Ecco l'incipit e la conclusione:
Conviene essere chiari sin da subito: l’accordo banche-Governo sulla rinegoziazione dei mutui non contiene nessun regalo, si tratta però di un intelligente e salutare aiuto «educativo» per chi non è avvezzo a complicate questioni economiche, vale a dire la grande maggioranza degli italiani. Tecnicamente parlando, quella prospettata dal governo è una conversione tra un mutuo a «tasso variabile e durata costante» ed uno a «rata costante e durata variabile». In poche parole il beneficio di avere una rata sempre uguale e più bassa dell’attuale si paga con un’incertezza sulla durata residua del mutuo: in caso di tassi costanti o in salita rispetto ad oggi il debito scadrà più tardi, se invece i tassi dovessero scendere a lungo sotto i livelli del 2006 il mutuo potrebbe estinguersi anticipatamente.
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Le possibilità c’erano già, e va dato atto al decreto Bersani del 2007 di averne posto le basi, ma non bastano le leggi, bisogna trovare il modo più adatto di informare i cittadini, che vanno in qualche modo «educati» alle novità, altrimenti ogni innovazione anche se positiva rimane uno sterile esercizio per iniziati. Ovviamente occorre un governo credibile e un minimo di capacità comunicativa. L’esecutivo in carica ha assolto questo compito in modo scaltro ed efficace: una bella lezione di come si possa ridurre il solco tra politica, economia e consumatori che si stava allargando in modo preoccupante.
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