sabato 2 aprile 2016

Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere. Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Non c'è peggior governo di questo?


Roberto Saviano L’antitaliano www.lespresso.it
12/02/2016 Pag. 15 N.7 - 18 febbraio 2016 

Cannabis legale i nonni all’avanguardia


Negli anni ’40 l’Italia era il secondo produttore mondiale. Ma oggi nel nostro Paese vincono pregiudizi e disinformazione, anche nel governo 
NON È LA PRIMA VOLTA che invito chi mi legge ad ascoltare il notiziario antiproi - bizionista di Roberto Spagnoli su “Radio Radicale”. Perché lo faccio? Perché trat - ta argomenti ignorati altrove, e i giorna - listi che se ne occupano lavorano senza alcun pregiudizio ideologico, senza alcun preconcetto o condizionamento dettato da religioni o committenti. La libertà con cui Roberto Spagnoli affronta da anni il tema della legalizzazione delle droghe è immediatamente comprensibile a chiun - que lo ascolti per un motivo molto sem - plice: Spagnoli cita fonti autorevolissime, spesso istituzionali. Questo cosa signi - ca? Significa che una parte del Paese, quella che commissiona studi e prova a fare divulgazione, si pone realmente dei problemi e cerca davvero di trovare le soluzioni migliori, ad esempio sulla col - tivazione della cannabis e sul suo uso terapeutico. 
UN ESEMPIO SU TUTTI. Secondo una ri - cerca commissionata dalla Coldiretti, 2 italiani su 3 sono d’accordo alla coltiva - zione per uso terapeutico della cannabis. Si potrebbero destinare - ne parla Spa - gnoli su “Radio Radicale” - immediata - mente 1000 ettari ricavabili da serre in disuso alla coltivazione di cannabis; un’opportunità che potrebbe generare un giro di affari da un miliardo e mezzo di euro e produrre 10 mila posti di lavo - ro. Ovviamente questo per iniziare, perché poi si potrebbero trovare altri terreni e l’Italia potrebbe non rispondere solo alla domanda interna, ma esportare can - nabis per uso terapeutico. Coldiretti ri - corda che negli anni ’40 l’Italia era il se - condo produttore mondiale di cannabis sativa che veniva utilizzata soprattutto per uso tessile, edile e per la produzione della carta. Perché allora oggi c’è tanta dif coltà a comprendere che un mercato non solo non è eticamente sbagliato, ma porta anche crescita economica? Cosa ci è successo? Perché siamo meno aperti alla crescita e al cambiamento di quanto non lo fossero i nostri nonni e i loro ge - nitori? 
IL MINISTRO LORENZIN, senza consulta - re le associazioni dei malati, ha fatto una cosa di una gravità inaudita: ha rmato un decreto che limita l’uso di farmaci cannabinoidi. Segno questo che le pato - logie di cui la cannabis terapeutica allevia i sintomi le sono totalmente sconosciute. Roberto Spagnoli ironizza sul fatto che Lorenzin pronunci “cannàbis” con l’ac - cento sulla seconda “a”, io potrei aggiun - gere che dopo il mio “Antitaliano” di due settimane fa sulla dif coltà di interrom - pere una gravidanza, questo settimanale ha ricevuto una lettera da parte del Mi - nistero della Salute indirizzata al diretto - re de “l’Espresso” Dr. Giorgio Mulè (il direttore di “Panorama”, ndr.). Tutto questo potrebbe, ma non fa ridere: non conoscere la cannabis e pretendere di poter legiferare, non conoscere la stampa e pretendere di dare risposte negando l’evidenza, danno la cifra di quanto, cre - denti o non, tocchi a noi cittadini trovare le strade per avere informazioni corrette. Perché l’esito dello studio commissiona - to da Coldiretti non ha fatto discutere il Governo? Si tratta di cannabis per uso terapeutico e non ricreativo; si tratta di posti di lavoro, niente di eticamente con - trario ad alcuna religione conosciuta, eppure siamo sempre lì, fermi al terrore che la politica ha di perdere consenso, di inimicarsi quella parte di elettorato che permette alla propria spiritualità di pla - smare anche la direzione del Paese, che dovrebbe essere laica. Proverò a spiegare perché opporre questioni morali o reli - giose alla legalizzazione di tutte le droghe in Italia oltre a essere anacronistico, oltre a essere frutto di disinformazione, è an - che drammaticamente irresponsabile e pericoloso. 
A NAPOLI SI SPARA quotidianamente: azioni dimostrative che a volte fanno vittime altre servono a terrorizzare. A Napoli si spara per il dominio sulle piaz - ze di spaccio. Questo è l’unico motivo: da Ponticelli a Fuorigrotta, dal Centro Sto - rico ai paesi limitrofi. Dal traffico di stupefacenti le organizzazioni criminali ricavano la parte maggiore dei loro gua - dagni, che poi investono in attività che sono concorrenti sleali di aziende legali che non possono contare su liquidità paragonabili, ma che devono fare i conti con le regole del mercato. Legalizzare le droghe, tutte e subito, è l’unico modo per togliere alle organizzazioni criminali il principale canale di guadagno. Da un colpo del genere, e ben assestato, non si riprenderebbero mai più. Questo governo deve avere il coraggio di proporre una legge ragionata, deve avere il coraggio di avviare un dibattito serio e costruttivo su questo tema che è di vitale importanza. Il Sud è alla deriva e a Napoli di questioni morali si muore, e non metaforicamente. Cannabis legale i nonni all’avanguardia

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