRIETA’ COMUNALE SITI IN VIA ROMA N. 4 IN BUCCINASCO - DIRETTIVE
... Considerato che il Comune è proprietario di un immobile sito in Buccinasco, via Roma n.4, recentemente ristrutturato e arredato, in precedenza sede del circolo dell’Associazione Combattenti e Reduci;Considerato che la ristrutturazine eseguita e gli arredi acquistati mirano a mantenere l’originaria
destinazione di bar-ristorante/luogo di ritrovo, qualificando però l’immobile come pubblico esercizio, e che risulta quindi opportuno utilizzare i locali per un’attività di somministrazione di alimenti e bevande da affidare in gestione mediante asta pubblica, in modo da mettere a reddito l’immobile garantendo al Comune entrate certe;
... di dare atto che, all’interno dell’immobile, un locale sarà comunque destinato a sede dell’Associazione Combattenti e Reduci
DETERMINAZIONE N° 510 DEL 1/6/2011
OGGETTO: “MANUTENZIONE AREE BOSCATE MASTER PLAN NAVIGLI - CAMMINANDO SULL’ACQUA 1° LOTTO” – IMPEGNO DI SPESA
... DETERMINA ... di impegnare la somma complessiva di € 65.440,00
DETERMINAZIONE N° 501 DEL 27/5/2011
Oggetto: RIPRISTINO SPONDA DEL PONTE STRADA COMUNALE “SAN NOVO – GUDO GAMBAREDO” (Tertennis Impresa di Costruzioni)
... PREMESSO che, causa il perdurare delle cattive condizioni meteorologiche nei mesi
autunnali/invernali in combinazione con un aumento consistente del traffico veicolare dovuto all’interdizione di ogni tipo di mezzo di trasporto lungo il tronco della SPN 184 “Corsico - Rozzano” (fino al 30/06/2011) per la realizzazione di un nuovo scavalco sul Naviglio Pavese, si è assistito ad un progressivo deterioramento delle condizioni della strada comunale “San Novo - Gudo Gambaredo”;
CONSIDERATO che il suddetto peggioramento riguarda non solo il manto stradale della
carreggiata, ma anche l’accentuazione del degrado delle sponde del tronco stradale in questione, dove in alcuni punti si è verificato il dissesto della banchina e delle sponde;
CONSIDERATO inoltre che i tecnici del Servizio Manutenzioni hanno, con sopralluogo,
individuato un grave cedimento della sede stradale sulla sponda del manufatto che permette lo scavalco del fontanile Visconti per il quale è necessario prevedere un intervento immediato, tale da garantire le normali condizioni di sicurezza alla circolazione veicolare;
... DETERMINA ... di impegnare l’importo complessivo di € 6.480,00 ...
Ndr: come al solito ricordo che la scelta delle delibere più significative, alle quali dare risalto con la pubblicazione di un estratto nel mio blog, e personale e sindacabile...
venerdì 3 giugno 2011
Se ne parla all'estero: tinture per capelli
Tratto da: http://www.cosmeticsdesign-europe.com/Market-Trends/Hair-dye-and-moisturisers-under-scrutiny-by-Norwegian-health-institute/?c=h2fgna4bZR4AOXKgtLi8bA%3D%3D&utm_source=newsletter_daily&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter%2BDaily
Hair dye and moisturisers under scrutiny by Norwegian health institute
By Andrew McDougall, 01-Jun-2011
A report published by the Norwegian Institute of Public Health has highlighted the adverse affects that permanent hair dye has had on consumers as well as reactions from facial and body moisturisers. The report is the first to come from the National Register of Adverse Effects from Cosmetics Products, with the aim of highlighting the adverse effects cosmetics can cause, concentrated on the Norwegian population.
"The Register gives us a better overview of the products that cause adverse effects, the type of adverse effect and who experiences them. Then we can make an assessment and even warn against the use of certain products," commented researcher Berit Granum at the Division of Environmental Medicine at the Norwegian Institute of Public Health.
Consumer notifications
During the first two years, the Register received 96 notifications, of which it says the majority related to product types such as moisturisers, cleansers, sunscreens and hair colouring products.
Permanent (oxidative) hair dye is the product type that has given the most severe reactions, according to the report. During the Register’s first two operational years notifications were received from seven people, of which most were adverse effects of an allergic nature.
Allergies to hair dye often include symptoms such as eczema, redness, blistering, and itching of the scalp, face and throat as well as experiencing severe swelling on the forehead and around the eyes.
Moisturisers ‘frequently’ reported
The Register also stated that facial and body moisturisers are the product type that is most frequently reported.
The adverse effects of these products range from mild symptoms that disappear a few hours or a few days after the consumer has stopped using the product, to severe reactions that may persist for several weeks with symptoms such as eczema, rash, blistering and itching.
In its study the Register defined cosmetic products as much more than make-up and perfume.
"It includes all products that are applied to the external parts of the body, such as teeth and oral mucous membranes and are intended to prevent body odour, to clean, perfume, protect, preserve or affect the appearance,” said a statement from the organisation.
Taking this into consideration, the Register therefore assumed that virtually the entire Norwegian population, both men and women, uses one or more cosmetic products daily.
Hair dye and moisturisers under scrutiny by Norwegian health institute
By Andrew McDougall, 01-Jun-2011
A report published by the Norwegian Institute of Public Health has highlighted the adverse affects that permanent hair dye has had on consumers as well as reactions from facial and body moisturisers. The report is the first to come from the National Register of Adverse Effects from Cosmetics Products, with the aim of highlighting the adverse effects cosmetics can cause, concentrated on the Norwegian population.
"The Register gives us a better overview of the products that cause adverse effects, the type of adverse effect and who experiences them. Then we can make an assessment and even warn against the use of certain products," commented researcher Berit Granum at the Division of Environmental Medicine at the Norwegian Institute of Public Health.
Consumer notifications
During the first two years, the Register received 96 notifications, of which it says the majority related to product types such as moisturisers, cleansers, sunscreens and hair colouring products.
Permanent (oxidative) hair dye is the product type that has given the most severe reactions, according to the report. During the Register’s first two operational years notifications were received from seven people, of which most were adverse effects of an allergic nature.
Allergies to hair dye often include symptoms such as eczema, redness, blistering, and itching of the scalp, face and throat as well as experiencing severe swelling on the forehead and around the eyes.
Moisturisers ‘frequently’ reported
The Register also stated that facial and body moisturisers are the product type that is most frequently reported.
The adverse effects of these products range from mild symptoms that disappear a few hours or a few days after the consumer has stopped using the product, to severe reactions that may persist for several weeks with symptoms such as eczema, rash, blistering and itching.
In its study the Register defined cosmetic products as much more than make-up and perfume.
"It includes all products that are applied to the external parts of the body, such as teeth and oral mucous membranes and are intended to prevent body odour, to clean, perfume, protect, preserve or affect the appearance,” said a statement from the organisation.
Taking this into consideration, the Register therefore assumed that virtually the entire Norwegian population, both men and women, uses one or more cosmetic products daily.
giovedì 2 giugno 2011
Fratelli d'Italia - Testo integrale
Nonostante venga spesso suonato e cantato nella versione monca, ridotta a circa un minuto, il nostro Inno è in realtà più complesso e completo; dal sito http://www.governo.it/Presidenza/cerimoniale/ufficio_cerimoniale/inno.html ecco il testo integrale:
FRATELLI D’ITALIA
di Goffredo Mameli
musicata da Michele Novaro
Testo integrale
Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta;
dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa.
Dov'è la vittoria? Le porga la chioma
ché schiava di Roma Iddio la creò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.
Noi fummo da secoli calpesti, derisi
perché non siam popolo, perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica bandiera, una speme:
di fonderci insieme già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci; l'unione e l'amore
rivelano ai popoli le vie del Signore.
Giuriamo far libero il suolo natio
uniti, per Dio, chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò
Dall'Alpe a Sicilia dovunque è Legnano;
ogn’uom di Ferruccio ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia si chiaman Balilla;
il suon d'ogni squilla i Vespri suonò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.
Son giunchi che piegano le spade vendute;
già l’aquila d’Austria le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia e il sangue Polacco
bevè col Cosacco, ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.
FRATELLI D’ITALIA
di Goffredo Mameli
musicata da Michele Novaro
Testo integrale
Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta;
dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa.
Dov'è la vittoria? Le porga la chioma
ché schiava di Roma Iddio la creò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.
Noi fummo da secoli calpesti, derisi
perché non siam popolo, perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica bandiera, una speme:
di fonderci insieme già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci; l'unione e l'amore
rivelano ai popoli le vie del Signore.
Giuriamo far libero il suolo natio
uniti, per Dio, chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò
Dall'Alpe a Sicilia dovunque è Legnano;
ogn’uom di Ferruccio ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia si chiaman Balilla;
il suon d'ogni squilla i Vespri suonò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.
Son giunchi che piegano le spade vendute;
già l’aquila d’Austria le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia e il sangue Polacco
bevè col Cosacco, ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
Siam pronti alla morte;
Italia chiamò.
mercoledì 1 giugno 2011
Un altro PD è possibile
Elezioni/ Pd Milano: Vendola e leader osservino prima di parlare
Ma Bersani ha ascoltato più di tutti, bella lezione di stile
postato 1 ora fa da TMNews
Milano, 1 giu. (TMNews) - Il gruppo dirigente del Partito democratico a Milano approva la bacchettata del nuovo sindaco, Giuliano Pisapia, al leader di Sel Nichi Vendola per il suo intervento in piazza Duomo subito dopo la vittoria al ballottaggio. "La frase di Pisapia - detto il segretario provinciale Roberto Cornelli - la sottoscrivo in pieno. Ci rimettiamo all'idea del nostro sindaco che sosteniamo sempre e comunque. Pisapia ha ragione quando dice che il voto dei milanesi è stato per il buon governo della città, ogni altra interpretazione è generale e riguarda il distacco reale di Pdl e Lega dall'elettorato di riferimento".
"I politici nazionali - ha aggiunto Cornelli - possono venire a Milano per osservare e capire la nostra esperienza prima che per utilizzarla. In questo il nostro segretario nazionale Pierluigi Bersani ci ha aiutato molto nel mettere il partito al servizio di una riscossa civica. E' quello che più è stato in ascolto di questa riscossa civica. Non è mai venuto a dire rotta, ma ad ascoltare. Ha dato una bella lezione di stile politico".
Tratto da: http://notizie.virgilio.it/notizie/politica/2011/06_giugno/01/elezioni_pd_milano_vendola_e_leader_osservino_prima_di_parlare,29857820.html
Ma Bersani ha ascoltato più di tutti, bella lezione di stile
postato 1 ora fa da TMNews
Milano, 1 giu. (TMNews) - Il gruppo dirigente del Partito democratico a Milano approva la bacchettata del nuovo sindaco, Giuliano Pisapia, al leader di Sel Nichi Vendola per il suo intervento in piazza Duomo subito dopo la vittoria al ballottaggio. "La frase di Pisapia - detto il segretario provinciale Roberto Cornelli - la sottoscrivo in pieno. Ci rimettiamo all'idea del nostro sindaco che sosteniamo sempre e comunque. Pisapia ha ragione quando dice che il voto dei milanesi è stato per il buon governo della città, ogni altra interpretazione è generale e riguarda il distacco reale di Pdl e Lega dall'elettorato di riferimento".
"I politici nazionali - ha aggiunto Cornelli - possono venire a Milano per osservare e capire la nostra esperienza prima che per utilizzarla. In questo il nostro segretario nazionale Pierluigi Bersani ci ha aiutato molto nel mettere il partito al servizio di una riscossa civica. E' quello che più è stato in ascolto di questa riscossa civica. Non è mai venuto a dire rotta, ma ad ascoltare. Ha dato una bella lezione di stile politico".
Tratto da: http://notizie.virgilio.it/notizie/politica/2011/06_giugno/01/elezioni_pd_milano_vendola_e_leader_osservino_prima_di_parlare,29857820.html
Sì
Roma, 1 giu. (Adnkronos/Ign) - Sì al referendum sul nucleare. Lo ha deciso l'ufficio centrale elettorale presso la Corte di Cassazione. In particolare, è stata accolta l'istanza presentata da Pd e Idv volta a trasferire il quesito sulla nuova norma appena votata sul nucleare. In pratica il referendum, il prossimo 12 e 13 giugno, si svolgerà sui commi 1 e 8 dell'articolo 5 del decreto omnibus.
Soddisfazione da parte dell'avvocato Gianluigi Pellegrino, legale del Pd. ''Si afferma la forza serena della Costituzione contro il tentativo giuridicamente maldestro di raggirare il corpo elettorale, cioè 40 milioni di cittadini''.
Con la decisione della Cassazione, gli elettori che si recheranno alle urne il 12 e il 13 giugno troveranno, oltre alle schede sull'acqua e sul legittimo impedimento, anche quella sul quesito che chiede di bloccare per sempre i progetti nucleari del governo. La decisione della Cassazione, che ha accolto l'istanza del Pd, è stata presa da 18 magistrati presieduti dal più anziano, Antonino Elefante. Il verdetto è stato accolto dagli applausi di un gruppo di esponenti del comitato referendario, tra i quali il verde Angelo Bonelli.
Soddisfatta l'opposizione. "La conferma del quesito sul nucleare è una notizia eccellente - commenta il segretario del Pd Pier Luigi Bersani - . I trucchi del governo sono stati ancora una volta smascherati". "Il Pd, che ha sempre contrastato le assurde scelte del governo sul nucleare - aggiunge -, è impegnato con tutte le sue forze a sostenere la campagna per il sì e invita tutte le sue organizzazioni territoriali a mobilitarsi in occasione del 12 e 13 giugno", conclude Bersani.
"Chi la dura, la vince", sottolinea il leader Idv Antonio Di Pietro . "Si sono dati la zappa sui piedi", dice l'ex magistrato spiegando come, grazie anche agli errori della maggioranza, è stata possibile l'ammissione del referendum sul nucleare.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini si è pronunciato a favore del voto. "L'ho già detto l'altro giorno: è importante andare a votare a prescindere da quanti sono i quesiti", sottolinea. Italo Bocchino conferma che Futuro e libertà ''invita tutti gli iscritti alla partecipazione attiva'' ai referendum, ''lasciando agli stessi - precisa - piena libertà di coscienza'' sui quesiti.
Dalla maggioranza Maurizio Lupi, deputato del Pdl e vicepresidente della Camera, invita a non "trasformare sempre tutte le occasioni di elezioni e referendum in spallate per il governo. Sono quesiti molto precisi e specifici- spiega -, credo che i cittadini potranno pronunciarsi con libertà e dovremo ragionare sui singoli quesiti: dall'acqua, al legittimo impedimento, al nucleare".
Intanto, la Commissione servizi e prodotti dell'Agcom, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nella riunione del 30 maggio scorso, dopo un'interlocuzione con la Commissione parlamentare di vigilanza, ha rilevato che ''la collocazione nei palinsesti dei messaggi autogestiti relativi ai referendum del 12 e 13 giugno, finora attuata dalla Rai, non è conforme ai principi del regolamento della Commissione sulla par condicio referendaria''.
L'Autorità, si legge in una nota, ha, pertanto, rivolto un richiamo alla concessionaria pubblica ''affinché realizzi una collocazione dei messaggi idonea a garantire l'obiettivo del maggior ascolto, come previsto dalle disposizioni vigenti''. Nell'esercizio della sua funzione di vigilanza, l'Agcom, attraverso il monitoraggio della programmazione, ''verificherà l'osservanza del richiamo, nonché dell'invito già rivolto alla Rai ad incrementare l'informazione sui referendum. In caso di inosservanza, adotterà i conseguenti provvedimenti previsti dalla legge''.
tratto da: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Nucleare-Cassazione-si-al-referendum-Pd-trucchi-smascherati-Fini-giusto-votare_312082095609.html
Soddisfazione da parte dell'avvocato Gianluigi Pellegrino, legale del Pd. ''Si afferma la forza serena della Costituzione contro il tentativo giuridicamente maldestro di raggirare il corpo elettorale, cioè 40 milioni di cittadini''.
Con la decisione della Cassazione, gli elettori che si recheranno alle urne il 12 e il 13 giugno troveranno, oltre alle schede sull'acqua e sul legittimo impedimento, anche quella sul quesito che chiede di bloccare per sempre i progetti nucleari del governo. La decisione della Cassazione, che ha accolto l'istanza del Pd, è stata presa da 18 magistrati presieduti dal più anziano, Antonino Elefante. Il verdetto è stato accolto dagli applausi di un gruppo di esponenti del comitato referendario, tra i quali il verde Angelo Bonelli.
Soddisfatta l'opposizione. "La conferma del quesito sul nucleare è una notizia eccellente - commenta il segretario del Pd Pier Luigi Bersani - . I trucchi del governo sono stati ancora una volta smascherati". "Il Pd, che ha sempre contrastato le assurde scelte del governo sul nucleare - aggiunge -, è impegnato con tutte le sue forze a sostenere la campagna per il sì e invita tutte le sue organizzazioni territoriali a mobilitarsi in occasione del 12 e 13 giugno", conclude Bersani.
"Chi la dura, la vince", sottolinea il leader Idv Antonio Di Pietro . "Si sono dati la zappa sui piedi", dice l'ex magistrato spiegando come, grazie anche agli errori della maggioranza, è stata possibile l'ammissione del referendum sul nucleare.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini si è pronunciato a favore del voto. "L'ho già detto l'altro giorno: è importante andare a votare a prescindere da quanti sono i quesiti", sottolinea. Italo Bocchino conferma che Futuro e libertà ''invita tutti gli iscritti alla partecipazione attiva'' ai referendum, ''lasciando agli stessi - precisa - piena libertà di coscienza'' sui quesiti.
Dalla maggioranza Maurizio Lupi, deputato del Pdl e vicepresidente della Camera, invita a non "trasformare sempre tutte le occasioni di elezioni e referendum in spallate per il governo. Sono quesiti molto precisi e specifici- spiega -, credo che i cittadini potranno pronunciarsi con libertà e dovremo ragionare sui singoli quesiti: dall'acqua, al legittimo impedimento, al nucleare".
Intanto, la Commissione servizi e prodotti dell'Agcom, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nella riunione del 30 maggio scorso, dopo un'interlocuzione con la Commissione parlamentare di vigilanza, ha rilevato che ''la collocazione nei palinsesti dei messaggi autogestiti relativi ai referendum del 12 e 13 giugno, finora attuata dalla Rai, non è conforme ai principi del regolamento della Commissione sulla par condicio referendaria''.
L'Autorità, si legge in una nota, ha, pertanto, rivolto un richiamo alla concessionaria pubblica ''affinché realizzi una collocazione dei messaggi idonea a garantire l'obiettivo del maggior ascolto, come previsto dalle disposizioni vigenti''. Nell'esercizio della sua funzione di vigilanza, l'Agcom, attraverso il monitoraggio della programmazione, ''verificherà l'osservanza del richiamo, nonché dell'invito già rivolto alla Rai ad incrementare l'informazione sui referendum. In caso di inosservanza, adotterà i conseguenti provvedimenti previsti dalla legge''.
tratto da: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Nucleare-Cassazione-si-al-referendum-Pd-trucchi-smascherati-Fini-giusto-votare_312082095609.html
Perchè ?
Sigarette, nuovi studi le mettono in corrispondenza con le radiografie
Martedì 31 Maggio 2011, 09:00 in Farmaci e Ricerca
Massimilla Manetti Ricci, Blogger, laureata, fiorentina di nascita, milanese di crescita, cittadina del mondo
Un'analisi condotta sulle prime 10 marche di sigarette più vendute in Italia, ha riscontrato la presenza elevata di isotopi radioattivi del piombo e del polonio.
Lo afferma uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità, realizzato in collaborazione con l'Università di Bologna e con l'Enea, e presentato a Roma in occasione della Giornata mondiale contro il tabacco, che si celebra oggi 31 maggio.
In tutte, sono state trovate quantità elevate di due isotopi: in media 13,5 mbq per il piombo e 15 mbq per il polonio per ogni sigaretta.
La quantità stimata per un anno, per chi fuma 20 sigarette al giorno, corrisponde a una quantità pari a 25 radiografie al torace.
«Il polonio radioattivo è uno dei più potenti agenti cancerogeni del fumo di tabacco» si legge nello studio «ed è uno dei responsabili del cambiamento del tumore polmonare da squamoso e indifferenziato a piccole cellule a adenocarcinoma»
Martedì 31 Maggio 2011, 09:00 in Farmaci e Ricerca
Massimilla Manetti Ricci, Blogger, laureata, fiorentina di nascita, milanese di crescita, cittadina del mondo
Un'analisi condotta sulle prime 10 marche di sigarette più vendute in Italia, ha riscontrato la presenza elevata di isotopi radioattivi del piombo e del polonio.
Lo afferma uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità, realizzato in collaborazione con l'Università di Bologna e con l'Enea, e presentato a Roma in occasione della Giornata mondiale contro il tabacco, che si celebra oggi 31 maggio.
In tutte, sono state trovate quantità elevate di due isotopi: in media 13,5 mbq per il piombo e 15 mbq per il polonio per ogni sigaretta.
La quantità stimata per un anno, per chi fuma 20 sigarette al giorno, corrisponde a una quantità pari a 25 radiografie al torace.
«Il polonio radioattivo è uno dei più potenti agenti cancerogeni del fumo di tabacco» si legge nello studio «ed è uno dei responsabili del cambiamento del tumore polmonare da squamoso e indifferenziato a piccole cellule a adenocarcinoma»
Almeno non teniamoli per ore in tasca a contatto coi testicoli !
tratto da: http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE74U0LM20110531
Cellulari, Oms: "potenzialmente cancerogeni"
martedì 31 maggio 2011 19:10
LONDRA (Reuters) - Utilizzare un telefono cellulare potrebbe aumentare il rischio negli esseri umani di ammalarsi di certi tipi di cancro al cervello, e gli utenti devono prendere in considerazione alcuni modi per ridurre la loro esposizione.
Lo hanno detto oggi esperti in materia dell'Organizzazione mondiale della sanità.
Un team di 21 ricercatori da 14 Paesi riunitisi all'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'Oms ha detto che un esame di tutte le prove scientifiche disponibili suggerisce che l'uso di cellulari potrebbe essere classificato come "potenzialmente cancerogeno".
Questa classificazione potrebbe spingere l'Oms a rivedere le sue linee guida sui cellulari, secondo quanto detto dai ricercatori dell'Agenzia, anche se prima di dare una risposta definitiva è necessario svolgere altre ricerche.
L'Oms in precedenza aveva detto che non era stato stabilito alcun legame tra l'uso di cellulari e il cancro.
Ed ecco la risposta del Ministro della Salute, sempre attento (...) alla nostra salute:
http://blog.leiweb.it/salute-rassegna-stampa/
Cellulari, cautela dal ministro della Salute (!) Fazio
scritto da: Simone Fanti in Asca
«Se la documentazione è convincente chiederò un parere al Consiglio superiore della Sanità. Voglio essere prudente prima di fare affermazioni che potrebbero ledere il mondo produttivo». Lo ha dichiarato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio in un’intervista a La Repubblica in merito alla pronuncia dell’Oms che ha stabilito ieri che l’utilizzo dei telefoni cellulari e degli altri dispositivi wireless potrebbe causare il cancro negli esseri umani.
«Dobbiamo vedere la ricerca nel dettaglio. Non nego il pericolo, – ha aggiunto Fazio – ma resto molto prudente: spesso le affermazioni da cui si traggono conclusioni sono eccessive, basate sul principio di probabilità».
Fazio ha spiegato che «tutte queste cose vanno prese cum grano salis. Anche la bistecca alla brace è cancerogena, mica diamo indicazioni di non cuocerla più», per il cellulare sarebbe meglio «usare l’auricolare: è una questione di educazione formale, di sicurezza stradale».
Cellulari, Oms: "potenzialmente cancerogeni"
martedì 31 maggio 2011 19:10
LONDRA (Reuters) - Utilizzare un telefono cellulare potrebbe aumentare il rischio negli esseri umani di ammalarsi di certi tipi di cancro al cervello, e gli utenti devono prendere in considerazione alcuni modi per ridurre la loro esposizione.
Lo hanno detto oggi esperti in materia dell'Organizzazione mondiale della sanità.
Un team di 21 ricercatori da 14 Paesi riunitisi all'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'Oms ha detto che un esame di tutte le prove scientifiche disponibili suggerisce che l'uso di cellulari potrebbe essere classificato come "potenzialmente cancerogeno".
Questa classificazione potrebbe spingere l'Oms a rivedere le sue linee guida sui cellulari, secondo quanto detto dai ricercatori dell'Agenzia, anche se prima di dare una risposta definitiva è necessario svolgere altre ricerche.
L'Oms in precedenza aveva detto che non era stato stabilito alcun legame tra l'uso di cellulari e il cancro.
Ed ecco la risposta del Ministro della Salute, sempre attento (...) alla nostra salute:
http://blog.leiweb.it/salute-rassegna-stampa/
Cellulari, cautela dal ministro della Salute (!) Fazio
scritto da: Simone Fanti in Asca
«Se la documentazione è convincente chiederò un parere al Consiglio superiore della Sanità. Voglio essere prudente prima di fare affermazioni che potrebbero ledere il mondo produttivo». Lo ha dichiarato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio in un’intervista a La Repubblica in merito alla pronuncia dell’Oms che ha stabilito ieri che l’utilizzo dei telefoni cellulari e degli altri dispositivi wireless potrebbe causare il cancro negli esseri umani.
«Dobbiamo vedere la ricerca nel dettaglio. Non nego il pericolo, – ha aggiunto Fazio – ma resto molto prudente: spesso le affermazioni da cui si traggono conclusioni sono eccessive, basate sul principio di probabilità».
Fazio ha spiegato che «tutte queste cose vanno prese cum grano salis. Anche la bistecca alla brace è cancerogena, mica diamo indicazioni di non cuocerla più», per il cellulare sarebbe meglio «usare l’auricolare: è una questione di educazione formale, di sicurezza stradale».
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