In un anno la Marina Militare ha effettuato 558 interventi di salvataggio raccogliendo in mare 100.250 persone (su 153,412 immigrati clandestini giunti in Italia dalla Libia dall'inizio dell'anno secondo i dati del Ministero dell'Interno), arrestando 728 scafisti e sequestrando 8 imbarcazioni.
Numeri che non dicono certo tutto (la gran parte degli scafisti sono già in libertà e sono tornati al “lavoro”) ma spiegano i quasi 10 milioni di euro di costo mensile dell'operazione (114 in un anno) e illustrano l'impegno della flotta d'altura italiana schierata a ridosso delle coste libiche.

Un dispiegamento che ha consentito di ridurre il numero dei morti in mare ma non certo di azzerarlo poiché la presenza navale italiana ha facilitato il lavoro ai trafficanti che hanno aumentato i flussi di migranti clandestini diminuendo i prezzi ma imbarcando le persone su qualsiasi cosa fosse in grado di galleggiare sommariamente. Per questo le persone affogate nelle acque libiche, colando a picco a bordo di natanti che non erano in grado di tenere il mare, potrebbero essere ben di più dei circa 2.200 morti e dispersi registrati dal Ministero degli Interni.
Secondo Philippe Fargues, demografo dello European University Institute, la mortalità nel Mediterraneo non ha mai raggiunto il tasso attuale, contenuto solo parzialmente da Mare Nostrum. Accorpando i dati raccolti attraverso le notizie sugli sbarchi e sui naufragi, Fargues stima che il tasso di mortalità durante le traversate sia passato dal 4 al 21% dal 1999 al 2013.
Le vite salvate rappresentano del resto l'unico successo di Mare Nostrum, operazione che non ha risolto il problema dell'immigrazione clandestina perché a dispetto della forza navale messa in mare non ha mai esercitato quel ruolo di deterrenza che invece era stato annunciato un anno or sono dai ministri Alfano e Mauro.
Di fatto ci si è limitati a utilizzare navi da guerra, incluse le nuovissime Fremm da mezzo miliardo a unità, come traghetti per raccogliere in mare e sbarcare in Italia un numero senza precedenti di immigrati clandestini la cui presenza crea serie difficoltà logistiche e alimenta tensioni sociali con le fasce deboli in continuo ampliamento della società italiana.
L'avvio dell'operazione Triton coordinata dall'agenzia europea Frontex rappresenta inoltre solo simbolicamente la solidarietà dei nostri partner come confermano i suoi limiti dimensionali e operativi. Innanzitutto il lento afflusso dei pochi mezzi offerti dagli europei richiederà almeno due o tre mesi di transizione tra le due operazioni durante i quali la Marina italiana continuerà a mettere in campo 4 navi d'altura. Basti pensare che il limitato contributo tedesco composto da un pugno di poliziotti e un elicottero arriverà in Sicilia solo a fine anno.