Tratto da: http://27esimaora.corriere.it/articolo/meno-aborti-e-gravidanze-precoci-perche-le-adolescenti-italiane-sono-piu-virtuose/
Meno aborti e gravidanze precoci - La virtù delle adolescenti italiane
di Adriana Bazzi
Il più giovane nonno inglese? Si chiama Shem Davies, è disoccupato e ha soltanto ventinove anni: sua figlia Tia è rimasta incinta a 14 e ha partorito la piccola Gracie pochi giorni fa.
La piaga delle gravidanze nelle teenager non colpisce soltanto la Gran Bretagna, ma un po’ tutto il Nord Europa e anche Francia e Germania, per non parlare dei Paesi dell’Est.
Le adolescenti italiane sembrano, invece, più “virtuose” delle coetanee europee, anche perché, a differenza che in altri paesi, gli aborti sono in calo.
Certo, si contano ogni anno almeno 2500 gravidanze nelle under – 18, secondo Save The Children , ma siamo al penultimo posto, prima della Svizzera, nella classifica delle nascite da mamme giovanissime (secondo una ricerca di qualche anno fa, ma unica del genere).
Non sarà perché da noi la contraccezione funziona meglio che altrove? O addirittura perché i giovani di casa nostra non fanno poi così tanto sesso?
Improbabile il primo caso.
Stando alle indagini, i giovani non sempre sono ben informati sui metodi contraccettivi e utilizzano spesso il preservativo e il coito interrotto, mentre usano poco la pillola.
Il secondo va tenuto presente. I ragazzi d’oggi arrivano al primo rapporto completo attorno ai 17 anni, addirittura in ritardo rispetto ai loro genitori, almeno secondo un questionario diffuso da un sito online, ma i dati “d’inizio” non sono sempre omogenei (c’è da dire che, in questo settore, sondaggi, analisi, inchieste, statistiche e opinioni di esperti si sprecano e non sempre riflettono la realtà).
Come spiegare allora l’anomalia italiana?
Forse vale la pena di ragionare al contrario. E cioè chiedersi: quali sono i fattori di rischio di gravidanze in giovanissima età che negli Usa, al top della classifica, coinvolgono più di cinquanta ragazze di età inferiore ai diciannove anni ogni mille, mentre in Italia solo il sette per mille circa?
Qui gli studi seri sono concordi nel ritenere che entrino in gioco soprattutto fattori socio-economici e culturali: quanto più si è poveri e meno si è istruiti, tanto più si rischiano gravidanze minorili. Che sono anche “contagiose”: secondo una ricerca condotta in Norvegia , chi ha una sorella, che ha partorito giovanissima, ha una probabilità doppia, rispetto alle altre, di rimanere incinta precocemente.
Al di là del “contagio”, lo studio è interessante proprio perché punta il dito sull’ambiente familiare e sociale. Chi vive in un contesto di scarsa educazione e non ha di fronte un progetto di studio e di vita, non avrà la percezione di quanto una gravidanza possa ostacolarlo.
E infatti chi studia, in genere, comincia più tardi l’attività sessuale ed è più consapevole dei rischi legati al sesso.
Il vivere in condizioni di povertà espone più facilmente ad abusi, anche sessuali, all’uso di alcol e droghe che favoriscono precocità e promiscuità sessuale.
E spesso in queste realtà, i legami familiari sono labili o, più spesso, inesistenti.
Non a caso, dicono gli esperti, dove c’è una buona comunicazione fra genitori e figli, non solo l’iniziazione sessuale è posticipata, ma anche il tasso di gravidanze giovanili è ridotto.
Ecco, probabilmente in Italia (almeno per il momento) sono meno diffuse certe situazioni di povertà, soprattutto culturale, che esistono in altri Paesi. Da qui in avanti, bisognerà, però, considerare il popolo degli immigrati che, tanto per fare un esempio, offrono un contributo crescente alle interruzioni volontarie di gravidanza in Italia, secondo l’ultimo rapporto sulla legge 194.
Non solo: si ha l’impressione che da noi il ruolo delle famiglie (nonostante divorzi e separazioni che allineano il nostro Paese con tutti gli altri Paesi industrializzati) sia ancora molto importante (di nuovo: almeno per il momento) e giochi un ruolo in questo contesto.
I “bamboccioni” italiani, alla fine, potrebbero rivelare un loro lato positivo: una maggiore capacità di comunicazione con le famiglie, una maggiore responsabilità di fronte alle scelte che riguardano il sesso..
O no?
Dobbiamo, forse, pensare che la giustificazione del fenomeno- gravidanza nelle teenager stia nella contraccezione di emergenza (cui avrebbe fatto ricorso, secondo certe indagini una teenager su quattro in Italia) o addirittura nel declino della fertilità, registrato nei Paesi industrializzati, che riduce le capacità procreative a partire dalla giovanissima età?
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