Italiani in fuga verso Londra, chi resta viene assunto dai cinesi
La grande fuga degli italiani, destinazione Londra. Un esodo senza fine. Nel nostro Paese non c’è futuro. In molti già lo avevano capito diversi anni fa quando decisero di cambiare, anche a malincuore, città per sempre. Altri, basandosi sul detto “meglio tardi che mai”, lo stanno facendo adesso
Numeri inarrestabili quelli riportati da “Repubblica”. Dal Belpaese arrivano più di duemila persone al mese per un totale di 500 mila nostri connazionali che si sono trasferiti nella capitale inglese negli ultimi dieci anni. Circa la metà sono già iscritti all’Aire (anagrafe italiana residenti all’estero) ed hanno ormai anche il passaporto britannico; gli altri, almeno per ora, la residenza la tengono in Italia. Chissà, con la speranza un giorno di tornare e trovare un Paese diverso. Oggi l’Inghilterra è diventato il Paese che accoglie più italiani al mondo. In principio si parlava di “Little Italy”, adesso si sta trasformando sempre di più in una “Big Italy”.
Esodo verso Londra, dunque. Ma che lavoro fanno una volta approdati nel Regno Unito i nostri connazionali? Tutti i tipi di mestieri. All’inizio, 30-40 anni fa, si aprivano il classico ristorante o pizzeria, adesso la musica è cambiata e chi si trasferisce nella città della Regina ha le idee molto più chiare. Banchiere, avvocato, manager, ingegnere, medico. E poi, naturalmente, in un contesto dove la cucina lascia molto a desiderare, il cuoco e il ristoratore vanno sempre bene.
Per gli immigrati italiani, poi, da quest’anno il Consolato ha messo a disposizione uno “sportello” che si chiama “Primo approdo”, che fornisce consulenze precise e dettagliate ai nuovi sbarcati a Londra.
Insomma, una volta abbandonata la propria Patria, gli italiani hanno le idee ben chiare su come svoltare la propria vita. Una tendenza diventata una vera e moda, viste anche le condizione disastrose del nostro Paese in questo momento storico. Attirano indubbiamente anche altri fattori: il desiderio di imparare l’inglese, fare esperienza all’estero, vivere in una metropoli trendy e globalizzata, ma soprattutto, un’economia che funziona. Una vita che costa però di più. Gli affitti sono alle stelle, se le cose vanno male un’azienda ti licenzia immediatamente, le distanze sono lunghe, il traffico impazza e i ritmi sono frenetici. Tutti scogli che non sono comunque insormontabili. E se in così tanti hanno lasciato (e continuano a lasciarlo) il Belpase per trasferirsi a Londra, significa che ne vale davvero la pena.
Anche perché, in Italia, c’è una realtà che ormai funziona al contrario. Dinamiche sociali ed economiche che stanno cambiando in maniera inesorabile. Parallelamente all’esodo a Londra, molti italiani che decidono di rimanere a casa propria vengono assunti dai cinesi nelle loro attività. Triste, ma vero, anche perchè in passato avveniva l’esatto contrario. Inversione di tendenza che evidenzia un contesto fuori controllo ed una crisi inarrestabile.
Le aziende cinesi investono sempre di più nel nostro Paese, ma hanno bisogno del “made in Italy”. E, siccome il lavoro scarseggia, crescono a dismisura le assunzioni di italiani. Che spaziano dal settore informatico, alla cantieristica, dall’ingegneria al design.
Bene, dunque, la domanda è lecita. Ma in un contesto del genere, i nostri figli che fine faranno?
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