Andrea Fabozzi, ROMA, 29.4.2015
http://ilmanifesto.info/dieci-bugie-nella-verita-di-renzi/
«La verità, solo la verità, sull’Italicum», scrive Renzi nella lettera pubblicata da La Stampa, dalla quale riprendiamo i passaggi fondamentali per sottoporli a verifica dei fatti.
«Questa legge elettorale prevede un ballottaggio come per i sindaci»…
Nel caso dei comuni si tratta di un ballottaggio tra due soli candidati a sindaco. L’elettore può conoscerli e può scegliere. Nel caso dell’Italicum ci sarà un ballottaggio tra liste con in palio i 93 seggi del premio di maggioranza. L’elettore voterà 93 aspiranti deputati che non può conoscere.
…«Consentendo un piccolo margine di sicurezza»…
L’Italicum garantisce almeno 340 seggi al primo partito. Le simulazioni sulla base dei sondaggi più recenti assegnano 344 seggi al Pd, 101 al M5S, 68 alla Lega, 64 a Forza Italia e molti meno a tutti gli altri.
…«Più o meno la metà degli eletti sarà espressione di un collegio grande poco meno di una provincia media»…
Si tratta dei capilista bloccati, candidati non in un solo collegio ma potenzialmente in dieci, tanti quante le pluricandidature consentite. I pluri-candidati non saranno «espressione» della popolazione di una provincia, ma potranno essere imposti senza preferenze a sei milioni di cittadini in dieci collegi anche lontani, comparendo ad esempio sulle schede di un quartiere di Milano, di Palermo, a Venezia, Lecce, Perugia, Messina, Foggia, Como, Cuneo e Taranto. Solo successivamente sceglieranno per quale collegio optare. È quello che avviene adesso con il Porcellum.
…«La soglia di sbarramento è stata abbassata al 3% (in Germania per intenderci è al 5%)»…
In Germania non c’è il premio di maggioranza, previsto invece e assai consistente con l’Italicum. Paragonare due sistemi diversi serve solo a confondere. Sarebbe come dire che in Francia, per intenderci, la soglia di sbarramento non esiste.
…«Il premio viene attribuito alla lista vincente, non più alla coalizione: con questo atteggiamento speriamo di arrivare a un compiuto bipolarismo»… …«Si impedisce di fare le solite ammucchiate elettorali chiamate coalizioni che il giorno dopo si sciolgono come neve al sole»…
Nulla impedisce alle coalizioni di presentarsi alle elezioni come «listoni». Anzi, la possibilità di candidare capilista bloccati serve (anche) a garantire una quota di seggi ai piccoli partiti che troveranno conveniente confluire sotto le insegne del partito grande, aiutandolo a raggiungere il premio. Dopo le elezioni potranno tranquillamente dividersi. Due anni fa il Popolo delle libertà si è presentato come lista, non come coalizione, poco dopo si è diviso tra Forza Italia e Nuovo centrodestra. E così Scelta civica, dalla quale si è separata Per l’Italia, e il Movimento 5 Stelle dal quale sono nati Alternativa libera, Movimento X e Italia lavori in corso.
…«Finalmente la sera stessa del voto sapremo chi ha vinto»…
Finalmente? Non c’era alcun ritardo da colmare. Con l’Italicum l’Italia sarà il primo e unico paese in Europa il cui sistema elettorale garantisce matematicamente al primo partito la maggioranza assoluta nella camera politica.
…«Rottamato il cosiddetto Porcellum»…
È stata la Corte costituzionale ad abbattere la legge Calderoli detta Porcellum. Dichiarando l’illegittimità del premio di maggioranza senza soglia e delle liste bloccate lunghe che non consentivano agli elettori la conoscibilità degli eletti. Con l’Italicum nel caso di ballottaggio non c’è alcuna soglia al premio di maggioranza: può andare a un partito che al primo turno si è fermato al 20%. Anche se al ballottaggio vota una minoranza di elettori. Quanto alla conoscibilità degli eletti, è minima nel caso dei capilista bloccati pluricandidati. E la ripartizione nazionale dei seggi produce un effetto «slittamento»: l’elettore sceglie un candidato in un collegio ma contribuisce a eleggerne un altro, in un collegio differente.
…«Mandiamo in soffitta anche il desiderio strisciante di un neocentrismo consociativo»…
Al contrario l’Italicum è funzionale all’affermazione di un grande partito centrale, e centrista, che condurrà le trattative con i più piccoli da posizioni di forza. Prima delle elezioni cercherà di raggiungere la soglia del 40% e guadagnare così il premio al primo turno. Ma non potrà farlo alla luce del sole costituendo una coalizione, offrirà allora posti nel «listone». Dopo il primo turno, nel caso di ballottaggio, non è prevista la possibilità di apparentamenti trasparenti. Dunque il partito più grande potrà cercare il sostegno dei piccoli con altri mezzi, ad esempio promettendo posti di governo. Siamo lontani dalla fine del consociativismo annunciata da Renzi. Che del resto è al governo (e sta approvando la legge elettorale) con Alfano.
…«È una legge seria e rigorosa che consente all’Italia di avere stabilità e rappresentanza»…
Ammesso che il problema dell’Italia negli ultimi vent’anni sia stato l’instabilità, questa non è mai stata conseguenza di uno scarso margine in termini di seggi alla camera. Ma casomai delle rotture successive all’interno della maggioranza o della differenza nei risultati tra camera e senato. Destinata quest’ultima ad aumentare ancora, visto che la camera alta sarà eletta con un sistema elettorale diverso dall’Italicum. Almeno fino a che sarà eletta. Poi i senatori saranno nominati da (e tra) i consiglieri regionali. Senza alcuna preoccupazione per la rappresentanza, del resto già pesantemente sacrificata dal premio di maggioranza.
…«Ci sarà spazio al senato per riequilibrare la riforma costituzionale facendo attenzione ai necessari pesi e contrappesi: nessuna blindatura, nessuna forzatura»…
La riforma costituzionale è già blindata, perché nel precedente passaggio alla camera il governo ha corretto la commissione, dove era stato approvato un solo emendamento sfuggito al patto del Nazareno. È stato proprio Renzi a imporre il ritorno al testo originario dell’articolo 2, appena due mesi fa, per evitare che fosse possibile «riequilibrare» successivamente qualcosa. Della composizione del senato non si potrà più discutere. Grazie anche ai tanti «canguri» e alle «sedute fiume» che hanno spinto avanti la riforma costituzionale. Decisamente delle «forzature».
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