I fatti:
A) Altroconsumo pubblica sul numero di settembre di Altroconsumo una indagine sui prodotti "bio" per la prima colazione, confrontandoli con quelli classici.
Per farlo sceglie ALCUNI PRODOTTI come yogurt alla fragola, fette biscottate, frollini integrali, confetture, cereali e latte. ed ALCUNE MARCHE TRA QUESTI PRODOTTI.
B) L'Espresso riprende l'indagine, con un approccio che evidenzia le negatività dei prodotti bio, e sottintende le positività presenti.
C)Alcune persone del mondo "bio" attaccano l'Espresso per le scelte fatte (vedi i blog riportati tra i commenti)
D) A me come iscritto ad Altrocimsumo tocca leggere le polemiche prima ancora dei dati scientifici, i cui costi ho contribuito a pagare con la mia iscrizione...
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1 commento:
Non c’è poi tutta questa differenza tra i prodotti biologici per la prima colazione e quelli classici. Lo dimostra l’inchiesta pubblicata sul numero di settembre di Altroconsumo e condotta su yogurt alla fragola, fette biscottate, frollini integrali, confetture, cereali e latte.L’inchiesta puntava a valutare diversi parametri: contaminazione da muffe, residui di farmaci (come gli antibiotici) e di pesticidi e qualità degli ingredienti.I risultati dimostrano che non sempre biologico fa rima con naturalità e semplicità del prodotto.
Negli yogurt, nelle fette biscottate, nei frollini e nei cereali ci sono additivi e grassi di scarsa qualità (come olio di palma e cocco) sia se i prodotti sono convenzionali, sia in molti di quelli biologici. Una scoperta sconcertante: da questi ultimi ci saremmo aspettati ingredienti diversi, dato che sono percepiti dai consumatori come alimenti più sani e visto che tendono a costare di più.
Quest’ultimo parametro non è certo da sottovalutare: una colazione bio infatti può costare anche il 75% in più di una fatta con prodotti tradizionali. Confermata invece l’assenza di fitofarmaci nei prodotti bio: non ne abbiamo riscontrati a differenza di quanto accade in quelli convenzionali.
Notizia tratta da:
http://www.eurofinanza.it/?p=1791
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UNA COPERTINA COME BIO COMANDA
domenica 26 agosto 2007
L'Espresso scrive in prima pagina "Bio che bluff", ma se si guardano i dati riportati all'interno si scopre che...
Ha scatenato un putiferio la copertina de L'Espresso di questa settimana "Bio che bluff". Ma un giornale non è una cipolla. Nel senso che non va semplicemente sfogliato, ma letto con attenzione: sennò si ricade nella categoria dei gonzi per i quali sono confezionati i toni strillati.
Già con il titolo nelle pagine interne, "Bio non fa miracoli", si comincia a ragionare: chi non vorrebbe conoscere qualcuno in grado di farli, i miracoli, così da commissionargliene un paio su misura? I dati dai quali parte il servizio sono un fatto oggettivo: non c'è motivo di mettere in dubbio le analisi compiute da Altroconsumo sui prodotti per la prima colazione, bio e convenzionali: frollini integrali, latte, yogurt, fette biscottate, cereali, marmellate. Semmai si potrebbe fare la punta alla matita dicendo che il campione non è poi così rappresentativo, dal momento che per ciascuna categoria sono stati scelti solo tre prodotti bio e altrettanti convenzionali. Ma la perfezione non è di questo mondo: come i miracoli, appunto. Però l'Espresso sui risultati di queste analisi ricama un unico concetto: comprare bio è inutile, i prodotti biologici non sono più salutari degli altri e anzi contengono "grassi, additivi, sale e zuccheri a profusione". Per la cronaca, il sale figura come ingrediente solo di fette biscottate, biscotti e cereali, e nei prodotti bio le analisi ne hanno trovato di meno rispetto agli omologhi convenzionali. Dunque, più che alle parole è bene guardare i numeri. I numeri riportati nelle tabelle, appunto.
Intanto, in nessuno dei prodotti biologici sono presenti residui di fitofarmaci, che proprio salutari non sono neanche quando rispettano i limiti di legge e che invece sono stati trovati in alcuni dei prodotti convenzionali. E veniamo alle altre presunte schifezze. L'Espresso punta il dito contro gli yogurt bio dicendo che ci sono dentro addensanti e coloranti "ben poco naturali". Basta andare a vedere le analisi di Altroconsumo che stanno alla base di queste affermazioni: gli ingredienti "incriminati" sono cose tipo sono amido di tapioca, aromi naturali, farina di semi carrube e succo concentrato di sambuco. Roba "ben poco naturale"? Semmai, lo sono gli aromatizzanti sintetici che è lecito usare nei prodotti convenzionali. E la faccenda del "molto zucchero aggiunto", poi! La presenza media di zuccheri negli yogurt bio è inferiore al 15% rispetto agli analoghi prodotti convenzionali. Ammesso e non concesso che la presenza di zuccheri sia un difetto, fra tutte le sei categorie di prodotti considerati dalle analisi di Altroconsumo solo i frollini bio sono più dolci dei loro omologhi convenzionali.
E contro i frollini bio l'Espresso punta un altro indice accusatore: tutti e tre i prodotti presi in esame non sono di "vera" farina integrale, ma di farina ricostituita. Basta sapere di che cosa si tratta per evitare di prendere paura: la "ricostituita" è frutto dell'operazione con cui prima si separano farina, crusca e cruschello, poi si sottopone quest'ultimo ad un trattamento termico - termico, non chimico - che ne evita l'ossidazione, e infine si rimettono insieme i tre componenti. Segue una severa reprimenda contro la qualità dei grassi usati nei biscotti bio, dato che due su tre hanno ricevuto un brutto voto dalle analisi di Altroconsumo. Però bisogna scorrere le tabelle con i dati per accorgersi che, in materia di grassi, il brutto voto l'hanno preso tutti e tre i biscotti convenzionali. E non solo: l'unico 10 e lode, se si consulta il documento di Altroconsumo, va ad un frollino bio che usa esclusivamente olio extravergine d'oliva.
L'Espresso stesso, in un pezzo d'appoggio a quello dedicato ai mancati miracoli del bio, riconosce che i vegetali bio contengono più sostanze salutari (antiossidanti e nutrienti) e meno sostanze tossiche rispetto a quelli convenzionali. La salute, appunto. Il servizio sui prodotti per la prima colazione prende le mosse proprio dalle aspettative per la salute che i consumatori ripongono nel bio: l'Espresso riconosce esplicitamente che il biologico è uno stile di vita eco-compatibile, che esso garantisce rispetto per terre, acque e animali e che fa molto bene all'ambiente. Dunque, si può aggiungere, il bio è la porta della salute: com'è possibile star bene in un mondo malato? Ecco un'altra bella storia per una copertina. Da scrivere però come bio comanda.
Tratto da:
http://www.greenplanet.net/content/view/19724/1/
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L’Espresso ha pubblicato un articolo in cui si lascia intendere che spendere di più per acquistare bio non serve.
Lo spunto dell’articolo e’ una ricerca sulla colazione bio fatta da Altroconsumo.
Il presupposto dell’Espresso e’ che tutti i consumatori comprino bio per tutelare la loro salute, mentre dovrebbero farlo solo per proteggere l’ambiente e che la pubblicità al biologico alluda (fraudolentemente) alla salubrità.
Nell’articolo si ammette che nei prodotti bio non ci siano tracce di fitofarmaci, ma si punta il dito su aspetti dieteticamente poco salubri dei prodotti: “il marchio bio non mette al riparo dai danni dell’alimento industriale: grassi, additivi, sale e zuccheri a profusione”.
L’Espresso sbeffeggia i prodotti bio dicendo che contengono anche addensanti e coloranti “ben poco naturali”, tanto quanto i prodotti non bio (permettetemi, in questo post, di chiamarli “chimici”, per non confonderci). Altroconsumo, correttamente, nomina questi ingredienti sospetti presenti nello yogurt bio della Fattoria Scaldasole: amido di tapioca, aromi naturali, farina di semi carrube e succo concentrato di sambuco. Io non ci vedo nulla di “chimicamente tossico”.
L’Espresso si chiede “perché tutti i bio usano farine ricostituite al posto di quella integrale?”
Facile, basta mettere nel campione da analizzare “solo” prodotti a base di farine ricostruite.
Tali prodotti costituiscono solo una parte di quelli del gruppo integrale e bio, ma fanno venir fuori dei risultati bomba. Quando si generalizza partendo da statistiche fatte su 3 (TRE) casi, ottenere risultati di questo genere e’ facile. Faccio un esempio: se chiedete ad un gruppo di tre suonatori di oboe di dirvi il nome del primo strumento musicale che viene loro in mente, che cosa vi aspettate di sentirvi dire? E vi sembra giusto generalizzare i risultati di questa indagine affermando che “l’oboe e’ il primo strumento musicale a cui tutti pensano”? Altroconsumo non estende a tutti i prodotti integrali biologici l’analisi di tre di essi. Aggiungo che quanto detto sopra si riferisce ai frollini, tutte le marche analizzate di fette biscottate integrali erano a base di farina integrale non ricostruita.
Segue una critica alla qualità dei grassi usati nei biscotti bio: due su tre ricevono “pessimo” come giudizio e L’Espresso ci sguazza, tacendo che tutti e tre i prodotti chimici hanno ricevuto “pessimo”.
Nel titolo si dice “i prodotti bio contengono zucchero” come fosse un difetto e si tace sul fatto che i prodotti chimici contengono anche più zucchero di quelle bio (4 le marmellate per tipo analizzate, con la media di 9,9 gr di zucchero per porzione nei chimici e 9 gr nei bio). Se guardiamo gli yogurt, troviamo in media 18 gr di zucchero in quelli chimici e 15 in quelli bio. Solo nei frollini abbiamo 3,5 gr in quelli chimici e 4.6 in quelli bio (con i Galbusera che hanno 6 gr di zucchero a porzione!).
Su Greenreport c’e una critica all’articolo dell’Espresso dal punto di vista logico. Effettivamente i titoli sono assoluti, mentre l’articolo lascia molto spazio al dubbio. (A me e’ venuto il dubbio che chi lo ha scritto non volesse prendere posizione ma solo buttare tanta carne al fuoco).
Tratto da:
http://www.ecoblog.it/post/4166/lespresso-attacca-il-biologico
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