Dietro il no e l’astensione, una percezione di insicurezza e disordine di fronte a una “invasione” che non c’è, oltre al riemergere di una certa xenofobia anche a sinistra. E i dieci milioni di sì? Un patrimonio di apertura civica
di Maurizio AMBROSINIDocente di Sociologia dei processi migratori e Sociologia urbana all'Università degli Studi di Milano
11 Giugno 2025La buona notizia
In questo plumbeo post-referendum, la buona notizia è che circa dieci milioni di elettori italiani sono disposti a riconoscere un accesso più rapido alla piena cittadinanza. Questo patrimonio di apertura civica richiede di essere saldato con le forme di cittadinanza dal basso già oggi possibili: la partecipazione associativa, ancora gracile in Italia, quella sindacale, già più robusta (oltre un milione d’iscritti alle diverse sigle, e un certo numero di operatori e dirigenti, locali e nazionali), quella che si esprime nel volontariato e nelle iniziative locali di solidarietà e cura del territorio, quella religiosa ed ecclesiale, per gli immigrati cattolici. L’esito referendario ha allontanato la speranza di norme sulla cittadinanza più inclusive, ma non può cancellare l’esigenza di dare più voce e spazio agli immigrati che fanno già parte della società italiana e che contribuiranno a scriverne il futuro.
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