domenica 4 maggio 2008

1° Maggio 1908


Pochi giorni fa avremmo dovuto ricordarci del centenario della nascita di Giovannino Guareschi (1° Maggio 1908, Fontanelle di Roccabianca, Parma).
Come donne ed uomini di centro sinistra, o di sinistra, o verdi, avremmo dovuto difendere di più la memoria delle opere di Giovannino Guareschi, ricordandolo non solo come grande vignettista per conto della DC nel primissimo dopoguerra, ma anche come coscienza critica di molti italiani, indipendentemente dal fatto che essi fossero democristiani, comunisti o monarchici.
I suoi libri andrebbero riletti come documenti della nostra storia, o meglio della STORIA, anche nelle nostre scuole. Non dobbiamo lasciare che la destra italiana si appropri di Guareschi, facendone la caricatura del primo forzitaliota. Non possiamo regalare al PdL i milioni di persone che tutti gli anni rivedono con affetto i film della serie di Don Camillo, trasmessi da Rete 4. Assieme a don Camillo c'era Peppone, ed era la dimostrazione che anche nel PCI di quegli anni il cuore contava più della ideologia. Al di là delle battute di don Camillo, spesso era Peppone il vincente delle loro sfide, l'UOMO che viveva la politica e gli ideali non solo nell'impegno quotidiano nella Pubblica Amministrazione, ma anche nella famiglia e nelle amicizie.
L'uomo che incarnava la cultura della pace, dell'ambiente, della solidarietà, della amicizia, con radici ben piantate nel cristianesimo.

Promemoria personale: avevo già citato i personaggi di don Camillo e Peppone durante un dibattito svoltasi ad Assago nell'Ottobre 2007 per le primarie del PD. Continuo a pensare che il PD debba essere (anche) l'unione delle anime Democristiana e Comunista del popolo Italiano, lasciando al PdL la rappresentanza dei latifondisti, dei proprietari dei grandi patrimoni finanziari, di chi privilegia il proprio interesse personale al benessere della società. Il PD nelle ultime elezioni non è stato in grado di trasmettere questo messaggio. Ci sono stati errori nelle alleanze, nel programma, nelle candidature, nella propaganda. C'è da fare un lavoro lungo, che ci obbligherà a rinnovare ancora più profondamente la dirigenza del partito, ma è il lavoro da fare se vogliamo ottenere il premio degli elettori, e trasformare in realtà i nostri desideri, forse non molto diversi da quelli espressi da Giuseppe Bottazzi detto Peppone più di 50 anni fa.
(Le tre illustrazioni rappresentano la firma di Giovannino Guareschi, l'autore assieme a Fenandel e Gino Cervi, un celebre manifesto elettorale)

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