mercoledì 4 settembre 2013

Notizia da verificare

Ndr: Questa notizia andrebbe verificata e sviluppata.  Così come è sembra una delle "sparate" presenti sui numeri estivi di alcune riviste.  

Più seriamente sarebbe invece utile verificare quanto siano in relazione determinate situazioni (ipertensione, ipercolesterolemia, obesità, ...) con la aspettativa di vita e la qualità della vita stessa. 

E successivamente verificare quanto un trattamento esclusivamente farmacologico che, in pazienti "sani" o "border line",  riduca la pressione arteriosa, il livello di colesterolo, il peso corporeo, ..., ma senza cambiamenti dello stile di vita e della dieta, porti non solo ad un miglioramento di tali parametri, senza effetti collaterali, ma anche a benefici a lungo termine.

Insomma, il classico calcolo costo - rischio - benefici, che eviti di classificare troppo facilmente le persone, per di più in base ad un solo parametro!  

E che possa poi magari svilupparsi in un ragionamanto anche a proposito della loro predittività.

Tutti argomenti dei quali mi piacerebbe saperne di più.


Quando il grasso è salutare

L’indice di massa corporea, basato sul peso e altezza, non è una misura accurata nel rilevare il contenuto dei grassi del corpo, secondo due ricercatori statunitensi.
I dottori Rexford Ahima e Mitchell Lazar di Perelman, la scuola di medicina dell’Università della Pennsylvania, hanno detto che, coloro che sono obesi, non sono necessariamente predisposti a diabete, malattie cardiache, apnea del sonno, cancro e altre malattie.
Anche se parecchi studi hanno indicato un aumento della mortalità nelle persone obese, la ricerca americana ha trovato che l’obesità può invece proteggere contro la morte dovuta a tutte le cause, tra cui quella dovuta alle malattie croniche come il diabete, l’infarto e l’ictus.


“C’è un urgente bisogno di strumenti precisi, pratici e convenienti per misurare, grasso e muscolo scheletrico e di biomarcatori che meglio possano predire i rischi di malattie e della mortalità” ha detto il dottor Ahima.
La formula per misurare l’indice di massa corporea è stata inventata dal matematico belga Adolphe Quételet nel 1832. Essa è stata per decenni la base per la ricerca, che è andata prevalentemente in una direzione: quando la formula per BMI (peso in chilogrammi diviso per l’altezza in metri al quadrato) dà 30 o più, la linea di demarcazione per l’obesità, il rischio di malattie cardiovascolari, di diabete di tipo 2 e di alcuni tumori è superata a volte drammaticamente, rispetto a quando tale numero scende sotto a 25.
Ma, per la recente ricerca, se la percentuale di adulti obesi che hanno un profilo metabolico malsano è alta (21% negli Usa), anche l’8% degli adulti normopeso hanno un metabolismo malsano.
Il 10% degli adulti obesi invece è metabolicamente sano e non in pericolo di morire presto, anche se viene considerato insano da datori di lavoro, assicuratori, autorità sanitarie che li invita a perdere peso.
La gente, ha detto Lazar, può avere un eccesso di peso per varie ragioni (genetiche, comportamentali, psicologiche, sociali…) e può essere sana o no, morire presto o vivere a lungo, per una serie ampia di motivi.
Per i due ricercatori americani bisognerà trovare nuovi metodi per migliorare la misurazione dell’obesità e dei fattori correlati, tenendo conto di fattori quali età, sesso, genetica, fitness, malattie preesistenti, composizione corporea, ormoni adiposi, citochine, miochine e altri biomarcatori come strumenti predittivi.

Letto in:  http://news.in-dies.info/2013/08/25/quando-il-grasso-e-salutare/#more-4844

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