Cari amici. «Noi abbiamo ricevuto la vita prima di volerla»: il Giubileo delle famiglie, dei bambini, dei nonni e degli anziani celebrato domenica ha dato occasione a Leone XIV di parlare anche di vita umana dentro una riflessione sulla famiglia: «Appena nati – ha detto – abbiamo avuto bisogno degli altri per vivere, da soli non ce l’avremmo fatta: è qualcun altro che ci ha salvato, prendendosi cura di noi, del nostro corpo come del nostro spirito. Tutti noi viviamo, dunque, grazie a una relazione, cioè a un legame libero e liberante di umanità e di cura vicendevole».
La vita come dono ricevuto si colloca sempre dentro una relazione umana, anche se «a volte questa umanità viene tradita. Ad esempio – ha spiegato il Papa –, ogni volta che s’invoca la libertà non per donare la vita, bensì per toglierla, non per soccorrere, ma per offendere».
Inseparabile da questa idea di vita umana donata e sempre in relazione è quella di famiglia, che il Papa descrive con parole precise rivolte agli sposi: «Il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna: amore totale, fedele, fecondo (cfr san Paolo VI, enciclica Humanae vitae, 9). Mentre vi trasforma in una carne sola, questo stesso amore vi rende capaci, a immagine di Dio, di donare la vita». Dono, relazione, vita: non un ideale astratto, ma un «canone», cioè un riferimento certo, definito, avvicinabile a condizione che se ne liberi la forza di attrazione sul desiderio umano di “dare vita”.
Francesco Ognibene |
Nessun commento:
Posta un commento