Si è vero, il Sindaco di Buccinasco (CL - PDL) ha sentito l'impellente necessità di rilasciare un'intervista per affermare la propria solidarietà a Berlusconi.
Non ha nessun dubbio sul fatto che le accuse potrebbero essere provate. Berlusconi FA SEMPRE BENE, E' SEMPRE NEL GIUSTO, a priori.
Cattolici e laici della maggioranza sono ovviamente d'accordo, non sentono il bisogno di smarcarsi. Per la maggioranza che sostiene questo Sindaco una dichiarazione come questa è giusta e condivisibile. Anche Cereda, come Berlusconi FA SEMPRE BENE, E' SEMPRE NEL GIUSTO, a priori.
Ma al di là delle mie interpretazioni, ecco quanto ha dichiarato il Sindaco protempore di Buccinasco a http://www.mi-lorenteggio.com/news/10651:
Pubblicata il 15/01/2011 alle 15:57:00 in Politica
Bunga bunga. Il sindaco di Buccinasco solidale con Berlusconi
"La procura investe risorse per incastrare Berlusconi mentre i veri criminali continuano a commettere reati"
(mi-lorenteggio.com) Buccinasco, 15 gennaio 2011 - "Ogni giorno in Italia qualcuno muore perchè non si è stati in grado di arrestare e trattenere in prigione un assassino. - così Loris Cereda, Sindaco di Buccinasco, commenta la vicenda Ruby - Ogni giorno centinaia di donne vengono stuprate, perseguitate e magari uccisi da molestatori che tornano in libertà perchè i tempi della giustizia sono lunghi. Ogni giorno criminali veri 'la fanno franca' e continuano a delinquere mentre di loro si perdono le tracce. E allora mi chiedo: tutte queste risorse che la procura sta mettendo in campo per cercare di incastrare Berlusconi, non potrebbe indirizzarle per combattare coloro che davvero sono responsabili di gravi atti contro il vivere civile? Penso ai veri criminali liberi, a chi mette e sfrutta le ragazze sui marciapiedi e anche alle vittime...a chi perde un parente, un amico o un figlio... Mai come oggi sono stato solidale con il Presidente Berlusconi"
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http://it.notizie.yahoo.com/4/20110114/tts-oittp-berlusconi-indagato-ruby-ca02f96.html
Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minorile
Ven 14 Gen - 19.15
Ultim'ora Ruby, Berlusconi indagato per prostituzione minorile
* Procura ritiene che Berlusconi abbia avuto numerosi incontri con ballerina minorenne
* Berlusconi invitato a comparire per il 21, 22 o 23 gennaio
* Avvocati premier: procura incompetente
* Procura allega 300 pagine fonti di prova
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è indagato dalla procura di Milano con le ipotesi di reato di concussione e prostituzione minorile in un'inchiesta sui rapporti che ha avuto lo scorso anno con una ballerina minorenne, Karima "Ruby" El Mahroug.
L'ipotesi di accusa è che Berlusconi abbia pagato per avere avuto rapporti sessuali con Ruby quando era 17enne e che abbia abusato della sua posizione di premier per ottenere il rilascio di Ruby dalla questura di Milano quando nel maggio scorso era stata fermata per furto.
Gli avvocati del premier Niccolò Ghedini e Pietro Longo hanno definito l'indagine "talmente assurda e infondata... una gravissima intromissione nella vita privata del presidente del Consiglio... che dimostra la insostenibile situazione dei rapporti con una certa parte della magistratura".
I legali smentiscono che Berlusconi abbia avuto mai rapporti sessuali con Ruby ed infine contestano alla procura di Milano la competenza ad indagare sul caso, sostenendo che per il reato di concussione l'indagine spetterebbe al tribunale dei ministri di Roma, mentre per quello di prostituzione minorile la competenza territoriale è di Monza, in quanto il reato ipotizzato si sarebbe consumato nella casa di Arcore del Cavaliere.
La procura di Milano ha comunicato in una nota che Berlusconi è indagato dal 21 dicembre scorso e che gli è stato notificato un invito a presentarsi con i legali davanti al pubblico ministero. L'invito -- che riporta come date per la comparizione il 21, 22 o 23 gennaio -- è stato spedito stamani ed è già stato ricevuto dal premier, secondo fonti legali.
Allegato all'invito a comparire ci sono 300 pagine di fonti di prova, da tabulati telefonici a verbali di numerosi interrogatori di testimoni degli incontri, come riferiscono le fonti legali.
La procura milanese è intenzionata a chiedere il giudizio immediato per Berlusconi, una mossa a cui i pm ricorrono solitamente quando ritengono di avere l'evidenza della prova.
Assieme al presidente del Consiglio è indagata la consigliera regionale lombarda del Pdl Nicole Minetti per reati commessi ad Arcore dal febbraio al maggio 2010 con "Ruby" nel ruolo di parte offesa.
La Minetti, secondo quanto riferiscono fonti giudiziarie, è stata interrogata oggi nella Questura meneghina e nei suo confronti e di diverse altre "persone informate dei fatti" sono state effettuate perquisizioni, compresa una nella casa dove Ruby vive a Genova Quarto e dove gli inquirenti cercavano appunti della giovane.
Nell'ottobre scorso, invece, gli inquirenti avevano effettuato una perquisizione nella casa famiglia di Sant'Ilario dove Ruby all'epoca era ospitata e dove è stato sequestrato un computer contenente foto e video di feste ad Arcore.
INDAGATI ANCHE FEDE E MORA. LA SVOLTA COI TABULATI TELEFONICI DI RUBY
Informazioni di garanzia sono state inviate anche al direttore del Tg4 Emilio Fede e all'impresario tv Lele Mora per il reato di induzione e favoreggiamento aggravato della prostituzione minorile. L'aggravio, dice la procura, risulta dal fatto che "il reato è stato commesso a danno di più soggetti"; non solo "Ruby", quindi, ma anche altri minorenni.
Riguardo a Fede, Mediaset in una nota sostiene che "essendo consapevole delle qualità morali e personali del direttore, è convinta che lo sviluppo dell'inchiesta non potrà che chiarire la sua estraneità alle accuse".
Per quel che riguarda l'ipotesi di reato di concussione, sono individuate come parti lese i poliziotti della Questura di Milano che avrebbero subìto le pressioni del premier per rilasciare "Ruby" nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorso.
La svolta nelle indagini che ha portato all'iscrizione di Berlusconi nel registro degli indagati è avvenuta dall'analisi dei tabulati telefonici di "Ruby", come riferisce una fonte investigativa.
Attraverso questa analisi, gli inquirenti ritengono di aver accertato "numerosi incontri fra Berlusconi e Ruby ad Arcore", nella residenza privata del premier.
I magistrati ipotizzano che il premier abbia chiamato al telefono la Questura di Milano, dove si trovava la allora 17enne "Ruby", fermata per furto, perché venisse liberata e affidata alla sua igienista dentale, diventata nel frattempo consigliera regionale del suo partito, Nicole Minetti, allo scopo di coprire gli incontri fra la giovane e il premier.
Intanto oggi Ruby, intervistata da Repubblica.it, ribadendo di essere stata un paio di volte semplicemente a cena nella residenza di Arcore, ha detto che Berlusconi "non ha saputo gestire la situazione familiare".
"Ha gestito molto la sua carriera lavorativa, ma per quanto riguarda la famiglia credo che sia sempre stato un disastro", ha detto la ragazza.
Il premier, quando la vicenda era emersa nei mesi scorsi, aveva respinto oggi sospetto, asserendo di aver semplicemente aiutato una persona bisognosa con una telefonata in Questura
sullo stesso argomento:
il premier conferma in tv: ho dato soldi a Mora, «un prestito»
Le istruzioni alle ragazze, la Minetti parla prima della festa:«Ne vedrai di ogni»
Una danzatrice del ventre racconta ai pm: «Io disgustata»
Tratto da: http://www.corriere.it/cronache/11_gennaio_17/berlusconi-istruzioni-ragazze-minetti_83fa5352-2205-11e0-83ff-00144f02aabc.shtml
MILANO - «Ti devo briffare, ne vedrai di ogni!». Non solo reclutare e selezionare ragazze per le feste di Berlusconi ad Arcore, ma anche addestrarle, istruirle su cosa vedranno e faranno a casa del premier: dalle intercettazioni telefoniche appare questo il compito di Nicole Minetti, l'ex igienista dentale di Berlusconi e per poco ballerina tv a Colorado Café imposta dal premier ed eletta nel «listino bloccato» di Formigoni alle elezioni per il Consiglio regionale lombardo, e la notte tra il 27 e 28 maggio 2010 preannunciata al telefono dal Cavaliere alla Questura di Milano come «delegata per la presidenza del Consiglio» a prendere in carico la minorenne marocchina Karima «Ruby» el Marough prima che la 17enne straparlasse magari delle otto notti trascorse ad Arcore fra febbraio e maggio.
Nel settembre 2010 Minetti invita una sua amica riminese, studentessa universitaria della quale era stata compagna di scuola, a una delle cene di Arcore. Non è una felice idea: la studentessa uscirà assai infastidita dalla serata con Berlusconi e il gruppo di altre ragazze, dalle richieste del premier, dalle scene alle quali assiste. E nei giorni successivi se ne lamenterà al telefono con le amiche.
Per questo, a posteriori, diventa di qualche rilievo un passaggio di una telefonata della fase invece iniziale della storia: quella nella quale l'intercettata Minetti, nel preparare l'amica alla serata di Arcore, le si rivolge con una espressione di slang aziendal-meneghino tratta dal marketing d'impresa: «Ti devo briffare, ne vedrai di ogni!», dove il neologismo briffare, brutto calco italiano dell'inglese briefing, significa comunicare sommariamente le richieste di un cliente su una determinata commessa, fare una riunione per aggiornare informazioni e istruzioni necessarie a un progetto.
Una marocchina come Ruby ma non si conoscono
Una reazione psicologica identica a quella della studentessa amica della Minetti, e una analoga descrizione delle scene che nelle feste del premier ad Arcore si sarebbero svolte determinando appunto quella reazione, sono state testimoniate anche da una ragazza interrogata appena l'altro ieri per la prima volta dai pm Ilda Boccassini e Antonio Sangermano, come persona informata sui fatti.
È una giovane marocchina come Ruby, ma non si conoscono. È una ballerina di danza del ventre. È stata ingaggiata per una delle serate del premier ad Arcore, dove dunque è stata come Ruby ma in epoca successiva a Ruby. È insomma di un «giro» diverso da quello di Ruby e delle sue amiche intercettate. Eppure del modello di quella serata la ballerina marocchina ha riferito gli svolgimenti imbarazzanti, al punto da dirsene letteralmente «disgustata», proprio negli stessi termini già appresi dagli investigatori attraverso i racconti intercettati di altre ragazze in altri periodi.
E la deputata si raccomandò:«Però a mezzanotte tutti a letto»
La natura delle feste del premier ad Arcore, specie nella parte che segue l'iniziale cena per mutarsi in spettacolo sceneggiato e sfociare infine nella scelta delle ospiti ammesse a trascorrere la notte in villa, è stata del resto poco a poco ricostruita dall'indagine attraverso quella parte di dichiarazioni di Ruby prese con le molle dai pm che sono state invece indirettamente confermate dalle intercettazioni di altre partecipanti. Sui loro cellulari intercettati sono state captate anche conversazioni con l'europarlamentare Licia Ronzulli e la deputata pdl Mariarosaria Rossi riguardo alle feste di cui ma sempre solo nella fase iniziale della cena l'una sarebbe stata ospite in una occasione e l'altra qualche volta in più. Le telefonate compaiono nell'invito a comparire a Berlusconi perché per l'accusa indirettamente dimostrano che nelle feste del premier c'erano di norma dopocena molto vivaci a notte inoltrata: sicché sembra evocare una eccezione la telefonata in cui l'onorevole Rossi alla ribalta delle cronache estive per avere organizzato al Castello di Tor Crescenza due cene politiche di donne parlamentari pdl in onore di Berlusconi nei giorni della crisi con Fini alla vigilia di una delle serate di Arcore scherza con una delle ragazze e, in considerazione di un impegno ufficiale l'indomani con il presidente del Senato Schifani, si raccomanda: «A mezzanotte, però, stavolta tutti a letto!».
Niente uso di intercettazioni nel caso di parlamentari
Le intercettazioni delle ragazze con le due parlamentari sono utilizzate solo verso terzi, quali gli asseriti reclutatori di ragazze come Minetti-Mora-Fede. Del resto la scelta della Procura è stata quella di non utilizzare quali fonti di prova nei confronti di parlamentari come l'onorevole Berlusconi alcun dato che richiedesse autorizzazioni delle Camere: quindi niente uso di intercettazioni né trascritte né sunteggiate, o anche solo di tabulati o celle telefoniche. La giurisprudenza di Corte costituzionale e Cassazione, ammettendo nei confronti dei terzi non parlamentari la captazione casuale di conversazioni tra un parlamentare e l'utenza intercettata di un non parlamentare, è infatti severa nel sanzionare il magistrato che però poi faccia il furbo continuando a contrabbandare per «casuale» l'ascolto di relazioni telefoniche invece prevedibili con un parlamentare. Per questo, ad esempio, quando l'intercettato Fede nel settembre 2010 ha avuto una conversazione con l'onorevole Berlusconi, non soltanto la telefonata non è stata utilizzata, ma da quel momento le intercettazioni di Fede sono state totalmente sospese. Così come nell'invito a comparire a Berlusconi non è riportata alcuna telefonata del premier, tantomeno con Nicole Minetti.
La perquisizione tentata nell'ufficio di Spinelli
Nel videomessaggio diffuso ieri da Berlusconi, intanto, spunta una importante informazione con la quale il premier conferma la matrice individuata ieri su queste colonne della perquisizione tentata dalla polizia nell'ufficio a Milano Due di Giuseppe Spinelli e bloccata dal consiglio dell'avvocato Ghedini con la motivazione che l'ufficio sarebbe «di pertinenza» della segreteria politica dell'onorevole Berlusconi. L'impressione era che lo scopo della perquisizione fosse accertare i «rapporti economici» intuiti dalle intercettazioni attorno al milione e mezzo di euro tra Berlusconi l'«utilizzatore finale» delle prostitute e l'impresario tv Lele Mora indagato per favoreggiamento della prostituzione quale «convogliatore» ad Arcore delle ragazze tramite Spinelli, l'uomo di fiducia del Cavaliere e storico gestore del suo «portafoglio» personale, non indagato ma indicato dall'accusa come mero pagatore delle prostitute con buste di denaro da 500 euro di taglio e con disponibilità di alloggi. E in effetti ieri, a sorpresa, pur senza dettagli sulle ragioni e sull'entità di una erogazione qualificata come «prestito» ancora non restituito, proprio il presidente del Consiglio ha ammesso di aver finanziato Mora: «Lo conosco da molti anni per il suo eccellente lavoro a Mediaset, e ho aiutato Mora in un momento di grande difficoltà economica e di salute. Sono orgoglioso di averlo fatto e so che, quando potrà, mi restituirà quanto gli ho prestato».
Luigi Ferrarella, Giuseppe Guastella
17 gennaio 2011
Buccinasco: Basta aggressioni contro le ragazze
http://www.comune.buccinasco.mi.it/statica/110114_aggressioni__il_giorno_.pdf
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE70H02Y20110118?pageNumber=2&virtualBrandChannel=0&sp=true
Caso Ruby, Camera pubblica richiesta autorizzazione
martedì 18 gennaio 2011 10:27
ROMA (Reuters) - La Camera dei deputati ha pubblicato sul suo sito la richiesta di autorizzazione alla perquisizione dell'ufficio di Giuseppe Spinelli a Segrate da parte della procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta su Ruby che vede coinvolto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Nei documenti degli atti parlamentari sono pubblicate le prime sei pagine della richiesta. Il fascicolo è stato consultato dai membri della giunta e sono già numerose le reazioni politiche ed i commenti alle indiscrezioni pubblicate.
Nel documento si legge che "tra i luoghi da sottoporre a perquisizione vi è, tra gli altri, l'ufficio di Giuseppe Spinelli, sito in Segrate residenza del Parco n. 802, dove si ha motivo di ritenere, sulla base degli elementi qui indicati (art. 5 L. 140/2003), possano trovarsi documenti, anche riversati su supporto informatico, pertinenti le abitazioni date in comodato ad alcune prostitute, nonché attinenti ai rapporti economici con queste ultime intrattenuti da Spinelli o dai suoi collaboratori".
Secondo la lettera i contenuti delle dichiarazioni di Ruby "fanno ritenere che Minetti Nicole, in concorso con Fede Emilio e Mora Dario, nonché in concorso con ulteriori soggetti, abbia continuativamente svolto un'attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione di soggetti maggiorenni, e della minore El Mahroug Karima, individuando, selezionando, accompagnando un rilevante numero di giovani donne, che si sono prostituite con Silvio Berlusconi, presso le sue residenze, dietro corrispettivo di pagamento in denaro da parte di quest'ultimo".
Nella lettera si cita l'ormai famoso fermo di Ruby nel commissariato di via Fatebenefratelli a Milano nella notte fra il 27 ed il 28 maggio 2010 e si commenta che "sui fatti riferiti nell'ambito delle sopra richiamate annotazioni, stante la evidente rilevanza penale delle condotte che avevano portato all'affidamento della minore El Mahroug Karima a Nicole Minetti, sono state effettuate approfondite indagini".
Più avanti si dice che Ruby "in data 3 agosto 2010 ha dichiarato che alcune delle giovani donne che partecipano ai suddetti eventi [i festini ad Arcore] ricevono in corrispettivo da Silvio Berlusconi la disponibilità gratuita di appartamenti ubicati in Milano Due".
Per quel che riguarda gli appartamenti di Milano Due sui quali si chiede di poter svolgere le perquisizioni negli uffici di Giuseppe Spinelli, si dice che essi sono occupati da persone che "comunque hanno partecipato ai sopradescritti eventi, svolgendovi attività di prostituzione".
Si aggiunge che "sulla scorta degli elementi raccolti, si ritiene che ricorra l'ipotesi delittuosa di cui all'art. 317 c.p. [concussione] a carico di Silvio Berlusconi".
A pagina 5 della lettera si dice che "alla luce degli elementi di cui sopra si chiede alla Camera dei Deputati l'autorizzazione ad eseguire la perquisizione degli uffici siti in Segrate" ed è questo il motivo per il quale la documentazione è stata inviata alla Camera il cui presidente Gianfranco Fini ha girato il plico alla Giunta per le autorizzazioni presieduta da Pierluigi Castagnetti.
La lettera elenca quindi gli allegati al documento che, al momento, non sono stati resi pubblici ma visionati dai membri della giunta.
CONSOLO: GIUDIZIO IMMEDIATO NON ERA INDISPENSABILE
Intanto, secondo il vicepresidente della giunta parlamentare per le autorizzazioni a procedere della Camera, il finiano Giuseppe Consolo, la procura di Milano avrebbe potuto non chiedere il giudizio immediato per il presidente del Consiglio sul caso Ruby.
"A mio avviso potevano non sussistere gli estremi per il giudizio immediato", ha detto Consolo ai giornalisti dopo aver letto le 384 pagine di documenti inviate a Montecitorio dai magistrati.
Il parlamentare del Fli, titolare di uno studio legale a Roma, ha aggiunto che "è indispensabile in questo caso giudicare con la massima serenità, che è la miglior dote che un giudice può avere, e io in giunta sono un giudice".
Per un altro componente della giunta, Federico Paolomba dell'Italia dei Valori, nei documenti giunti dalla procura milanese ci sarebbero "elementi schiaccianti. Quello che emerge dalla lettura delle oltre 300 pagine è un quadro assolutamente devastante: sotto il profilo umano di profonda abiezione, sotto il profilo istituzionale di pericolo, nel quale il nostro Paese ancora una volta è esposto al ludibrio internazionale".
"Io credo che [gli esponenti della maggioranza di centrodestra] tenteranno di tutto per impedire che questo processo vada avanti, e noi faremo di tutto perché vada avanti", ha detto ancora Palomba ai giornalisti a Montecitorio.
La giunta per le autorizzazioni della Camera, composta in totale da 21 deputati, è stata convocata dal presidente Pierluigi Castagnetti domani per valutare la richiesta dei pm milanesi.
Caso Ruby, effrazione negli uffici dei gip di Milano
10 febbraio 2011 - 15.49
MILANO - Nuova effrazione negli uffici dei gip che si occupano del cosiddetto ‘caso Ruby' che vedono indagato il premier Silvio Berlusconi. L'ultimo tentativo risale a martedì scorso, quando il giudice Federica Centonze ha rilevato una forzatura evidente della sua porta. Nessun fascicolo è stato rubato. Al settimo piano il sistema di videosorveglianza era stato potenziato già l'estate scorsa dopo i primi due episodi, ma le telecamere non avrebbero ripreso alcuna immagine utile.
Alla fine di agosto scorso vennero forzati gli armadi contenenti le rivelazioni sulle feste di Arcore nella stanza di Gabriella Manfrin. 48 ore dopo nel mirino finirono porta e cassetti dell'ufficio del Gip Cristina Di Censo, titolare dell'indagine sul caso Ruby. In una lettera inviata a tutti i giudici, il presidente aggiunto Claudio Castelli ha invitato i colleghi ad attenersi "rigorosamente" ad alcune norme di sicurezza.
Tratto da: http://www.romagnaoggi.it/cronaca/2011/2/10/185153/
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