Roberto Saviano
L’antitaliano www.lespresso.it
12/02/2016
Pag. 15 N.7 - 18 febbraio 2016
Cannabis legale i nonni all’avanguardia
Negli anni ’40 l’Italia era il secondo produttore
mondiale. Ma oggi nel nostro Paese vincono
pregiudizi e disinformazione, anche nel governo
NON È LA PRIMA VOLTA che invito chi mi
legge ad ascoltare il notiziario antiproi
-
bizionista di Roberto Spagnoli su “Radio
Radicale”. Perché lo faccio? Perché trat
-
ta argomenti ignorati altrove, e i giorna
-
listi che se ne occupano lavorano senza
alcun pregiudizio ideologico, senza alcun
preconcetto o condizionamento dettato
da religioni o committenti. La libertà con
cui Roberto Spagnoli affronta da anni il
tema della legalizzazione delle droghe è
immediatamente comprensibile a chiun
-
que lo ascolti per un motivo molto sem
-
plice: Spagnoli cita fonti autorevolissime,
spesso istituzionali. Questo cosa signi
-
ca? Significa che una parte del Paese,
quella che commissiona studi e prova a
fare divulgazione, si pone realmente dei
problemi e cerca davvero di trovare le
soluzioni migliori, ad esempio sulla col
-
tivazione della cannabis e sul suo uso
terapeutico.
UN ESEMPIO SU TUTTI. Secondo una ri
-
cerca commissionata dalla Coldiretti, 2
italiani su 3 sono d’accordo alla coltiva
-
zione per uso terapeutico della cannabis.
Si potrebbero destinare - ne parla Spa
-
gnoli su “Radio Radicale” - immediata
-
mente 1000 ettari ricavabili da serre in
disuso alla coltivazione di cannabis;
un’opportunità che potrebbe generare
un giro di affari da un miliardo e mezzo
di euro e produrre 10 mila posti di lavo
-
ro. Ovviamente questo per iniziare, perché
poi si potrebbero trovare altri terreni
e l’Italia potrebbe non rispondere solo
alla domanda interna, ma esportare can
-
nabis per uso terapeutico. Coldiretti ri
-
corda che negli anni ’40 l’Italia era il se
-
condo produttore mondiale di cannabis
sativa che veniva utilizzata soprattutto
per uso tessile, edile e per la produzione
della carta. Perché allora oggi c’è tanta
dif coltà a comprendere che un mercato
non solo non è eticamente sbagliato, ma
porta anche crescita economica? Cosa ci
è successo? Perché siamo meno aperti
alla crescita e al cambiamento di quanto
non lo fossero i nostri nonni e i loro ge
-
nitori?
IL MINISTRO LORENZIN, senza consulta
-
re le associazioni dei malati, ha fatto una
cosa di una gravità inaudita: ha rmato
un decreto che limita l’uso di farmaci
cannabinoidi. Segno questo che le pato
-
logie di cui la cannabis terapeutica allevia
i sintomi le sono totalmente sconosciute.
Roberto Spagnoli ironizza sul fatto che
Lorenzin pronunci “cannàbis” con l’ac
-
cento sulla seconda “a”, io potrei aggiun
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gere che dopo il mio “Antitaliano” di due
settimane fa sulla dif coltà di interrom
-
pere una gravidanza, questo settimanale
ha ricevuto una lettera da parte del Mi
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nistero della Salute indirizzata al diretto
-
re de “l’Espresso” Dr. Giorgio Mulè (il
direttore di “Panorama”, ndr.). Tutto
questo potrebbe, ma non fa ridere: non
conoscere la cannabis e pretendere di
poter legiferare, non conoscere la stampa
e pretendere di dare risposte negando
l’evidenza, danno la cifra di quanto, cre
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denti o non, tocchi a noi cittadini trovare
le strade per avere informazioni corrette.
Perché l’esito dello studio commissiona
-
to da Coldiretti non ha fatto discutere il
Governo? Si tratta di cannabis per uso
terapeutico e non ricreativo; si tratta di
posti di lavoro, niente di eticamente con
-
trario ad alcuna religione conosciuta,
eppure siamo sempre lì, fermi al terrore
che la politica ha di perdere consenso, di
inimicarsi quella parte di elettorato che
permette alla propria spiritualità di pla
-
smare anche la direzione del Paese, che
dovrebbe essere laica. Proverò a spiegare
perché opporre questioni morali o reli
-
giose alla legalizzazione di tutte le droghe
in Italia oltre a essere anacronistico, oltre
a essere frutto di disinformazione, è an
-
che drammaticamente irresponsabile e
pericoloso.
A NAPOLI SI SPARA quotidianamente:
azioni dimostrative che a volte fanno
vittime altre servono a terrorizzare. A
Napoli si spara per il dominio sulle piaz
-
ze di spaccio. Questo è l’unico motivo: da
Ponticelli a Fuorigrotta, dal Centro Sto
-
rico ai paesi limitrofi. Dal traffico di
stupefacenti le organizzazioni criminali
ricavano la parte maggiore dei loro gua
-
dagni, che poi investono in attività che
sono concorrenti sleali di aziende legali
che non possono contare su liquidità
paragonabili, ma che devono fare i conti
con le regole del mercato. Legalizzare le
droghe, tutte e subito, è l’unico modo per
togliere alle organizzazioni criminali il
principale canale di guadagno. Da un
colpo del genere, e ben assestato, non si
riprenderebbero mai più. Questo governo
deve avere il coraggio di proporre una
legge ragionata, deve avere il coraggio di
avviare un dibattito serio e costruttivo su
questo tema che è di vitale importanza. Il
Sud è alla deriva e a Napoli di questioni
morali si muore, e non metaforicamente.
Cannabis legale
i nonni all’avanguardia
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